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sabato 4 luglio 2015

IL SEMINATORE E IL VAGLIO

IL SEMINATORE E IL VAGLIO.

 VEDIAMO DI CAPIRE LA PARABOLA



Marco 4,1-34


1 Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6 ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7 Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».


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MARCO 4 Parabola del seminatore
« Ecco, il seminatore uscì a seminare”
Il seminatore è il Signore. E il seme è la parola .

4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 
La strada è intesa come luogo dove il seme non può trovare attecchimento, una superficie arida, senza nutrimento, un luogo dove l’acqua scorre via veloce e viene subito l’asciutto. Gli uccelli è un simbolismo per indicare il maligno, che sottrae la parola recepita. Quindi per strada si intende come coloro che vivono ai margini della fede, sono coloro che recepiscono la parola ma la rigettano subito a causa del maligno che è sempre presso di loro.

5Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 
Anche il terreno sassoso è smile ad una strada, anche in questo c’è poca vita, e quel poco di terreno che il seme trova, gli da la possibilità di svilupparsi subito causa del fatto che tra le pietre spesso è umido, specie di notte, per cui una volta che la parola ha sfruttato la sua umidità per attecchire, essa cresce veloce, senza però avere fondamento, all’alba quando il sole scalda la terra, le piantine cresciute senza luce, e senza forza vitale, sono pallide, e il contatto con il sole le fa inaridire, cosa significa semplice che la parola non ha trovato nemmeno tra costoro che sono come roccia le basi per attecchire, hanno udito la parola ma l’hanno rigettata, causa il male che li ha presi, sono quelli che gioiosamente apprendono subito la parola pensando che essa sia finalmente quello che cercavano, ma ripensando alle fatiche che dovranno fare per attestare la loro fede pian piano lasceranno tutto, quindi in loro c’è incostanza ed incoerenze.

7Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto.” 
Il rovo ha spine, queste sono indice del peccato e dal loro interesse quotidiano che è superiore alla fede. Quindi anche costoro accolgono sulle prime la parola del Signore, poi essendo presi dal peccato e dai loro interessi per il vivere quotidiano, l’abbandonano.

8Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 
Solo il seme, cioè la parola che cade nel terreno profondo,  ha modo di crescere, svilupparsi e alimentarsi, e prendere la sua forza e vitalità sia dal terreno che dal sole che lo riscalda.
Questi sono i veri cristiani, coloro che combattono ogni giorno contro la strada, i sassi, e le spine, ma senza disperare e ripongono la loro fiducia in Cristo, in maniera totale.

9E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

 Queste 4 frasi, però ci indicano anche un altro aspetto che Dio cataloga il regno umano, in 4 parti, quelli che non accettano la sua parola, quelli che sono incostanti, quelli che sono preferiscono i beni del mondo ai beni eterni. E in fine ai suoi figlie preferiti.

 n sostanza non è vero che Dio getta a caso il seme, cioè la sua parola Dio, la semina castamente tra gli esseri umani, sarà l’uomo a decidere cosa e come recepire questa parola sta all’uomo ogni decisione per il suo futuro e per la sua eternità. Non dipende da Dio, ma unicamente dall’essere umano.
 L’esempio che porta è in riferimento ad un agricoltore, che ha innanzi a se queste 4 opzioni, la strada, i sassi, i rovi, e terreno fertile. Ma fa comprendere anche che partendo dalla strada posta come primo tassello, perché avrebbe potuto esprimere la parola al contrario, indica che Dio prima tenta con i più ostinati, e via via scremando rimangono le primizie.

Quindi è come un vaglio, la strada, i sassi, i rovi, la terra.

 LA strada è la superficie dove nulla passa,  i sassi passano sono alcuni semi quelli che dalla strada sono rotolati, rimbalzati verso i sassi, ma superata la zona dei sassi, alcuni di questi si trovano in mezzo ai rovi, e alcuni altri poi si troveranno fortunatamente nelle buona terra che è il vaglio più sottile.  I 4 vagli stanno anche ad indicare le 4 fasi della vita di un credente, perché non è detto che un credente nasca santo, per cui molto spesso chi approda alla terra, prima dovrà essere vagliato, passando dalla strada, dai sassi, e attraverso rovi. Questo sta a significare che nel corso della vita di un fedele, possono esserci alti e bassi, esso può nascere santo e morire disperato, può nascere posseduto e morire santo. Quindi il corso della vita di un credente ha queste 4 possibili sfumature, ovviamente se un credente cresce tentando di migliorarsi, ci può essere la buona probabilità che prima o poi approderà al terreno fertile. Ma il Signore fa capire che non tutti approdano in questo terreno, perché il vaglio(le prove) è molto difficile, pieno ostacoli, e dove tra la strada, tra le pietre e i rovi si cela il male che è sempre pronto per aggredirti.

Quindi Dio semina sempre la parola ovunque sta al'uomo capire, tutte le sfumature, e tener alto il vessillo di Cristo in ogni difficoltà della vita, tra alti e bassi, lasciandosi vagliare, perchè solo accettando le prove si approda alll'eternità. 

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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!