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mercoledì 25 settembre 2019

La parabola del Donare!




Ho posto agli amici di facebook una domanda, chiedendo loro in quanti modi si può attuare la parabola che Gesù ci racconta per farci capire una sua volontà o meglio dire un atteggiamento che tutti i cristiani o anche gli esseri umani dovrebbero avere. Ovviamente tutti gli amici ne hanno dato il senso che più si evidenzia dalla parabola stessa, ma questa ha anche un altro senso celato.

" Mc12,42 "Venuta una povera vedova, vi mise due spiccioli che fanno un quarto di soldo. 43 Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico che questa povera vedova ha messo nella cassa delle offerte più di tutti gli altri: 44 poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, ma lei, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere»."

Vediamo di capire cosa essa nasconde oltre a quello che si evince con facilità, in tanto prima di tutto, spieghiamo un attimo il senso, in breve il racconto di Gesù serve per far capire a chi legge e chi ascolta che la cosa più importante , che indipendentemente da quanto o quello che un essere umano possiede deve corrispondere a Dio tutto quello che Egli stesso ha, in sintesi è questo il concetto, ma per quale ragione noi dovremo far ciò, per motivo molto semplice, siamo stati generati e creati da Dio per cui ovviamente come figli di Dio, siamo "obbligati" liberamente a corrispondere con quello che abbiamo di nostro che sia poco o tanto, non ha importanza, ma il dare tutto il nostro a Dio corrisponde ad un atto non solo di accettazione di Dio, ma sopratutto di riconoscenza dell'essere figli di Dio, dimostriamo a Dio tutto il nostro amore, per Lui. 

Però questo discorso ha anche un altra applicazione, se noi siamo disposti a donar tutto il nostro al Signore dovremo essere disposti ad offrire al Signore sempre il meglio di noi, faccio un esempio pratico, tra i tanti, se sono un artista e voglio omaggiare il Signore con quanto realizzo, che può essere una scultura, un quadro, un brano musicale, etc, qualsiasi cosa, in qualsiasi ambito, però lo devo fare al massimo di quello che sono realmente capace di fare, dando fondo ad ogni mia possibilità anche economica pur di raggiunge un obbiettivo, di donar al Signore il mio meglio; allora tale atto è visto da Dio è esattamente come l'offerta della vedova. 

Molte persone che donano sculture, fanno quadri o altro, non sempre, dire raramente sono graditi a Dio di quanto hanno realizzato, perchè quello che hanno fatto non era il loro meglio, non dava fondo a tutte le loro sostanze, ecco che la parabola ha anche un altra spiegazione, che rimane sempre dentro allo stesso concetto ma diventa più ampio. 

Gran parte delle parole che Gesù usa per insegnare a noi la sua volontà, hanno un applicazione molto maggiore di quella che vi è scritta, oltre ad avere anche ulteriori segreti celati.

Questa è la parabola del Dare,  darsi o donare, donarsi, dell'offrire, del glorificare, etc.

L'atto di donare a Dio tutto di tuo, per amore verso il Signore, solo chi ama veramente Dio, riesce a comprendere le ragioni di tale atto che superano i nostri pensieri materiali umani. 

Dio gradisce questi atti, perchè dimostrano a Lui, la nostra umiltà, la nostra sottomissione, e quindi riconoscenza della sua maestà e divinità, non solo della capacità di rinunciare ad un bene necessario, non superfluo.  Come per dire noi non valiamo nulla al suo cospetto, quello che vale è Lui ed effettivamente è così. 

Dio non se ne fa nulla di chi da il soldino al povero, quando poi ne spende mille per i capricci, ma tutto dipende unicamente dalla nostra personale sensibilità e dal nostro sentire il peso della fede. 

In definitiva la parabola parla del donare e del dare qualsiasi cosa, non solo denaro.
Gesù ha donato a noi la cosa più preziosa che aveva, la sua Vita.
Quindi anche Dio sa donarsi a noi è su questo modello che si basa la misericordia.
Il Padre Celeste ha donato a noi la vita, si aspetta che noi facciamo la stessa cosa, se ne siamo capaci.

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!