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venerdì 9 giugno 2017

Il linguaggio delle origini

 DALLA CREAZIONE AD OGGI



Noi tutti usiamo un linguaggio molto complesso per comunicare l'uno con l'altro, abbiamo che l'Italiano ha 427000 vocaboli o parole, mentre l'Inglese ne ha più 600000, che possiamo usare per esprime concetti di qualsiasi genere, centinaia di verbi con tutte le loro declinazioni, aggettivi, ecc. Per cui il linguaggio moderno è veramente complesso, elaborato e che ci aiuta molto a esprimere qualsiasi tipo di pensiero. Anticamente però le cose era molto diverse, man mano che si risale verso gli albori della civiltà il numero di parola scende vertiginosamente, perchè i termini, vanno di pari passo con lo sviluppo culturale e tecnologico di una civiltà.

Possiamo quindi dire che le civiltà antiche possedevano un numero inferiore di termini rispetto a noi questo è certo. Di conseguenza abbiamo che alle origini l'uomo conoscesse pochissime parole, quando la parola si è determinata. Il numero della stesse era veramente poche, un conto è un ragionamento secondo la scienza umana attuale, la quale non contempla nulla che da essa non sia razionalmente valido, cioè tutto quello che essa non contempla non viene considerato, per cui essa ritiene che agli albori della civiltà i preistorici avessero un linguaggio quasi inesistente fatto forse diversi più che vere parole. Ma quello che a noi interessa non è il linguaggio di una civiltà preistorica, ma di una civiltà nata dalla Bibbia, sto parlano dei primi esseri umani creati da Dio. la differenza tra l'essere umano che si è formato dal nulla in pratica e quello generato e creato da Dio, è notevole, proprio nel linguaggio. I primitivi come detto forse nemmeno parlavano, mentre i primogenitori cioè Adamo ed Eva, era sicuramente più evoluti di costoro tant'è vero che Dio chiede ad Adamo di attribuire un nome ad ogni animale, per cui costui possedeva la capacità di comprendere la natura dell'animale, per poterne dar un nome. Ma certamente si comprende che anche costoro, avevano un linguaggio limitato ad una conoscenza basilare, lo si capisce da alcune espressioni usate proprio nel testo Biblico. Esempio Eva dice a Dio: "il serpente mi ha ingannata" il termine serpente non indica il serpente come animale, ma è un modo per indicare la natura dell'essere che si è comportato come un serpente, per cui si comprende molto bene che conoscendo i nomi degli animali, ne conoscevano anche le caratteristiche intrinseche cioè che il serpente era mellifluo, viscido, ingannatore ecc, per cui invece di usa questi termini come faccio noi oggi, usavano una sola parola che rappresentava tutte quelle che individuavano quell'essere quindi un essere umano che si comportava come un serpente e lo descrivevano proprio così. Per cui ogni animali, cosa, pianta, elementi celesti, etc, servono per esprimere concetti, più o meno complessi. La parola scimmia a quel tempo non aveva solo il senso di indicare un animale di quella specie, ma anche indicava un essere umano che si comportava come una scimmia, che era molto animalesco. Al tempo di Babilonia che già è decisamente più avanti come tempo storico, per cui la società aveva incrementato l'uso dei termini per esprimere i concetti, vi era ancora l'usanza di utilizzare questi parallelismi, animali, natura, cosmo, ecc, tanto per fare un esempio, il termine Lucifero, era usato a quel tempo per indicare qualcosa di bello, di meraviglioso, si splendente, odi lodevole, tanto ce veniva utilizzato, per glorificare i potenti del tempo, non come termine maligno, come divenne poi successivamente, altro termine, per indicare un re, un principe o un nobile non lo chiavano re, ma Stella, perchè una stella sta in alto, nel cielo per cui vi era un parallelismo di posizione tra le stelle cioè il cosmo e gli esseri umani, per cui da ciò si comprende che molti termini prendo significato da quello che in terra avevano un certo ruolo. le stelle sanno nel cielo, ma anche i re stanno in alto, nella società umana, per cui identificavano la stella come un re. Nell'antico testamento tutto rispecchia questa logica, ma anche nel nuovo testamento c'è qualche riferimento a tal proposito, specialmente nell' apocalisse, che essendo piena termini espressi dalle immagini. Anche i verbi in origine e parallelamente erano molto pochi ed ognuno esprimeva un senso volto a identificare quella data funzione. Per cui molti verbi che oggi sono stati apposti nelle varie interpretazioni dei testi biblici probabilmente all'inizio vi erano altri termini, forse antropomorfici per che creavano un discorso. Ora non si può fare un interpretazione con il nostro linguaggio perchè esso esprime sensi diversi da quelli dell'origine, e noi potremo arrivare a conclusioni completamente difformi da quelle del tempo in cui fu scritta per esempio la Genesi, o altri testi antichi. Bisognerebbe calarsi nel tempo, e comprendere con precisione cosa quel testo volesse esprimere, visto che in origine il numero di verbi conosciuti erano veramente ridotti all'osso, per cui molti sensi a cui noi abbiamo oggi intepretato non avevano. Per cui cosa accade noi andiamo a leggere il testo antico, non quello già tradotto, ma quello originale se si conoscesse la lingua in cui è stato scritto, e mediante il nostro vocabolario molto complesso tentiamo di darne una soluzione, una spiegazione, ma facendo questo, invece di produrre un interpretazione esatta, produciamo un interpretazione anche errata, specialmente perchè ci appoggiamo a altri prima di noi che avrebbero interpretato quel testo, alla luce della loro conoscenza, escludendo la conoscenza di quei tempi. Per capire bene il testo della genesi, bisogno conoscere bene il carattere di ogni animale, sta proprio in questo una parte del segreto del testo, dato che in principio dopo la Creazione di Adamo esso fu l'artefice del loro nome, per cui bisogna capire bene il significato vero e profondo che i termini legati agli animali, alla natura, ecc, avevano in quel tempo, poi ne farà una seconda interpretazione rapportando con la terminologia attuale, ma se si pensa di fare un interpretazione dal testo antico originale a quello attuale si scrivono anche cose non esatte. La mitologia potrebbe in parte venirci in aiuto, perchè effettivamente prende la sua origine proprio dalla natura stessa, quindi il sole è rappresentato come la divinità più importante in assoluto, i pianeti idem, i vari animali, etc. Quindi gran parte del modo di parlare nel tempo dell'origine e poi anche successivamente fino al tempo possiamo dire degli antichi Egizi, meglio i greci e via verso il tempo moderno, continuavano a utilizzare simbologie antropomorfiche per esprimere concetti reali, e nelle esatta conoscenza dell'animale vi era il vero senso di quello che volevano esprimere.


Anche noi usiamo gli animali per identificare oggi certi soggetti, si da del porco a chi è come un maiale, si da della gallina a chi non ha poco cervello, si da della capra o dell'asino a chi è ignorante, si dice lacrime di coccodrillo a chi finge di piangere o piagnucola, si dice che è come un lupo, sei una vipera, oppure si da dell'iena, del facocero, del tapiro, sei veloce come il vento, sei una gazzella, sei una stella"del cinema" etc, ecco anche ai tempi della genesi, si parlavano nello stesso modo, ma l'uso di tali espressione era quotidiano, per cui bisogna far attenzione a non confondere, che il serpente descritto in genesi non è un serpente ma un essere probabilmente umanoide o umano che parlava come un serpente, anche dire salire le vette, non intende dire salire le montagne, ma salire posti elevati o avere posizioni elevate. In Ebraico il termine satana non è un nome proprio di persona come tutti credono, ma un termine che indica solo l'azione di un qualsiasi soggetto che si oppone a qualcun altro, cioè identifica esattamente il traditore, il nemico, l'oppositore. Sicuramente anticamente esistevano delle terminologie che oggi non ci sono più, o sono state in qualche modo assorbite da altre, il problema è che molto spesso non si sa cosa significassero, per cui oggi diventa difficile darne un interpretazione esatta.

venerdì 2 giugno 2017

PAOLO DI TARSO E LA SPINA NELLA CARNE




LA SPINA NELLA CARNE DI S.PAOLO ERA?




Propongo il testo sottostante al link (qui) per capire bene cos'è  questa spina nel fianco o nella carne definita da Saulo di Tarso. detto poi S. Paolo. Leggiamo bene prima il passo che qui vi propongo. Ovviamente bisogna leggere tutto il capitolo bene, come sempre.

Premetto dopo aver terminato tutto lo scritto ho deciso di inserire una premessa... 

So già che non accetterete questa versione, ma ho seguito punto per punto la parola scritta nel testo,  rimanendo chiaramente fedele alle parole precise e al senso vero e profondo di quanto è rivelato dal testo stesso, per quanto paradossale può sembrare la mia l'interpretazione è molto più sensata di quella proposta da qualsiasi esegeta del passato, compreso S. Agostino e spiegherebbe anche alcune cose, dei suoi scritti. 


Bibbia CEI74: 2Corinzi 12,7-10

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Posso dire dopo aver letto solo il testo soprastante tratto dalla Bibbia di Gerusalemme che so di cosa parla Paolo, ma voglio leggere anche il commento che altri fanno di questo stesso passo, prima di esporre.

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Brani di difficile interpretazione nella Bibbia, I 2 Cor. 12, 7 “Perché non montassi in superbia mi è stata messa una spina nella carne” (tpfs*)

Con questa breve nota vogliamo inaugurare una serie di chiarificazioni che aiutino a comprendere alcuni brani biblici importanti che, ad una prima lettura, possono apparire difficili o addirittura incomprensibili. Essi, invece, grazie alla luce della grande Tradizione della Chiesa ed a quella degli studi recenti degli esegeti, si svelano nella ricchezza del loro sensi. Le brevi note appariranno con il medesimo titolo - “Brani di difficile interpretazione nella Bibbia” - seguito dal numero ordinale della pubblicazione on-line sul sito (I, II, III, ecc.), poi dai versetti e dal tema del brano in questione.
L'Areopago

Paolo parla della spina nella carne. 

E' un brano importante per capire l'apostolato di Paolo e come Paolo realizza la sua vocazione apostolica. E' in polemica con chi non lo considera un vero apostolo. Paolo dice: Mi costringete a dire delle cose che non vorrei dire! Se volete saper tutto ve lo dico! Io ho avuto 14 anni fa un contatto con la trascendenza; sono stato al terzo cielo, quasi faccia a faccia con Dio e lì ho avuto delle esperienze, che non posso poi esprimere con la stessa chiarezza e con la stessa vivezza con cui questa esperienza l'ho vissuta. E' possibile che delle esperienze profonde avute con Dio non si possano poi esprimere! Certe cose non le posso ripetere, però la mia predicazione si basa su questo faccia a faccia con Dio, su queste rivelazioni che ho avuto come dono diretto da Dio. Perché questo essere al terzo cielo non mi desse alla testa, perché non scambiassi questo dono puro di Dio con qualcosa di mio Dio mi ha mandato un contrappeso. Paolo parla di un angelo di satana che lo schiaffeggi, di una spina, di un fascio di spine conficcate nella carne - che mi fanno sentire tutta la mia debolezza.

Che cos'è questa metafora che Paolo usa “la spina nella carne”? Secondo tutti gli esegeti moderni - e fondatamente - non è una tentazione di sessualità, come ha interpretato S. Agostino e come a volte viene interpretato, specialmente sulla linea della Vulgata, che traduceva questa espressione: “una spinosità che punge la carne” (stimulus carnis meae), che fa pensare subito alla sessualità. Nel testo greco non c'è l'idea di stimolo. Ovviamente delle spine conficcate nella carne si fanno sentire, ma questo è un fatto che viene dopo; non è la spina stessa. Se la spina sta tranquillamente dove sta non è uno stimolo, diventa uno stimolo, quando la spina viene conficcata nella carne, quando si fa sentire… 

Cos'è questa spinosità nella carne? 

Da tutto l'insieme risulta che sono le difficoltà che Paolo trova nel suo apostolato. Difficoltà esterne: persecuzioni, fraintendimenti… e difficoltà interne, personali. Quasi certamente collegate con uno stato fisico che impediva l'apostolato che pure Dio gli chiedeva di fare. E quindi probabilmente era o una malattia o una debolezza di tipo fisico. E' quella situazione di conti che non tornano in questo senso: Paolo si sentiva inviato da Dio a portare il Vangelo, era guidato dallo Spirito anche nei suoi piani apostolici, faceva dei progetti apostolici e a un certo punto le circostanze esterne e poi le circostanze sue personali - la sua salute - non gli permettevano di realizzarli. I conti allora non gli tornavano! E allora reagisce secondo il suo carattere, pregando, pregando e pregando. Si rivolge al Signore e gli dice: Toglimi questa spina! Cioè: spianami la strada! Vuoi che faccia l'apostolo? Vuoi che annunci il Vangelo? Dammi la possibilità di annunciare il Vangelo! Non mi mettere questi blocchi sulla strada che tu vuoi che io percorra.

“Pregai e ad un certo punto mi disse” (non è una visione, ma una presa di coscienza che pian piano matura in Paolo); la risposta del Signore non è quella di spianargli la strada. Gli rimangono tutte le sue difficoltà; ma la risposta è questa: Ti basta il mio amore, la mia benevolenza! (più che la mia grazia). Non è: ti basta quella grazia corroborante che io ti do. Questa è un'interpretazione che rischia di quantizzare il rapporto: quella grazia che ti do, ti sarà sufficiente! Per Paolo il problema è più a monte. Gesù ti dice: io ti amo! Basta! Non ti preoccupare di altro! Quando Paolo riesce a capire questo, si è affidato all'assoluto dell'amore: voglio che tu sia apostolo! Ci sono queste difficoltà che ti impediscono di realizzare quei piani che io stesso ti ho fatto venire in mente! Va bene! C'è anche questo qua, come fare? Pensa a me, pensa al mio amore: l'assoluto è nel mio amore! Il mio amore che si manifesta nel mistero della morte e della risurrezione, nel mistero della debolezza e della forza di Dio. Una volta che Paolo riesce a capire questo… Ti basta di essere amato da me! Ti basta questo coinvolgimento nella debolezza e nella forza del mistero pasquale! Siamo insieme! Più debolezze ci sono e meglio è; non perché le debolezze siano simpatiche, ma perché Paolo vede nelle debolezze, malattie, difficoltà, quella partecipazione alla debolezza di Dio della crocifissione. E poi attraverso questo sa che connessa con questa c'è la risurrezione. Paolo ci dice: di fronte a qualunque difficoltà, la risposta che lui ritiene persuasiva nel suo apostolato è questo affidamento totale del suo apostolato a un Cristo, non solo che provvede, ma che ama e la sua provvidenza è frutto di quest'amore che per Paolo è un qualcosa di assoluto. Allora, quando Paolo si sente davvero così amato da Cristo, sa di essere accanto a lui, di essere nello stesso giro di Cristo, di poter completare nella sua carne quello che manca alla passione di Cristo, come dirà poi nella lettera ai Colossesi. Questo è un punto importante per capire la vocazione di Paolo, per capire la nostra vocazione, per capire ogni vocazione cristiana. Nella nostra vocazione Dio ci dice di farci tutto a tutti. Dobbiamo fare anche i nostri progetti; però il vero realizzatore del nostro apostolato, il vero attualizzatore di noi come dono agli altri nell'apostolato è sempre lui; è un segreto del suo amore verso di noi e verso gli altri. Allora Dio ci dice: lasciatemi fare! Fidatevi pienamente del mio amore! Fate tutto quello che potete, ma guardate a me, fidatevi pienamente del mio amore e io farò. Quando Paolo riesce a capire questo - c'ha messo del tempo! Pregai il Signore tre volte! Vuol dire: pregai il Signore a lungo, con intensità crescente, con tutte le mie forze - alla fine acquista luce.

(Dalla relazione “Dalla vocazione alla giustificazione” di P. Ugo Vanni tenuta al settore Sud della Diocesi di Roma il 20 febbraio 2003. Il testo non è stato rivisto dall'autore)


Vediamo di capire bene:

Il discorso soprastante è farraginoso e non dice nulla d'interessante se non parlare con vaghezza senza un punto cardine, ne dipanare realmente il problema, in sostanza non sono approdati a nulla, salvo il fatto di dire che S. Agostino ed altri si sbagliavano, però devo muovere un accusa a questi, in difesa di S. Agostino, dico questo se Agostino lo avete reso santo presumo che avesse una certa comunicazione con Dio, per cui penso che forse questa sua conclusione non fosse tanto campata per aria, e forse non è stata solo meditazione, non solo un ragionamento, ma forse derivata da qualche pensiero non suo. 

Ora però voglio vedere chi aveva ragione se Agostino o i recenti studiosi, oppure nessuno di loro. 


Vi spiego cosa tratta la lettera ai Corinzi:

CEI74: 2Corinzi 12,7-10

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte.


Vediamo di capire alcune cose, prima di dire di cosa si tratta...


1."Perché non montassi in superbia"

2."Mi è stata messa un spina della carne"

3. "un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia".

4."l'allontanasse da me"

5. ""Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»

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1."Perché non montassi in superbia"

Per capire di cosa si tratta bisogna capire bene cos'è la superbia. 

La superbia è un esagerata stima di se stessi, il sentirsi migliori degli altri saper di esserlo e mettere in difficoltà, gli altri mostrandosi il migliore per poter emergere ed essere apprezzato dagli altri, quindi applaudito ed osannato, manifestando un atteggiamento altezzoso e sprezzante. Ovviamente sappiamo bene che è uno dei sette peccati capitali. 

Evidentemente Paolo capisce che questo è il suo più grande male e comprende che quello che gli è stato dato, serve per ridurre la sua superbia al nulla, ridimensionarlo. Evidentemente si sente sicuramente più degli altri apostoli, oggettivamente parlando lo era, aveva studiato, filosofia, lettere, ecc, per cui conosceva molto bene il pensiero dei più grandi pensatori del tempo, e lui stesso era un pensatore stimato, per cui si sentiva sicuramente superiore agli altri apostoli, quindi capisce che Dio decide di abbassare il suo orgoglio, la sua superbia, il suo super-io, al fine di renderlo al pari degli altri, e come lo fa? 

Proprio agendo su questo peccato di superbia, visto che poteva rischiare di cadere in superbia. Il fatto che dica perché non montassi in superbia, fa capire che egli stesso si riconosce di essere tendenzialmente superbo, autoritario e tendenzialmente arrogante, cioè il primo della classe, quindi si riconosce di mancare di umiltà, questo lo comprendiamo da ciò che Dio gli da, come prova da superare. 

Dio lo fa perchè essendo un Padre premuroso vuole ottenere da questo figlio il meglio, rendendolo più umile possibile e anche più forte nella sofferenza, per cui avendo esso molto, in cultura ed intelligenza, lo vuole rendere meno in altro, e far apparire in se stesso un problema che lo rendeva debole agli occhi degli altri apostoli, in modo che fosse al loro pari.

Come si fa ad insegnare ad un figlio, la modestia e l'umiltà? 
Si toglie al figlio quello che ha, oppure gli si da qualcosa che lo renda invalido in modo da farlo sentire quasi uno storpio, qualcosa che lo deprima nel suo spirito e nella sua carne. 

Ma proprio la specifica della carne che ci fa capire di cosa si tratta!!!

2."Mi è stata messa un spina della carne"

"mi è stata messa"

mettere cioè porre, conficcare, aggiungere, collocare, inserire, immettere cioè dentro di lui.

una spina è intenso come un corpo estraneo, come un qualcosa che sta nella carne, ma non appartiene alla carne e che produce dolore come una spina, cioè una puntura, o come un coltello che taglia la carne, che la lacera, come per esempio un dolore pungente che agisce sulla carne del corpo, che penetra la carne, la spina ha la forma di una punta, come un chiodo, come un ago, qualcosa che pungola continuamente.

la carne, di quale parte del corpo sta parlando, della carne in senso generale, o in senso specifico, potrebbe essere inteso anche come carne, la mente non solo le viscere, i muscoli, o le ossa, questa carne ha un senso generale del termine, intendendo tutto il corpo.

3. "un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia".

questa parte è interessante, ci rivela che la spina nel fianco o nella carne, non è un oggetto reale, ma un qualcosa che lo tortura, continuamente, dice che viene posto, è stato messo, cioè collocato nelle sue membra, cioè nel suo interno, dell'intero suo corpo, non ha una collocazione precisa anche se parla di fianco, sta nella sua stessa persona, questo di cui parla non è un peccato, come credeva S. Agostino, ne quello che gli esegeti successivi pensano, ma un qualcosa di diverso. 


4."l'allontanasse da me"

chiede a Dio di allontanare da Lui questo qualcosa affinché lui possa essere tranquillo, e poter tranquillamente agire secondo la volontà di Dio, almeno secondo il suo pensare. 
ma il verbo "l'allontanasse da me" fa ben capire di cosa sta parlando. 


Quindi di cosa sta realmente parlando Paolo di Tarso?

Dio pone in S. Paolo la presenza di un demonio, che sta nella sua carne, che lo pungola da mattina a sera, che gli fa provare tutti i pensieri che passano nella sua mente, si comprende  che così è, perché dice una cosa,  vediamo il testo:

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte."

chi è che lo oltraggia? 
chi è che lo rende infermo?
chi è che lo rende debole nelle sue debolezze personali?
chi è che lo perseguita?
chi è che gli crea angoscia?

Non certo Cristo, ma un demone si!
Dio pone nella sua carne nel suo corpo in demone che lo schiaffeggia ogni volta che sale in superbia, ogni volta che commette peccato, ogni volta che ha delle debolezze che non dovrebbe avere, ogni volta viene oltraggiato, ma questo demone fa di più, è egli stesso che gli procura dolore, alla sua carne, ed è egli stesso che porta allo stremo, che lo getta nell'angoscia,  che lo perseguita, che oltraggia, che lo rende storpio, e che mormora peccati, che gli suggerisce qualsiasi cosa, pur di renderlo debole e schiavo anche delle carne. 
Quindi ecco il discorso il demone mi schiaffeggia quando sono arrogante, cioè quando cado nel peccato, quando sono superbo, ecc. 

C'è un parallelismo, S. Pio da Pietrelcina, quando non faceva la volontà di Cristo, veniva percosso dai demoni, questo serviva per reprimere il suo ego, per umiliarlo, e per fargli espiare la colpa di non aver ascoltato il Signore per paura del clero. 

Quindi la tortura che sta nella carne di Paolo è di tipo spirituale, uno spirito che lo tortura nella carne, nella mente, e cioè significa che poteva cadere in qualsiasi peccato, perché tutti i peccati portano alla superbia. 

Tutti i peccati sono una forma di superbia. 

Quindi non possiamo dire che S. Agostino  non avesse ragione, ne che avesse torto, e non si può dire che neppure i successori quelli che negano quanto esso dice, hanno torto o ragione, hanno ragione e torto tutti, Paolo aveva in se un demonio, questo è quello che aveva, questo è quello che Dio gli manda nella carne, cioè dentro il suo corpo. 

La richiesta assillante di Paolo di essere liberato da questo essere, lo fa capire proprio dal verbo usato, "l'allontanasse" si può leggere anche come lo allontanasse, cioè allontanasse da lui, il demone. 

In pratica S.Paolo era torturato nella sua carne cioè nel suo corpo che influiva anche nelle prostrazione della sua mente, che gli dava angoscia. Sicuramente i fratelli hanno tentanto di liberarlo, senza riuscirci è da qui si capisce la supplica di essere liberato, perché si sa, prima di rivolgersi a Dio si tenta di libere la persona mediante i mezzi che Cristo ti ha dato, se poi non ci riesci, chiedi la grazia a Dio.

Se non l'ottiene significa che è una volontà di Dio su di te che questo deve essere e rimanere per te, affinché per te sia una grazia.  

5. ""Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»

il demonio lo rendeva debole, instabile malato, ecc, e gli conservava il peccato, lo torturava nei suoi peccati, al fine di ottenere da lui il meglio e Dio gli dice ti basta la mia grazia, perché anche la presenza di un entità demoniaca può essere un grazia, se letto nella giusta dimensione, il demonio lo rendeva debole, per cui Dio gli risponde nella debolezza tu avrai pienamente la mia manifestazione. Pare assurdo invece non è affatto così. 

"Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte."

E S. Paolo risponde che vuole ancora di più e si vanterà di essere perseguitato da uno di questi, perché se è mandato da Dio, per lui è un vanto, perché significa che su di lui vi è la benevolenza di Dio, anche se non capisce del tutto, perché la richiesta di essere liberato, fa capire che non comprende del tutto, il meccanismo.  Non solo, Paolo voleva addirittura di più, per avere su di se la potenza di Cristo. Certo questo è un atteggiamento sbagliato, perché bisogna accontentarsi di quello che Dio ti manda, non pretendere di più, è anche questo un atto di arroganza e questo modo di parlare dimostra che aveva degli eccessi in se. 

Quindi che fosse omosessuale non si sa, e non si può dire, anche se lo fosse stato, certamente il demonio che aveva in se lo avrà sicuramente perseguitato, in modo che esso non lo fosse. 

In pratica Dio voleva che paolo negasse i suoi stessi mali, e comprendesse e ricavasse dai suoi stessi peccati, infermità ecc, la parte migliore di se, ottenendo uno spirito veramente umile che è il fulcro della santità. 

Ci furono dei santi, nel corso della storia che erano presi dal maligno, per esempio la Santa Eustochio. 

Certo che un essere preso nel corpo da uno spirito maligno, chiunque fosse, se uno spirito carnale o uno spirito di altro genere, poco importa, ma bisogna anche capire quanto fosse in se o fuori di se. Qui le questioni sono difficili da dipanare quando c'è la presenza di uno spirito in se, nella propria carne, per quanto tempo rimase o entrava nella massima esaltazione di Dio e quanto non lo era? Non è facile capirlo, ma forse proprio i suoi scritti ce lo possono far capire. E quanto di quel che ha scritto è tutta parola di Dio o di chi era?

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Questa spiegazione ci fa capire alcuni curiosi passi delle lettere di Paolo, si spiegano sotto questa luce nuova molte cose dei suoi scritti, per esempio come poteva sapere che Giovanni in Apocalisse avrebbe scritto che un giorno un messaggero mandato da Dio avrebbe portato il vangelo eterno e da qui si comprende che forse quella parola definita da Paolo anatema forse era indotta non da Dio ma da qualcun altro.
Perché è più che certo che Gesù preferisse più di ogni altro Apostolo anche più di Pietro stesso, il giovane Giovanni, per cui certamente il messaggero celeste è verità, ma allora se l'angelo che viene dal Cielo è un angelo di Dio, vuoi che Dio comunichi a Paolo una parola contro se stesso? Ovviamente no, per cui si comprende bene che quella parola sull'anatema non appartiene a Dio, forse è dello stesso pensiero di Paolo traviato da un demone che lo tortura notte e giorno e che lo prostra, più o meno è la stessa cosa che accade a S. Agostino, il quale ebbe un rimprovero di Dio usando un angelo che venne per avvertirlo di fermarsi, perché quanto stava scrivendo non era opera di Dio, ma opera della sua mente, ecco in questo passo di S. Agostino si può ben leggere anche l'errore di S. Paolo, un atto di superbia, poi preso per vero dagli uomini di Chiesa. Per cui non si può dire che un messaggero di Dio cioè che viene dal Cielo che per altro è rappresentativo di una dimensione celestiale, come il Padre Celeste, può essere definito un demonio e considerato un anatema e rifiutato, rinnegato e cacciato come fosse falso. 

Quindi quanto dei testi di
S. Paolo sono parola di Dio? 
Nessuno lo può dire, oppure si potrebbe stabilirlo, solo che la chiesa non ha questo interesse, per alcune ragioni ed interessi. 

C'è anche da dire un altra cosa, quanto di una persona posseduta un prete prende in seriamente in considerazione?  Poco o nulla, per ovvie ragioni. Quindi!!

giovedì 1 giugno 2017

RAPIMENTO-ELEVAZIONE DEGLI ELETTI

La questione del rapimento o dell'elevazione degli eletti al cielo, molti sostengono che i credenti e/o eletti prima della grande fine verranno portati tutti in cielo, questi però non si sanno spiegare come, c'è chi dice su astronavi, c'è chi dice che si diventerà corpi gloriosi, c'è chi dice che si verrà rapiti e messi chissà dove, vediamo di capire un po di queste cose e se è vera la questione...Intanto c'è da dire che la gente ama molto fantasticare, di cose favolistiche, invece di rimanere con i piedi ben piantati, perchè anche agli apostoli Gesù aveva detto che sarebbe tornato presto ma loro non capirono, le sue parole, se non un tempo molto in là, cosa intendeva dire loro. 

Vediamo di capire bene queste discorso del rapimento o dell'elevazione degli eletti, cioè dei credenti in Cristo. 


Andiamo in ordine:

Apocalisse 20


"...Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; 5 gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. 6 Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni."


In questo passo c'è il discorso del millenarismo che la chiesa ha sempre rifiutato, e sempre ritenuto falso e non vero, tanto da costringere molti santi a cambiare la loro posizione dottrinale. 


Apocalisse 11,18-19


18 Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra».

Qui non parla di elevazione, ne di rapimento, ma di ricompensa che appunto è la resurrezione, i morti in cristo tornano in vita, questa è la ricompesa. 

Apocalisse 10
7 Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti».
8 Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va', prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra». 9 Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». 10 Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza. 11 Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re».


In questo passo non c'è alcun riferimento al rapimento ma solo al giuramento che l'angelo fa verso Dio, che va in accordo con quanto riportato da S.Paolo, nella lettera ai corinzi.


S.Paolo:1Corinzi 15:50-67


50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.

51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.


Questo trafiletto di S.Paolo ai Corinzi viene sempre letto senza il passo 50, ma iniziando dal 51, ma se non si legge il passo precedente si prende fischi per fiaschi come infatti tutti li hanno presi. 

Il passo 50 dice: il corpo mortale non può ereditare il regno di Dio, ne quello che si corrompe, cioè che muore può divenire incorruttibile, questo passo è fondamentale per capire il seguente 51, senza questo si distorce in toto il senso vero della parola e dell'insegnamento. 

dice che c'è un mistero non tutti gli esseri umani e non tutti i credenti, moriranno, ma tutti saranno trasformati, in un istante all'improvviso quando l'ultima tromba suonerà, si avvererà questo mistero. Dice i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati; dice giusto che il corpo corruttibile diventi incorruttibile e che vince la morte.

Il modo di parlare di S.Paolo pare oscuro ma va in perfetto accordo con il pezzo dell'apocalisse soprastante, non parla affatto di elevazione, ne tanto meno di rapimento, anzi, parla di morte, ma poi di resurrezione, esattamente come viene descritto in apocalisse 20, sopra riportata. 

Rivediamo meglio il pezzo, dice in sintesi, 

il corpo mortale non può ereditare il regno dei cieli, quindi per ereditarlo deve morire, cioè deve passare la soglia della morte e vincerla, solo così il corpo mortale diventa immortale, e per divenire immortale devi risorgere, in Cristo cioè mediante il potere di Cristo che ti fa risorgere.

2° "non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati,

Prima di tutto vediamo di capire a chi viene indirizzata la lettera ai corinzi, non certo è indirizzata ad un intero popolo, ma ai fratelli cristiani che spargevano la parola di Cristo, mediante Paolo, quindi le lettere di Paolo poi verranno filtrate.

Intanto prima di tutto chiariamo chi sono gli eletti realmente, lo si comprende molto bene dal verbo usato "moriremo", non dice moriranno o morirete inteso verso tutti, ma dire moriremo,  questa coniugazione ha un senso ben diverso, sta parlando non di tutti credenti cristiani, ma solo degli apostoli e di chi fa parte della stessa congregazione cioè della chiesa, moriremo è rivolto a loro stessi, Paolo sta parlando agli apostoli, quindi si riferisce unicamente al clero, questo significa che gli eletti sono i preti e gli apostoli che Cristo ha nominato per conto suo, anche fuori dalla chiesa, dovrebbero essere compresi i profeti, questi sono gli eletti per S.Paolo non tutti i credenti, come tutti credono e come anche il clero stesso ha fatto credere, perchè non succeda il finimondo, ma bisogna dire la verità. Anche se io ritengo che gli eletti in realtà sono coloro che fanno la volontà di Cristo, però queste sono le parole di Paolo, quindi sto a quello che lui dice.

Non tutti gli esseri umani moriranno, inteso anche come clero, ma moriranno coloro che sono destinati ad essere trasformati, cioè colore che avranno fatto la volontà di Cristo. 
Leggendo questo con il passo precedente si arriva alla conclusione che per entrare nel regno dei cieli bisogna morire, per poter entrare nel regno di Dio trasformati, il passo 52 : "e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati." E poi bisogna risorgere per ritornare a vivere, questa è la stessa parola contenuta in forma diversa nell'apocalisse di Giovanni, leggiamo il pezzo che ci interessa. 

Apocalisse:


Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; 5 gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. 6 Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni."


Precisazione, importante, il marchio a cui si fa riferimento in questo passo dell'apocalisse, è intendo come marchio visibile oltre quello invisibile, perchè il marchio invisibile cioè il Chip è una cosa, mentre quello che testimonia proprio l'appartenenza all'anticristo sarà quello visibile cioè un vero segno sulla cute, il quale lo porteranno solo coloro che si saranno fatti porre il chip volontariamente, come segno distintivo della loro scelta, e sarà effettivamente visibile a tutti e testimonierà l'appartenenza all'anticristo, anzi lui stesso vorrà che questo marchio sia visibile come una carta d'identità, quindi o sulla mano o sulla fronte, infatti non dice nella mano, cioè dentro ma sulla mano, come un vero marchio. Questo ci fa capire che avremo due periodi, quello del chip che sta per arrivare e quello seguente quando si mostrerà l'anticristo pretendendo un marchio visibile. Attenzione che valgono principalmente le parole dell'apocalisse, perchè viene prima di tutte le profezie di questo genere.



Ecco qui il senso delle parole di Paolo.
Durante la tribolazione dell'anticristo, molti credenti verranno decapitati, specialmente chi si ribella al marchio, quindi verranno uccisi per decapitazione, o con ghigliottina o mediante ascia=scure, per aver testimoniato la parola di Cristo, anche contro le leggi dell'anticristo. Poi questi riprenderanno vita, come avverrà ai due vestiti di sacco, e in questo ci sarebbe un altro richiamo la clero, in un certo senso. Quindi chi non muore per mano dell'anticristo, non risorgerà, se non dopo i 1000 anni, descritti in questo pezzo, mentre chi verrà ucciso dall'anticristo o per volere suo, risorgerà e vivrà per 1000 anni, in effetti solo un uomo che è passato attraverso la morte e l'ha vinta può vivere per 1000 anni e più, perchè il suo corpo non è più mortale e non è più sottoposto a questo regno di morte, torna ad essere come quello di Adamo prima del peccato. Ecco perchè Gesù usa questa frase: "lasciate che morti seppelliscano i loro morti", perchè tutti noi viviamo in regno mortale, cioè un regno che non è incorruttibile, e quindi tutto muore. Dice poi beati coloro che prenderanno parte alla prima resurrezione, cioè coloro che verranno risorti quindi devono morire, per forza di cose, perchè la seconda morte non li colpirà, cosa significa che la seconda morte sarebbe il giudizio definitivo su di loro, cioè la condanna all'inferno, questa è la seconda morte. 


3° "È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità"

Per divenire immortali bisogna perdere il corpo mortale e poi risorgere, come ha fatto Cristo, che è morto e poi è risorto, solo che Cristo non ha perso il corpo, perchè il suo corpo era già glorioso, mentre per noi è diverso, dobbiamo abbandonare il corpo, per poi essere risorti in Cristo. 


In questo pezzo S.Paolo non parla affatto di rapimento, ne di elevazione, ma solo di morte e resurrezione, qualcuno di furbetto per far credere che i cristiani vanno in cielo con le astronavi, ha fatto credere idiozie, perchè non si sappia la verità e perchè non si diventi martiri, bisognerebbe che i credenti capissero chi li spinge a non comprendere la verità, è lo stesso clero massonico che non vuole che il Cristiani si salvino. Quindi Paolo di Tarso dice che chi non muore non sarà portato nel regno di Dio e non potrà ritornare in terra redivivo cioè risorto.

Prima lettera ai Tessalonicesi - 4


13 Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14 Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 15 Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16 Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. 

18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

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Prima di tutto, “noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore,”

noi” non sta ad indicare coloro che parlano ed espongono questo testo, ma indica i sacerdoti, vivi in quel momento; nel momento della venuta del Signore. Dio scende dal cielo nel momento che squilla la tromba... coloro che muoiono in Cristo risorgono per primi...
Attenzione leggiamo bene “E prima risorgeranno i morti in Cristo,”

questo “E prima” sta ad indica che per secondi risorgeranno gli altri, perché altrimenti il termine

E Prima” non ha senso di esistere, se si voleva dare alla frase una connotazione univoca, cioè se si voleva far intendere che solo i morti in Cristo risorgono, invece no, mettendo all'inizio della farse "E prima", indica proprio che per secondi risorgono gli altri, con una modalità un po diversa.

Quindi poi coloro che saranno rimasti in vita nel momento i cui Cristo torna, verranno portati in alto nelle nubi, per ottenere la loro resurrezione.

verremo rapiti insieme con loro nelle nubi” verremo rapiti insieme con i primi risorti, e portati ,significa elevati, per andare incontro al Signore, che è posto in alto, così per sempre saremo con il Signore; ora per essere con il Signore come dice bene S.Paolo, non si può andare al Signore con il corpo carnale ed è vero, quindi cosa significa questo pezzo?
Riepilogo:

1 “E prima” risorgono gli uni....

2 assieme ai primi vengono portati alla presenza di Cristo i secondi, che nella fase di trasporto verso Cristo, di elevazione cambia il loro stato, spiego cosa c'è scritto realmente che forse sfugge a chi non sa.

Questi secondi, che assieme ai primi vengono portati alla presenza di Dio, nel momento del tragitto verso Dio, essi cambiano di stato, mutano la loro corporalità, cioè da corpo carnale diventano corpo risorto cioè spirituale per incontrare in eterno Dio e rimanere in eterno con Lui.

Questo significa il pezzo, possiamo dire che è una semplice specificazione di come avviene questo transito. Ma è perfettamente in accordo al testo stesso.

Non c'è nessuno che va in paradiso carnalmente, se non trasformato, nel passaggio i primi risorgono dal loro corpo mortale, i secondi vengono trasformati da vivi come avvenuto in tempi lontani, con Enoch come racconta un passo Biblico che venne preso e portato dagli angeli nel regno eterno, da vivo, e li è ancora, ma in forma di spirito, quindi una vera trasformazione del corpo da carnale a spirituale, questo è il senso del pezzo. Quindi come disse S.Paolo nessuno va al Padre con corpo carnale, se non trasformato, perché il Padre è puro spirito e l'incorruttibilità c'è solo nello Spirito non nella carne.


Perchè si specifica queste due modalità di transito di resurrezione?

Perché i primi risorgono dal corpo morto, e non possono tornare in vita, mentre i secondi possono tornare in vita perché il loro corpo è un tutt'uno con lo spirito proprio come fu Gesù dopo la sua auto-resurrezione, che è diversa da quella dei primi. Quindi i secondi saranno coloro che se Cristo vorrà li farà tornare in terra, con il loro corpo carnale, ma risorto cioè puro incorruttibile e questi vivranno come scritto in apocalisse per 1000 anni finché anche gli altri risorti per primi potranno far lo stesso. 



Maria Valtorta – I quaderni del 1943, 12/11/1943: “Quando verrà il tempo del mio regno pacifico... i buoni sulla terra verranno tutti a me... i viventi nello Spirito verranno al seguito del Figlio di Dio... e COMPRENDERANNO”.


Anche le parola delle Valtorta sono state comprese male, non dice affatto che la gente volerà per aria, ma semplicemente, che i buoni andranno a Dio,  significa morire, ed essere trasformati, cioè risorti. 


A Mariano Polanco di Cayaco-Equador 10/7/1987. Dal libro “Le ultime apparizioni della Madonna nel mondo”: “Sarete anche voi avvolti nella nube come per me, sia per ARRIVARE al Padre, sia per ritornare sulla terra. Tutto avverrà come per la mia Ascensione, chi va al Padre e resta per sempre e chi ritorna sulla terra...”.

Questo ha lo stesso senso, essere avvolto in una nube, non significa volare per aria, ma significa essere portati in spirito a Dio, la parola ritornare sulla terra, indica la resurrezione, come disse S.Paolo non c'è nessuno che può andare a Dio con il corpo mortale, quindi come ho sempre detto questa storia dell'elevazione è sbagliata, nessuno viene elevato in corpo, ma in spirito si. 

Tutto avverrà come per la mia Ascensione, chi va al Padre e resta per sempre e chi ritorna sulla terra...”.


Cristo è tornato al Padre che è spirito, trasformando se stesso che era glorioso immortale in spirituale, altrimenti non poteva andare al Padre, e dice nella frase, alcuni rimarranno al Padre quindi spiriti, altri resusciteranno e torneranno in terra vivi.


Quando qualche sciocco mi rimprovera che io avrei detto che Cristo è spirito, senza capire cosa voglio far capire è perchè la gente è ignorante, e non pensa e non ragiona, allora se il Padre Celeste è puro Spirito come potrebbe Cristo tornare al Padre se rimane di carne? 
Non può, deve riconvertire il suo corpo risorto glorioso da carnale a spirituale, allora arriva al Padre, quando tornerà sulla terra ritornerà della natura carnale, so che per voi è incomprensibile tale cosa, ma è così. Ricordiamoci che Dio può tutto, anche trasformare un coniglio in un tigre o una farfalla in un angelo, come una colomba può diventare una donna, e un angelo può divenire un uomo carnale e viceversa. Un esempio biblico quando gli angeli si presentarono a Sarah ed ella era incredula, essi non erano spirito, ma carnali, poi quando se ne andarono  tornarono spirito, eppure erano carnali.  Non è perchè Cristo ora dove vive è puro Spirito non possa essere e avere anche un corpo carnale. Ce l'ha, solo che, questa carnalità ora è in forma spirituale, pronta per tornare materiale quando lo desidera., solo che, per essere con il Padre celeste, deve essere come è il Padre uno Spirito.
Non è che, perchè è tornato ad essere Spirito non è risorto, sia ben chiaro, Cristo è risorto dai morti, ed è vivente in eterno, ma per tornare al Padre doveva tornare della natura del Padre cioè spirito. Quando Cristo appare gli apostoli, per esempio a Tommaso, è carnale tanto che mette il dito nella piaga, ma poi non esce dalla porta di casa, ma semplicemente svanisce, cioè torna da essere spirito, cioè incorporeo. 



Renato Baron messaggio 29/6/1987 – San Martino di Schio: “Molti saranno RITIRATI dal mondo prima che arrivi questo crogiolo di sofferenza. Molti saranno scelti dal Padre per restare come martiri, attendendo LA VENUTA di mio Figlio”.


Questo s'intende che una parte moriranno prima che venga la grande tribolazione, una parte invece rimarranno per divenir martiri, e saranno  quelli dove la seconda morte non avrà presa. 


Bayside – Veronica Lueken 2/10/1976: “molti risusciteranno per riunirsi a mio Figlio, quando Egli presto ritornerà”.


anche la Lueken dice le stesse cose, resuscitare per andare a Cristo


“Molti saranno sollevati PRIMA del grande castigo. Vi saranno costernazione ed opinioni contrastanti quando questi figli prediletti SCOMPARIRANNO dalla terra. I vostri mezzi di informazione informeranno che essi sono stati rapiti dai DISCHI VOLANTI. No, figli miei, essi saranno stati trasportati in un regno SOPRANNATURALE dall'Eterno Padre per attendere il RITORNO di mio Figlio sulla terra”.


Questo per esempio va in contrapposizione sia all'apocalisse che a S.Paolo e anche con altri testi, come con la Emmerich..




Emmerich:“...Ecco il GRANDE SEGRETO del mio Divino Spirito sugli eletti... sarete segnati con la pienezza del mio sacramento (la Cresima) e sarete quindi preservati dalla catastrofe finale mentre tutti gli altri, che verranno a voi nei momenti gloriosi della croce, quelli saranno salvi, ma prima dovranno soffrire per la loro stessa purificazione”.



Intanto dice che sugli eletti verrà posto il segno delle Cresima, saranno tutelati dalla catastrofe, mentre gli altri che andranno agli eletti, sottintendendo i sacerdoti, perchè il venire a voi, è implicito segno del clero, andare come penitenti, in cerca di perdono, questo è il senso, saranno salvi, ma dice che cmq sia dovranno patire per la purificazione, perchè come dice S.Paolo nessuno va al Padre se non sei stato provato e testato e non avrai passato con il fuoco e con il Sangue, quello che è la tua sorte.

Come si vede chiaramente l'elevazione o il rapimento è un interpretazione forzosa di qualcuno che vorrebbe far pensare ai credenti, che essi verranno tutti salvati, niente di più sbagliato. 

SE NON SI PASSA ATTRAVERSO LA GRANDE TRIBOLAZIONE E NON SI DIVENTA MARTIRI DI CRISTO, NON SI AVRÀ E NON SI OTTERRÀ LA VITA ETERNA, NE SI POTRÀ ASPIRARE AD ESSERE RISORTI.  

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!