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martedì 7 gennaio 2020

Non date del Pazzo a nessuno!




Matteo 5,22

22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.
Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.”

Dall'enciclopedia Treccani: Pazzo
Un pazzo, matto, folle, uno squinternato è colui che non gli funziona più il cervello, che le sue funzioni cognitive sono state lese o alterate per vari fattori, ma la parola Pazzo può essere usata in altri sensi, anche verso chi fa cose che sono al limite della follia, cioè che sono cose azzardate, pericolose o che possono causare danni agli altri. Nella nostra società si definisce pazzo chi non si comporta nella normalità delle cose o che sia fuori dagli schemi.

Il termine pazzo a cosa porta?

Sicuramente porta alla derisione, perché ovviamente, un individuo che si comporta come una persona non normale, suscita derisione, ilarità o anche invidia a seconda di che ruolo occupa nella società, spesso la società vede le persone che sono all'interno di una certa logica tipo religiosa; come possono essere i profeti, i religiosi stessi, etc, come delle persone spesso non normali o che siano un po strane, per cui spesso si additano a persone che credono in divinità, in questa logica entra anche il discorso che i farisei fanno verso Gesù. 
Marco 3:21”Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «È fuori di sé». Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demòni».”

Questa espressione dei farisei sottintende che essi davano dell'indemoniato a Cristo e quindi anche del Pazzo, per cui era un derisione che essi esercitavano verso Cristo.

Gesù ”e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.”

Mentre scrivevo questo passaggio, Gesù mi dice queste parole:
Chi deride un vero profeta è come colui che chiama un uomo pazzo, esso merita la Geenna. “

Penso a che questo punto non serva nemmeno spiegare altro!

Anche se in ultima analisi si capisce che il termine Pazzo che Nostro Signore Gesù il Cristo di Dio, si riferiva non è il malato mentale, ma è riferito a chi riveste una carica sacerdotale o chi è profeta del Signore, anche se non un membro della società ecclesiastica .
Quindi non bisogna dare del pazzo, del matto, del falso, del folle, del demonio, neppure bisogna ridicolizzare o deridere queste persone, etc verso nessuno che rivesta una carica sacerdotale o che sia profeta del Signore anche se non è sacerdote.
Perché la condanna è la Geenna, che sarebbe l'inferno, in pratica; a meno che, la persona non chieda perdono, sia mediante l'uso dei sacerdoti confessori che mediante una discolpa cioè una richiesta di perdono proprio verso il soggetto che è stato accusato di tale calunnia, in questo modo si compie la discolpa totale.
Infatti cosa dice il Signore:" di tutti i peccati sarete perdonati, ma non il peccato contro lo Spirito Santo ", ed è molto facile cadere in questo peccato.
Quando si accusa un profeta, bisogna saper bene cosa dire; se lo si trova in fallo, si può correggerlo, come insegna Il Signore Gesù, ma cercando di fargli capire il suo errore, se esso è in buona fede. Ma se esso è in mala fede, ed è anche uno spergiuro, o trovi il modo per fermare la sua azione, perché uno che mente, cagiona danno al prossimo., indirettamente fa del male a se stesso perché la sua condanna è certa, ma il danno maggiore lo arreca al prossimo, che credendo in costui, prende per buone le sue parole, adottandole nella sua vita e poi perpetrandole ad altri.

Per cui è meglio non dar del pazzo a nessuno, che sia savio.

Tante volte quando andiamo a confessarci ci dimentichiamo, quasi sempre di confessare quante volte potremo aver dato del pazzo a chicchessia, adesso quando andrete a confessarvi ricordateti di confessare anche questo, perchè è un peccato grave, anzi ance gravissimo.

Fate attenzione perchè il demonio e i suoi satelliti( cioè coloro che sono ad esso asserviti) è più furbo dei cristiani, infatti Gesù lo dice," i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della Luce."

Quante volte la scienza ha attribuito a queste persone una forma di pazzia? Molto spesso !
E ci sono stati molti casi sia tra profeti laici che religiosi come fu S.Pio da Pietrelcina.

venerdì 3 gennaio 2020

BERGOGLIO UCCIDE LA CENA DEL SIGNORE!





Partiamo da questa semplice riflessione tratta dal vangelo dove troviamo scritte le parola di Nostro Signore Gesù,il Cristo di Dio.

Marco 3,20-35

22 Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». 23 Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. 26 Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. 28 In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna»
30 Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo».


Quindi in breve abbiamo le parole di Cristo dicono che:


Se Satana non scaccia Satana”
 Come può lo Spirito Santo scacciare se Stesso?

Se Dio è perfetto, è Onnisciente, Onnipotente, ed Onnipresente allora dobbiamo dire anche che:

Lo Spirito Santo, è perfetto perché emanazione di Dio.
Lo Spirito Santo è Immacolato come lo è Dio.
Lo Spirito Santo non si contraddice Mai.
Lo Spirito Santo se è Santo non sbaglia Mai.

Mi sembra ovvio, no!


Dunque come può lo Spirito Santo aver detto o suggerito ad un essere umano, chiunque sia, anche fosse un Papa, un Vescovo, o altro di togliere una parte fondamentale dal rito sacro?


Mons. FRANCO MAGNANI spiega le decisioni prese da Bergoglio sulla nuova messa che andrà in vigore dalla 2° domenica del tempo ordinario 2020, cioè da Gennaio.

Metto il link dove lo potete ascoltare, l'audio del testo: 
https://gloria.tv/post/4EZxhxMT3QFF3kK4oGXgEnAbJ


Saranno sostituite anche le parole della benedizione.

Come espresso, nel rito proposto da Gesù durante l'ultima cena, alla quale ogni rito, di ogni messa si rifà; per cui, anziché dire:


Scenda o Signore il Tuo Santo Spirito, su questi doni che ti offriamo, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Salvatore, si dirà:

"SCENDA O SIGNORE LA TUA "RUGIADA"

Sapendo benissimo che essa elimina l'effetto della Transustanziazione?
E qual'è lo spirito che è contro lo Spirito purissimo di Dio?
Per cui godrebbe enormemente di questo atto?
Ovvio Satana!

Ora andiamo appunto a vedere come avvenne il rito di Cristo durante l'ultima cena, nella quale capiremo subito se questa decisione di Bergoglio può essere fatta o no!


Matteo 26:26-29

La santa Cena

=(Mr 14:22-25; Lu 22:15-20; 1Co 11:23-25)(1Co 10:16-17)

26
 Mentre mangiavano, Gesù prese del pane e, dopo aver detto la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». 27 Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati. “29 Vi dico che da ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».



Cosa si nota che questo rito, è composto da due parti, la prima definita fondamentale e che è la benedizione, e la seconda che invece è la parte dove Cristo stesso si fa Pane e vino mediante la Transustanziazione che avviene solamente se c'è anche la prima parte, necessaria; cioè la benedizione.


Ma questo rito della benedizione in cosa consisteva?


Sicuramente era una particolare lettura che gli ebrei facevano a quel tempo per benedire gli alimenti destinati al rito sacro, in pratica era una specie di esorcismo, molto probabilmente era la lettura di qualche salmo di Davide o di Isaia destinato a questo scopo.

Ora la chiesa nel corso dei secoli ha deciso di formulare una benedizione più ampia prendendo dentro una delle persone della Trinità di Dio, Lo Spirito Santo il quale grazie alle sue virtù ed al fatto di essere uno spirito Immacolato, è in grado di infondere tutto quello che serve per ottenere il risultato migliore in assoluto, perché pronunciando la parola stessa Spirito Santo si richiama la Santità e Deità di Dio che s'infonda in quel pane e in quel vino, poi successivamente esercitando le parole di Gesù nostro Signore e Dio, si ottiene quello che Gesù stesso ci ha tramandato cioè la Transustanziazione . Ma se viene a mancare la prima parte della benedizione, la consacrazione successiva non ha alcun effetto, o meglio dire è parziale.

Lo stesso evento avveniva anche quando gli Ebrei si recavano al tempio di Dio, essi non potevano entrare nel Tempio, se non prima essere stati purificati, e questo avveniva mediante una vasca d'acqua posta in un determinato luogo fuori dal Tempio, in questa vasca per altro alle volte veniva visitata da un angelo, così gli ebrei potevano ottenere delle grazie, per altro faccio notare che nella stessa vasca il cieco mediante l'azione di Gesù recuperò la Vista. Per tanto l'azione della benedizione è fondamentale nel rito sacro, assolutamente fondamentale, addirittura senza questa non si può tassativamente consacrare, ne pane, ne vino, ne altro, perchè la Benedizione ha la funzione di togliere le impurità dal Pane e dal Vino per renderli puri, proprio in vista della Consacrazione, solo così si può ottenere la Transustanziazione, quindi la Benedizione non si può tassativamente togliere!!!!

Bergoglio cosa fa, per danneggiare ancora di più e denigrare ancora meglio il corpo e il Sangue di Cristo usa la parola Rugiada che non significa proprio nulla, che non indica l'essenza di Dio cioè lo Spirito Santo, e fa perdere qualsiasi valore al rito stesso. In pratica dire Rugiada al posto di Spirito Santo, è bestemmiare Dio. Quindi i preti devono sapere cosa vanno a fare e se vogliono veramente assecondare questa blasfemia attirano su di loro l'ira di Dio.

Ora andiamo a vedere l'altra parola, che viene sostituita cioè SIGNORE con AGNELLO”
Il termine Signore è un Nome o meglio dire un appellativo unico di Dio, che in ebraico si traduce come Adonay che è appunto una parola che indica Signore, dalla quale il termine Signore trae origine. Per altro faccio notare che il termine Signore oggi molto usato ai giorni nostri non dovrebbe nemmeno essere usato da noi umani, perché in pratica si da dell'Adonay a qualsiasi essere umano, è sarebbe un insulto, ma siamo così abituati a dirlo che non riusciamo a togliercelo dalla testa, pure io.

Mentre la parola agnello è sia il cucciolo della pecora, che un termine indicante il Cristo, ma non indica un suo nome o un suo appellativo che sia sacro e ricollegato al tempo antico, come invece lo è Adonay.


Non solo, ogni volta che si fa il rito in questo modo con queste parole alterate in pratica si crea un rito contrario al rito stesso e non solo non vale nulla, ma si da mangiare al popolo un pane che non è e non rappresenta Cristo.

E' una bella responsabilità da parte del Clero accettare una simile sfida a Dio ed è una bella responsabilità pensare di cambiare il rito sacro a favore di un nuovo ecumenismo moderno che distrugge e uccide la Messa Sacra.

Ricordo che la centralità della Messa è solo questa la consacrazione delle specie sacre, la messa si fonda solo e solamente su questa parte tutto il resto è opzionale, che si è aggiunto nei secoli come “vestito” delle Messa stessa, adesso la state denudando.


Quindi Bergoglio anche se pontefice non può cambiare il rito sacro, perchè distrugge tutta la Chiesa che si regge proprio su questo, che è il cardine fondamentale. 



BERGOGLIO DA CHI È ISPIRATO ?

SE LO SPIRITO SANTO NON SCACCIA SE STESSO?





Chiedo a Benedetto XVI a nome di Cristo Nostro Signore di intervenire subito e ristabilire l'ordine! 



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Vorrei aggiungere una cosa.
C'è da fare subito una contestazione alle usanze ipocrite della chiesa, che si è stabilita un ordine superiore per se stessa, Cristo non gli va per nulla bene che al popolo gli si dia solo il pane(corpo) e non anche il vino(sangue), ma a questo deriva dal fatto che la chiesa si sente privilegiata, per cui il sangue non lo danno ai comuni mortali, se lo tengono per loro, e a Cristo questo non piace per nulla, Gesù non è venuto per dare una sola parte di se, ma per darsi in toto in corpo e sangue, a tutti. L'Unica possibilità per farsi che il pane e vino siano un tutt'uno per agevolare e velocizzare la questione è che il Pane e il vino cioè l'amido e il vino vengano impastati assieme al posto dell'acqua, in questo modo si avrà pane e vino assieme nella stessa particola allora, si che farà veramente la volontà di Cristo, visto che la chiesa trova come scusa, che ci si mette troppo tempo a dar a tutti il pane intinto nel vino, in questo modo, si fa prima.




esempio il lavaggio nella vasca dell'angelo prima di entrare nel tempio di Dio.





martedì 10 dicembre 2019

SAN.PAOLO E LA SPINA NELLA CARNE


Ho ri-postato l'articolo per problemi di codice.

LA SPINA NELLA CARNE DI S.PAOLO ERA?




Propongo il testo sottostante al link (qui) per capire bene di cos'è  questa spina nel fianco o nella carne definita da S. Paolo. Leggiamo bene prima il passo che qui vi propongo. Ovviamente bisogna leggere tutto il capitolo bene, come sempre.

Premetto dopo aver terminato tutto lo scritto ho deciso di inserire una premessa... 

So già che non accetterete questa versione, ma ho seguito punto per punto la parola scritta nel testo,  rimanendo chiaramente fedele alle parole precise e al senso vero e profondo di quanto è rivelato dal testo stesso, per quanto paradossale può sembrare la l'interpretazione è molto più sensata di quella proposta da qualsiasi esegeta del passato, compreso S. Agostino e spiegherebbe anche alcune cose, dei suoi scritti. 


Bibbia CEI74: 2Corinzi 12,7-10

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Posso dire dopo aver letto solo il testo soprastante tratto dalla Bibbia di Gerusalemme che so di cosa parla Paolo, ma voglio leggere anche il commento che altri fanno di questo stesso passo, prima di esporre.

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Brani di difficile interpretazione nella Bibbia, I 2 Cor. 12, 7 “Perché non montassi in superbia mi è stata messa una spina nella carne” (tpfs*)

Con questa breve nota vogliamo inaugurare una serie di chiarificazioni che aiutino a comprendere alcuni brani biblici importanti che, ad una prima lettura, possono apparire difficili o addirittura incomprensibili. Essi, invece, grazie alla luce della grande Tradizione della Chiesa ed a quella degli studi recenti degli esegeti, si svelano nella ricchezza del loro sensi. Le brevi note appariranno con il medesimo titolo - “Brani di difficile interpretazione nella Bibbia” - seguito dal numero ordinale della pubblicazione on-line sul sito (I, II, III, ecc.), poi dai versetti e dal tema del brano in questione.
L'Areopago

Paolo parla della spina nella carne. 

E' un brano importante per capire l'apostolato di Paolo e come Paolo realizza la sua vocazione apostolica. E' in polemica con chi non lo considera un vero apostolo. Paolo dice: Mi costringete a dire delle cose che non vorrei dire! Se volete saper tutto ve lo dico! Io ho avuto 14 anni fa un contatto con la trascendenza; sono stato al terzo cielo, quasi faccia a faccia con Dio e lì ho avuto delle esperienze, che non posso poi esprimere con la stessa chiarezza e con la stessa vivezza con cui questa esperienza l'ho vissuta. E' possibile che delle esperienze profonde avute con Dio non si possano poi esprimere! Certe cose non le posso ripetere, però la mia predicazione si basa su questo faccia a faccia con Dio, su queste rivelazioni che ho avuto come dono diretto da Dio. Perché questo essere al terzo cielo non mi desse alla testa, perché non scambiassi questo dono puro di Dio con qualcosa di mio Dio mi ha mandato un contrappeso. Paolo parla di un angelo di satana che lo schiaffeggi, di una spina, di un fascio di spine conficcate nella carne - che mi fanno sentire tutta la mia debolezza.

Che cos'è questa metafora che Paolo usa “la spina nella carne”? Secondo tutti gli esegeti moderni - e fondatamente - non è una tentazione di sessualità, come ha interpretato S. Agostino e come a volte viene interpretato, specialmente sulla linea della Vulgata, che traduceva questa espressione: “una spinosità che punge la carne” (stimulus carnis meae), che fa pensare subito alla sessualità. Nel testo greco non c'è l'idea di stimolo. Ovviamente delle spine conficcate nella carne si fanno sentire, ma questo è un fatto che viene dopo; non è la spina stessa. Se la spina sta tranquillamente dove sta non è uno stimolo, diventa uno stimolo, quando la spina viene conficcata nella carne, quando si fa sentire… 

Cos'è questa spinosità nella carne? 

Da tutto l'insieme risulta che sono le difficoltà che Paolo trova nel suo apostolato. Difficoltà esterne: persecuzioni, fraintendimenti… e difficoltà interne, personali. Quasi certamente collegate con uno stato fisico che impediva l'apostolato che pure Dio gli chiedeva di fare. E quindi probabilmente era o una malattia o una debolezza di tipo fisico. E' quella situazione di conti che non tornano in questo senso: Paolo si sentiva inviato da Dio a portare il Vangelo, era guidato dallo Spirito anche nei suoi piani apostolici, faceva dei progetti apostolici e a un certo punto le circostanze esterne e poi le circostanze sue personali - la sua salute - non gli permettevano di realizzarli. I conti allora non gli tornavano! E allora reagisce secondo il suo carattere, pregando, pregando e pregando. Si rivolge al Signore e gli dice: Toglimi questa spina! Cioè: spianami la strada! Vuoi che faccia l'apostolo? Vuoi che annunci il Vangelo? Dammi la possibilità di annunciare il Vangelo! Non mi mettere questi blocchi sulla strada che tu vuoi che io percorra.

“Pregai e ad un certo punto mi disse” (non è una visione, ma una presa di coscienza che pian piano matura in Paolo); la risposta del Signore non è quella di spianargli la strada. Gli rimangono tutte le sue difficoltà; ma la risposta è questa: Ti basta il mio amore, la mia benevolenza! (più che la mia grazia). Non è: ti basta quella grazia corroborante che io ti do. Questa è un'interpretazione che rischia di quantizzare il rapporto: quella grazia che ti do, ti sarà sufficiente! Per Paolo il problema è più a monte. Gesù ti dice: io ti amo! Basta! Non ti preoccupare di altro! Quando Paolo riesce a capire questo, si è affidato all'assoluto dell'amore: voglio che tu sia apostolo! Ci sono queste difficoltà che ti impediscono di realizzare quei piani che io stesso ti ho fatto venire in mente! Va bene! C'è anche questo qua, come fare? Pensa a me, pensa al mio amore: l'assoluto è nel mio amore! Il mio amore che si manifesta nel mistero della morte e della risurrezione, nel mistero della debolezza e della forza di Dio. Una volta che Paolo riesce a capire questo… Ti basta di essere amato da me! Ti basta questo coinvolgimento nella debolezza e nella forza del mistero pasquale! Siamo insieme! Più debolezze ci sono e meglio è; non perché le debolezze siano simpatiche, ma perché Paolo vede nelle debolezze, malattie, difficoltà, quella partecipazione alla debolezza di Dio della crocifissione. E poi attraverso questo sa che connessa con questa c'è la risurrezione. Paolo ci dice: di fronte a qualunque difficoltà, la risposta che lui ritiene persuasiva nel suo apostolato è questo affidamento totale del suo apostolato a un Cristo, non solo che provvede, ma che ama e la sua provvidenza è frutto di quest'amore che per Paolo è un qualcosa di assoluto. Allora, quando Paolo si sente davvero così amato da Cristo, sa di essere accanto a lui, di essere nello stesso giro di Cristo, di poter completare nella sua carne quello che manca alla passione di Cristo, come dirà poi nella lettera ai Colossesi. Questo è un punto importante per capire la vocazione di Paolo, per capire la nostra vocazione, per capire ogni vocazione cristiana. Nella nostra vocazione Dio ci dice di farci tutto a tutti. Dobbiamo fare anche i nostri progetti; però il vero realizzatore del nostro apostolato, il vero attualizzatore di noi come dono agli altri nell'apostolato è sempre lui; è un segreto del suo amore verso di noi e verso gli altri. Allora Dio ci dice: lasciatemi fare! Fidatevi pienamente del mio amore! Fate tutto quello che potete, ma guardate a me, fidatevi pienamente del mio amore e io farò. Quando Paolo riesce a capire questo - c'ha messo del tempo! Pregai il Signore tre volte! Vuol dire: pregai il Signore a lungo, con intensità crescente, con tutte le mie forze - alla fine acquista luce.

(Dalla relazione “Dalla vocazione alla giustificazione” di P. Ugo Vanni tenuta al settore Sud della Diocesi di Roma il 20 febbraio 2003. Il testo non è stato rivisto dall'autore)


Vediamo di capire bene:

Il discorso soprastante è farraginoso e non dice nulla d'interessante se non parlare con vaghezza senza un punto cardine, ne dipanare realmente il problema, in sostanza non sono approdati a nulla, salvo il fatto di dire che S. Agostino ed altri si sbagliavano, però devo muovere un accusa a questi, in difesa di S. Agostino, dico questo se Agostino lo avete reso santo presumo che avesse una certa comunicazione con Dio, per cui penso che forse questa sua conclusione non fosse tanto campata per aria, e forse non è stata solo meditazione, non solo un ragionamento, ma forse derivata da qualche pensiero non suo. 

Ora però voglio vedere chi aveva ragione se Agostino o i recenti studiosi, oppure nessuno di loro. 


Vi spiego cosa tratta la lettera ai Corinzi:

CEI74: 2Corinzi 12,7-10

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Vediamo di capire alcune cose, prima di dire di cosa si tratta...


1."Perché non montassi in superbia"
2."Mi è stata messa un spina della carne"
3. "un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia".
4."l'allontanasse da me"
5. ""Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»

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1."Perché non montassi in superbia"

Per capire di cosa si tratta bisogna capire bene cos'è la superbia. 

La superbia è un esagerata stima di se stessi, il sentirsi migliori degli altri saper di esserlo e mettere in difficoltà, gli altri mostrandosi il migliore per poter emergere ed essere apprezzato dagli altri, quindi applaudito ed osannato, manifestando un atteggiamento altezzoso e sprezzante. Ovviamente sappiamo bene che è uno dei sette peccati capitali. 

Evidentemente Paolo capisce che questo è il suo più grande male e comprende che quello che gli è stato dato, serve per ridurre la sua superbia al nulla, ridimensionarlo. Evidentemente si sente sicuramente più degli altri apostoli, oggettivamente parlando lo era, aveva studiato, filosofia, lettere, ecc, per cui conosceva molto bene il pensiero dei più grandi pensatori del tempo, e lui stesso era un pensatore stimato, per cui si sentiva sicuramente superiore agli altri apostoli, quindi capisce che Dio decide di abbassare il suo orgoglio, la sua superbia, il suo super-io, al fine di renderlo al pari degli altri, e come lo fa? 

Proprio agendo su questo peccato di superbia, visto che poteva rischiare di cadere in superbia. Il fatto che dica perché non montassi in superbia, fa capire che egli stesso si riconosce di essere tendenzialmente superbo, autoritario e tendenzialmente arrogante, cioè il primo della classe, quindi si riconosce di mancare di umiltà, questo lo comprendiamo da ciò che Dio gli da, come prova da superare. 

Dio lo fa perchè essendo un Padre premuroso vuole ottenere da questo figlio il meglio, rendendolo più umile possibile e anche più forte nella sofferenza, per cui avendo esso molto, in cultura ed intelligenza, lo vuole rendere meno in altro, e far apparire in se stesso un problema che lo rendeva debole agli occhi degli altri apostoli, in modo che fosse al loro pari.

Come si fa ad insegnare ad un figlio, la modestia e l'umiltà? 
Si toglie al figlio quello che ha, oppure gli si da qualcosa che lo renda invalido in modo da farlo sentire quasi uno storpio, qualcosa che lo deprima nel suo spirito e nella sua carne. 

Ma proprio la specifica della carne che ci fa capire di cosa si tratta!!!

2."Mi è stata messa un spina della carne"

"mi è stata messa"

mettere cioè porre, conficcare, aggiungere, collocare, inserire, immettere cioè dentro di lui.

una spina è intenso come un corpo estraneo, come un qualcosa che sta nella carne, ma non appartiene alla carne e che produce dolore come una spina, cioè una puntura, o come un coltello che taglia la carne, che la lacera, come per esempio un dolore pungente che agisce sulla carne del corpo, che penetra la carne, la spina ha la forma di una punta, come un chiodo, come un ago, qualcosa che pungola continuamente.

la carne, di quale parte del corpo sta parlando, della carne in senso generale, o in senso specifico, potrebbe essere inteso anche come carne, la mente non solo le viscere, i muscoli, o le ossa, questa carne ha un senso generale del termine, intendendo tutto il corpo.

3. "un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia".

questa parte è interessante, ci rivela che la spina nel fianco o nella carne, non è un oggetto reale, ma un qualcosa che lo tortura, continuamente, dice che viene posto, è stato messo, cioè collocato nelle sue membra, cioè nel suo interno, dell'intero suo corpo, non ha una collocazione precisa anche se parla di fianco, sta nella sua stessa persona, questo di cui parla non è un peccato, come credeva S. Agostino, ne quello che gli esegeti successivi pensano, ma un qualcosa di diverso. 


4."l'allontanasse da me"

chiede a Dio di allontanare da Lui questo qualcosa affinché lui possa essere tranquillo, e poter tranquillamente agire secondo la volontà di Dio, almeno secondo il suo pensare. 
ma il verbo "l'allontanasse da me" fa ben capire di cosa sta parlando. 


Quindi di cosa sta realmente parlando Paolo di Tarso?

Dio pone in S. Paolo la presenza di un demonio, che sta nella sua carne, che lo pungola da mattina a sera, che gli fa provare tutti i pensieri che passano nella sua mente, si comprende  che così è, perché dice una cosa,  vediamo il testo:

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte."

chi è che lo oltraggia? 
chi è che lo rende infermo?
chi è che lo rende debole nelle sue debolezze personali?
chi è che lo perseguita?
chi è che gli crea angoscia?

Non certo Cristo, ma un demone si!
Dio pone nella sua carne nel suo corpo in demone che lo schiaffeggia ogni volta che sale in superbia, ogni volta che commette peccato, ogni volta che ha delle debolezze che non dovrebbe avere, ogni volta viene oltraggiato, ma questo demone fa di più, è egli stesso che gli procura dolore, alla sua carne, ed è egli stesso che porta allo stremo, che lo getta nell'angoscia,  che lo perseguita, che oltraggia, che lo rende storpio, e che mormora peccati, che gli suggerisce qualsiasi cosa, pur di renderlo debole e schiavo anche delle carne. 
Quindi ecco il discorso il demone mi schiaffeggia quando sono arrogante, cioè quando cado nel peccato, quando sono superbo, ecc. 

C'è un parallelismo, S. Pio da Pietrelcina, quando non faceva la volontà di Cristo, veniva percosso dai demoni, questo serviva per reprimere il suo ego, per umiliarlo, e per fargli espiare la colpa di non aver ascoltato il Signore per paura del clero. 

Quindi la tortura che sta nella carne di Paolo è di tipo spirituale, uno spirito che lo tortura nella carne, nella mente, e cioè significa che poteva cadere in qualsiasi peccato, perché tutti i peccati portano alla superbia. 

Tutti i peccati sono una forma di superbia. 

Quindi non possiamo dire che S. Agostino  non avesse ragione, ne che avesse torto, e non si può dire che neppure i successori quelli che negano quanto esso dice, hanno torto o ragione, hanno ragione e torto tutti, Paolo aveva in se un demonio, questo è quello che aveva, questo è quello che Dio gli manda nella carne, cioè dentro il suo corpo. 

La richiesta assillante di Paolo di essere liberato da questo essere, lo fa capire proprio dal verbo usato, "l'allontanasse" si può leggere anche come lo allontanasse, cioè allontanasse da lui, il demone. 

In pratica S.Paolo era torturato nella sua carne cioè nel suo corpo che influiva anche nelle prostrazione della sua mente, che gli dava angoscia. Sicuramente i fratelli hanno tentanto di liberarlo, senza riuscirci è da qui si capisce la supplica di essere liberato, perché si sa, prima di rivolgersi a Dio si tenta di libere la persona mediante i mezzi che Cristo ti ha dato, se poi non ci riesci, chiedi la grazia a Dio.

Se non l'ottiene significa che è una volontà di Dio su di te che questo deve essere e rimanere per te, affinché per te sia una grazia.  

5. ""Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»

il demonio lo rendeva debole, instabile malato, ecc, e gli conservava il peccato, lo torturava nei suoi peccati, al fine di ottenere da lui il meglio e Dio gli dice ti basta la mia grazia, perché anche la presenza di un entità demoniaca può essere un grazia, se letto nella giusta dimensione, il demonio lo rendeva debole, per cui Dio gli risponde nella debolezza tu avrai pienamente la mia manifestazione. Pare assurdo invece non è affatto così. 

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte."

E S. Paolo risponde che vuole ancora di più e si vanterà di essere perseguitato da uno di questi, perché se è mandato da Dio, per lui è un vanto, perché significa che su di lui vi è la benevolenza di Dio, anche se non capisce del tutto, perché la richiesta di essere liberato, fa capire che non comprende del tutto, il meccanismo.  Non solo, Paolo voleva addirittura di più, per avere su di se la potenza di Cristo. Certo questo è un atteggiamento sbagliato, perché bisogna accontentarsi di quello che Dio ti manda, non pretendere di più, è anche questo un atto di arroganza e questo modo di parlare dimostra che aveva degli eccessi in se. 

Quindi che fosse omosessuale non si sa, e non si può dire, anche se lo fosse stato, certamente il demonio che aveva in se lo avrà sicuramente perseguitato, in modo che esso non lo fosse. 

In pratica Dio voleva che paolo negasse i suoi stessi mali, e comprendesse e ricavasse dai suoi stessi peccati, infermità ecc, la parte migliore di se, ottenendo uno spirito veramente umile che è il fulcro della santità. 

Ci furono dei santi, nel corso della storia che erano presi dal maligno, per esempio la Santa Eustochio. 

Certo che un essere preso nel corpo da uno spirito maligno, chiunque fosse, se uno spirito carnale o uno spirito di altro genere, poco importa, ma bisogna anche capire quanto fosse in se o fuori di se. Qui le questioni sono difficili da dipanare quando c'è la presenza di uno spirito in se, nella propria carne, per quanto tempo rimase o entrava nella massima esaltazione di Dio e quanto non lo era? Non è facile capirlo, ma forse proprio i suoi scritti ce lo possono far capire. E quanto di quel che ha scritto è tutta parola di Dio o di chi era?

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Questa spiegazione ci fa capire alcuni curiosi passi delle lettere di Paolo, si spiegano sotto questa luce nuova molte cose dei suoi scritti, per esempio come poteva sapere che Giovanni in Apocalisse avrebbe scritto che un giorno un messaggero mandato da Dio avrebbe portato il vangelo eterno e da qui si comprende che forse quella parola definita da Paolo anatema forse era indotta non da Dio ma da qualcun altro.
Perché è più che certo che Gesù preferisse più di ogni altro Apostolo anche più di Pietro stesso, il giovane Giovanni, per cui certamente il messaggero celeste è verità, ma allora se l'angelo che viene dal Cielo è un angelo di Dio, vuoi che Dio comunichi a Paolo una parola contro se stesso? Ovviamente no, per cui si comprende bene che quella parola sull'anatema non appartiene a Dio, forse è dello stesso pensiero di Paolo traviato da un demone che lo tortura notte e giorno e che lo prostra, più o meno è la stessa cosa che accade a S. Agostino, il quale ebbe un rimprovero di Dio usando un angelo che venne per avvertirlo di fermarsi, perché quanto stava scrivendo non era opera di Dio, ma opera della sua mente, ecco in questo passo di S. Agostino si può ben leggere anche l'errore di S. Paolo, un atto di superbia, poi preso per vero dagli uomini di Chiesa. Per cui non si può dire che un messaggero di Dio cioè che viene dal Cielo che per altro è rappresentativo di una dimensione celestiale, come il Padre Celeste, può essere definito un demonio e considerato un anatema e rifiutato, rinnegato e cacciato come fosse falso. 

Quindi quanto dei testi di
S. Paolo sono parola di Dio? 
Nessuno lo può dire, oppure si potrebbe stabilirlo, solo che la chiesa non ha questo interesse, per alcune ragioni ed interessi. 

C'è anche da dire un altra cosa, quanto di una persona posseduta un prete prende in seriamente in considerazione?  Poco o nulla, per ovvie ragioni. Quindi!!


Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!