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martedì 14 ottobre 2014

IL VERBO e' DIO.

E IL VERBO ERA DIO.

Mart. Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 

Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta."

Questo nota sarà breve!

“In principio era il verbo” come già detto il verbo è parola, cioè suono onde sonore, vibrazioni, onde elettromagnetiche. Quindi all’inizio degli inizi esisteva il suono magnetico che è invisibile e ha prodotto il visibile.

“ e il Verbo era presso Dio” Il verbo cioè il suono era presso Dio, cioè era integrato in Dio, abitava presso Dio, apparteneva a Dio, cioè Dio era la fonte, la fonte suono (parola) Dio è l’elemento che causa il suono, cioè la vibrazione ondulatoria magnetica, quindi emette parola, e esercita il potere mediante il suono modifica il visibile e lo crea, quindi il suono da solo o in combinazione con altri elementi della stessa natura o di natura differente è in grado di generare la materia visibile, quindi il verbo, genere e crea!

“e il Verbo era Dio” infatti lo dice la farse precedente che il suono viene emesso da Dio, che ne è la sua fonte, la sua origine, cioè l’origine del suono. Ma la frase qui è errata, nella sua traduzione; ora secondo me, la traduzione è sbagliata, oppure l’apostolo l’ha inteso male; ma certamente se si dice “il verbo era presso Dio” significa che esso non è più presso Dio, e ciò non è possibile, visto che il Verbo è la causa della creazione, cioè il potere che mediante il quale vi è la creazione. Il verbo, cioè il suono prodotto ed emesso dal Creatore genera da vita. 

Allora la frase com’è esattamente: “In principio era il verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo è Dio”
Ok il primo era” in principio ”era” è giusto!

“E il verbo “era” presso Dio”, può andar bene, se non che, il termine era in questa posizione fa capire che se era presso Dio, significa che non può essere più presso Dio e la frase seguente sarebbe corretta “e il Verbo era Dio”. Se non che, questo verbo essere in terza persona passata indica un situazione passata e non più presente, ciò fa capire che Dio non è più il verbo, e ciò non è vero! Quindi se Dio è ancora il Verbo e crea continuamente ed è assolutamente assodato che crea continuamente. Il secondo nella frase : “e il Verbo era presso Dio,” verbo essere passato “era “ è errato.

Di conseguenza abbiamo che “In principio era il Verbo, e il Verbo è presso Dio e il verbo è Dio!” Questa è la frase corretta! 

“In principio era il verbo,” indica che fin dal principio Dio è il verbo,

“e il verbo è presso Dio” indica che presso Dio esiste ancora il verbo, cioè che gli appartiene.

“e il Verbo è Dio” indica che Dio è il verbo! 

Inoltre dire “era presso Dio ed il verbo era Dio” induce le persone inconsapevolmente a pensare che Dio non esista! 

Forse la scienza e la religione non hanno ancora capito una cosa: in principio e la fine sono esattamente la stessa cosa! Cioè esiste il principio e la fine nello stesso momento temporale! Come un anello che si chiude, l’inizio e la fine coincidono perfettamente e in questo modo non esiste nessun principio e nessuna fine, ed esistono entrambe, cioè esiste l’eternità. Sarebbe spiegato, come mai Dio si fa chiamare l’Eterno, perché Egli non ha tempo, essendo il principio e la fine nello stesso momento temporale! E noi abitiamo in una sfumatura di questo principio e di questa fine, in sostanza il principio e la fine esistono continuamente, tutto si crea e tutto si distrugge in un ciclo, ciclico di un anello temporale. Ogni vita è un ciclo, che inizia e finisce ma tutto torna alla matrice, cioè all'origine che non ha tempo. il fulcro che congiunge l’inizio con la fine è Dio. Ciò significa, anche, che Dio si rigenera continuamente, non ha età e le ha tutte, ha un solo nome e ne miliardi, ha un solo volto e li ha tutti, ecco il perché si dice che Dio a miriadi di occhi, ovvio. In principio vi era solo Dio, cioè l'inizio che è la fine, quindi Egli crea questa realtà, questo contiguo temporale ciclico; il passato e il futuro corrispondono nello stesso momento, -un costante presente! Esiste il passato e il futuro per noi, si, ma non per Dio, altrimenti non sarebbe eterno, né infinito. 

Possiamo dire che Dio è il tempo! Cioè colui che che lo usa a suo vantaggio. Potremo identificare Dio come "il Signore del Tempo" è sempre esistito e sempre esisterà, colui che non ha nome!

Addirittura potremo dire che la frase corretta è questa: “In principio è il Verbo, e il Verbo è presso Dio e il verbo è Dio!” questo fa capire che principio e fine sono la medesima cosa.

Il problema dell'uomo che non ha ancora inteso che è sempre principio ogni istante, anche quello presente e futuro è sempre principio. Un principio che diviene fine quasi nello stesso momento! Quindi possiamo dire che è una continua rigenerazione. 

Ritengo che chi ha tradotto il testo, forse lo stesso che ha appreso le parole da Giovanni non capiva probabilmente il senso della frase esatta di Dio, per cui dire che in principio è il verbo, sembrava come dire una cosa non esatta, ma dal punto di vista di Dio, no!, mentre dal punto di vista dell'uomo si, perchè in principio significa che è già passato, sopratutto per il fatto che noi abbiamo un cognizione dello spazio tempo limitata al nostro presente e non comprendiamo quali sono le dinamiche reali di Dio. Per cui noi ragioniamo a blocchi e per noi quello che ci sembra incomprensibile lo rapportiamo a qualcosa di comprensibile per la mente umana. Altrimenti non riusciamo a quantificare il discorso in termini di ragionamento logico. ma gia la natura stessa di Dio sfugge alla nostra stessa comprensione, dovremo tener conto di questa cosa particolare quando chi è preposto a leggere i testi di veggenti,, profeti, Santi, ecc, che se ci troviamo in presenza di discorsi anomali, può essere che abbiao un senso diverso da quello che le nostre menti non arrivano, e parlo dei teologi che credono di sapere tutto, ma tutto non sanno, non sono Dio.

GIUDIZIO E CORREZIONE

Giudicare e giudizio!


Partiamo dal esprime il senso del termine che tutti dovrebbero conoscere:

Esercitare la facoltà del giudizio: essere capace, incapace di g.; g. con la testa propria; anche, distinguere, discernere: g. ciò che è bene e ciò che è male; con uso intr.: l’occhio giudica dei colori, l’orecchio dei suoni. 
Formulare dentro di sé, o esprimere, un giudizio di valore, di merito, di approvazione o di biasimo su persone o cose (anche in questa accezione è spesso usato assol.): g. dall’apparenza; prov., mal si giudica il cavallo dalla sella; g. a occhio e croce, approssimativamente, senza un esame approfondito; astenersi dal g.; la commissione lo ha giudicato idoneo; con riferimento a giudizî critici o estetici:g. un libro, un quadro, ecc. Più in partic., formulare un giudizio di natura morale: lo hai giudicato troppo severamente; non vorrei che tu mi giudicassi male (o che tu giudicassi male i miei atti, il mio comportamento); spesso, il giudizio di severità o di condanna è implicito: si fa presto a g.; è troppo facile g. gli altri; l’opinione pubblica lo ha già giudicato; non sta a te giudicarmi (anche intr.: non hai il diritto di g. delle mie azioni); ti sei giudicato da te; cfr. anche i passi evangelici: non giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37, lat. «Nolite iudicare et non iudicabimini»), e non giudicate affinché non siate giudicati; infatti voi sarete giudicati con lo stesso giudizio col quale avrete giudicato ... (Matteo 7 1-2, lat. «Nolite iudicare ut non iudicemini. In quo enim iudicio iudicaveritis iudicabimini...»). Con riferimento al magistrato, all’autorità giudiziaria, emettere un verdetto, pronunciare una sentenza: g. una causa, una lite, una controversia (anche intr., g.di una causa, ecc.); il tribunale lo ha giudicato colpevole; è stato giudicato dal tribunale militare; in qualche caso, condannare: il Duca ... molti di quelli cittadini punì in denari, molti ne giudicò alle carceri, molti all’esiglio, ed alcuni alla morte(Machiavelli). 


Il famoso discorso della montagna di Gesù:
 (Vangelo secondo Matteo 5,1 – 7, 28).

Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. (7, 1 – 5; 1971)
Non giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37)

Il discorso di Gesù non fa una grinza è perfetto non solo perché Egli è Colui che lo ha emanato e decretato, ma anche per logica è perfetto!

Correzione fraterna  : giusta correzione…

Mt 18,15-18) "Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo".

Qualcuno si chiederà cosa centra la correzione fraterna con il non giudicare! Eppure, centra !!

Il giudizio è quel termine assoluto indissolubile dall'essenza stessa di Dio che determina una modifica dello stato della cose, il giudizio provoca un cambiamento un mutamento dei fattori iniziali. Per cui il giudizio è proprio ed unico di Dio, solo Dio sa con precisione millimetrica, giudicare con severità, con giustezza, con perfezione ogni singola lettera, ogni parola e frase, sono ponderate alla luce perfetta dell’Onnipotente.  Per cui, noi non potremo mai competere con il suo giudizio perfetto. Imperfetti siamo, imperfetto è il nostro giudizio! Per cui giustamente Gesù che è nel seno del Padre esprime con preoccupazione il nostri superficiali giudizi e ci implora nel cercare di non giudicare nessuno, perché noi non siamo nelle condizioni psichiche - spirituali per comprendere con perfezione assoluta cosa sia bene o non bene.
Però Gesù stesso ci fa comprendere che dobbiamo anche capire che il giudizio si scinde in due parti, ce lo fa capire in un modo molto semplice con delle semplici parabole affinché le nostre menti siano portate a capire rapidamente il concetto di base e perchi ha la fortuna di essere toccato dallo Spirito Santo, di comprendere anche le profonde sfumature che questo termine nasconde.

“Se il tuo fratello commette una colpa,…” “Non giudicate, per non essere giudicati”

Sono due frasi diverse ma in realtà sono sottomesse alla medesima parola giudizio!

Se devo corregge, un fratello qualsiasi esso sia, devo necessariamente appellarmi per farlo al mio giudizio, si! Perché in realtà prima di giungere e determinare la correzione del fratello devo conoscere i risvolti che costui ha compiuto e per conoscere tali risvolti, devo sapere e giudicare l’operato, faccio un esempio, se vedo un ragazzo rubare qualcosa, la mia reazione normale sarebbe come minino richiamare e fare restituire, se proprio non voglio denunciare, ma tra il vedere e il richiamare, c’è in me un pensiero che sorge spontaneo, che è un pensiero di giudizio, io giudico quel ragazzo che ha rubato qualcosa, già il fatto di pensare che ha rubato, ho già espresso nella mente un giudizio negativo, per tanto, nessuno può aiutare un fratello se prima non ha condotto alla sua mente un giudizio, perché solo mediante il giudizio, posso sapere e capire se c’è da correggere tale soggetto o no!  

Ma facciamo un altro esempio, in onestà. Se siamo in chiesa ed entra una donna vestita con minigonna, ed un abbigliamento più che succinto, il soggetto-mente che la vede può pensare, -se esso è lussurioso-, qualche apprezzamento e spesso accompagnato anche da disprezzo, dicendo a se stesso che è una prostituta, che immorale, ecc …. quindi la mente anche senza volerlo realmente fa peccato, perché pensa che per quel luogo, quell'abbigliamento e atteggiamento è squallido, di conseguenza non ci sarebbe nulla di male, li per lì se la persona gli venisse voglia di richiamare la donna;  ma il problema sorgerebbe con le nostre leggi. Quindi di conseguenza, abbiamo che il soggetto, pensando, ha giudicato, cosa che non avrebbe dovuto fare, ma questo non è possibile per qualsiasi soggetto umano, non pensare a cosa si vede o cosa si sente. Tutti pensiamo, tutti vediamo, tutto sentiamo e qualsiasi pensiero ci balena nella testa. In effetti ogni giorno faccio altro che giudicare i nostri simili, al mercato giudichiamo, ovunque giudichiamo, questo o quello, lo giudichiamo per il bene o per il male, si anche il giudizio può essere bene e non solo un male.  Anche il meditare può essere un pensiero di giudizio …. dipende cosa si medita. Anche la critica che si fa è un giudizio, si giudica un artista , lo si critica, oppure l'operato di un magistrato, di un medico, di carpentiere, di un giornalista, del capo dello stato, qualsiasi cosa diventa un giudizio.

È la nostra mente creata così che ci porta inevitabilmente a pensare male o bene di un soggetto che compie un atto contro o favore di altri suoi simili.

Quindi un altro soggetto che assiste a tale evento, nel momento esatto giudica l’altro, anche se può o non può intervenire. Per cui se devo richiamare e correggere un mio fratello chiunque esso sia, anche un prete o il papa, un re o un presidente, lo faccio sulla base del giudizio che mi sono creato su di esso, però c’è da distingue da giudizio a giudizio. Per quello che dico, che il giudizio assoluto si divide in due parti fondamentali, il giudizio per correzione è fatto a fin di bene, e non è un giudizio; il giudizio per condanna è il vero giudizio quello che cambia la realtà delle cose. Uno è fatto per correggere e recuperare quel soggetto affinché non compia più quell'atto, mentre l’altro è una condanna, simile alla condanna a morte, perché è un giudizio definitivo inappellabile. Anche la scomunica è un giudizio definitivo una condanna a morte!!! Per cui anche la scomunica ricade sotto la legge stessa di Gesù, di non condannare o non giudicare!!!

Gesù ci dice, che noi dobbiamo correggere i nostri fratelli, è cristianamente corretto la correzione fraterna.

Gesù ci dice anche che noi non dobbiamo condannare i nostri fratelli ma si fa uso sempre della medesima parola GIUDIZIO!

Quindi il giudizio si divide in due:

GIUDIZIO CHE DIVENTA CONDANNA ... Giudizio che trasforma la realtà in condanna eterna.

GIUDIZIO CHE DIVENTA CORREZIONE …  Giudizio che corregge gli errori degli altri.

ORA, se non si può giudicare, che sta a fare la correzione? È un controsenso logico!

Quindi Gesù parla del Giudizio come CONDANNA … e parla della correzione come un atto d’amore. In sostanza si ha che l’amore è un giudizio.

Qualsiasi pensiero che noi abbiamo è un giudizio, ma c’è distinzione tra giudizio di condanna e giudizio d’amore.

Il Signore ci dice di NON CONDANNARE ….

La frase di  Gesù, si può anche scrivere così: “Non giudicate/condannate, per non essere giudicati/condannati; perché con/l giudizio / la condanna con cui giudicate/condannate sarete giudicati/condannati …. “ la frase non perde in assoluto il suo senso, anzi lo esprime in maniera totale ed effettiva …

Senza un giudizio non si corregge nessuno! E tutto ciò che passa per la nostra mente diventa inevitabilmente un giudizio, sempre che sia una cosa rivolta verso gli altri … ma anche noi stessi ci possiamo autogiudicare.

Se penso bene o male di un qualsiasi soggetto ne faccio un giudizio, per cui, se devo correggere una qualsiasi persona non potrei correggerla se applicassi esattamente il comandamento di Gesù, ma allora la giusta correzione non sussiste! E questo non è possibile.

Ma la parola stessa ci dice giusta correzione, cioè fatta con giustizia....



Come faccio a correggere un mio fratello se prima non l’ho giudicato, non è possibile! Se prima non ho espresso un pensiero di qualsiasi tipo e questo pensiero è un giudizio. 

Non chiamare nessuno Padre.


Sacerdote: Se i tuoi sacerdoti sono veri padri nell'ordine della grazia, a fortiori lo è colui che chiamiamo “Santo Padre” o papa (che significa padre).

Vangelo di Matteo (23, 8-10) dove Gesù dice, parlando dei Farisei: “Ma voi non vi fate chiamare rabbì (padre), perché uno solo è fra voi il Maestro e tutti voi siete fratelli. Nessuno chiamerete sulla terra vostro padre, poiché uno solo è il vostro padre, quello celeste. Non vi farete chiamare precettori, poiché uno solo è il vostro precettore, il Cristo." 


Mi sono imbattuto nella risposta di questo sacerdote, le sue motivazioni in parte le condivido, ma secondo il sacerdote la frase di Gesù doveva finire e terminare la sua azione al tempo in cui è stata enunciata. Tutto il discorso che fa il sacerdote è volto ad annullare la frase di Gesù ed infatti ci riesce portando ogni scusante pur di sottolineare le tesi che anche il Papa e i sacerdoti sia giusto chiamarli Padre... quando nella frase di Gesù ben si comprende che a Gesù non gradisce tale denominazione, il sacerdote dice bene quando riferisce il contesto in cui è avvenuto il fatto a cui Gesù si riferiva cioè i sacerdoti ebraici, ma non ha compreso che le parole di Gesù non era volte solo a quel tempo, ma ad ogni tempo. Gesù non lascia della parabole così per caso, non le spiega agli apostoli così tanto per fare, perché se sapeva che esse riguardavano solo i sacerdoti ebraici non li avrebbe spiegate ai suoi apostoli, invece Gesù le spiega per un altra ragione, perché esse dovevano servire ai posteri, come monito sopratutto per gli apostoli, perché essi non dovevano loro in prima persona farsi chiamare Padri, lo dice proprio per gli Apostoli, lo dice perché essi tramandino alla chiesa futura, questa parola per Gesù importantissima.....Ora invece si vuole attribuire in senso completamente diverso, ma non solo si vuole occultare tale parole di Gesù e soprassedere come essa non fosse importante e che fosse riferita ad in tempo lontano , usando le parole di San paolo che non è Gesù e che non è Dio per giustificare le proprie tesi, oltretutto anche il parlare di S. Paolo sminuisce questo concetto di Gesù e anzi lo oscura con le sue parole. La parola di Gesù vale ieri come oggi e come domani, come dice Bene Gesù … Nessuno uomo si faccia chiamare Padre, e questo vale soprattutto per i sacerdoti, come valeva per i sacerdoti ebraici lo stesso vale per ogni sacerdote Cristiano. Quindi il Pontefice non si faccia chiamare Padre oltretutto Santo Padre, visto che solo uno è Santo colui che vive in eterno nei cieli. Non esiste nessun uomo sulla terra vivente che sia santo! E nessun uomo può dimostrare santità perché la santità non appartiene all'umana natura è solo di appannaggio di Dio, è Dio che con i suoi doni rende santo un uomo, ma la santità di quell'uomo la si ottiene non in terra ma nei cieli quando si torna ad essere parte di Dio stesso.

Gesù ha detto che gli uomini potranno fare miracoli anche più grandi di quelli di lui stesso, ma Gesù non ha mai detto che qualsiasi uomo potesse dire di più di se stesso, o avere una parola superiore alla sua  ... Le nostre parole al massimo posso spiegare il concetto superiore al nostro, della sua parola, ma mai superare la sua parola, perchè chi supera la sua parola non è di Dio. 

I santi divengono tali solo quando Dio li accetta nella sua dimora e nessun uomo sa se quell'essere umano è stato accettato nella dimora di Dio. Certo se dopo la morte il soggetto Santo, produce mediante l'intercessione di Dio miracoli,(ricordiamo, che ogni miracolo in realtà viene da Dio, è Lui che guarisce è da Lui che esce la fonde del potere, il santo prega solo Dio, per quell'anima, non fa altro ), allora si può stabilire che esso è santo. Personalmente per definire un santo tale si dovrebbero attendere almeno 3 miracoli uno è insufficiente. Ma cmq sia, se la vita di quel soggetto, è stata irreprensibile, piena di opere di carità, di conversione, d'amore, e ogni altra cosa possa servire a glorificare Dio, ma non si guardino solo santi nella chiesa perché anche fuori di essa ve ne sono molti, che rimangono e rimarranno sempre oscuri al mondo. Ma anch'essi verranno accolti egualmente nel regno di Dio al pari degli altri, secondo le loro opere. 

Ricordiamoci che Dio guarda sopratutto al cuore dell'uomo cioè hai suoi sentimenti, non gli interessano gli studi, non gli interessa la posizione sociale, la carica sacerdotale, spesso i grandi teologi non raggiungono quello che raggiunge un semplice uomo che vive nella povertà, ma nell'amore di Dio. E Lui l'Onnipotente preferisce gli ultimi, Gesù nacque ultimo, povero, semplice, rimase tale per tutta la sua vita, eppure poteva ergersi a gran sacerdote non lo ha fatto, perché voleva insegnare ai suoi discepoli, non solo l'umiltà, ma la posizione sociale che dovevano tenere, ultimi tra gli ultimi, un invisibile per il mondo. 

Gesù distingue i discepoli e il popolo

9 febbraio 2014

Gesù distingue i discepoli e il popolo.

Prima di tutto Gesù parla ai discepoli, come in molte delle sue parabole  …. in altre invece parla sia a discepoli che a tutti, perché questa distinzione, è casuale? No!
Non è casuale, ma perché allora, perché il signore vuol distinguere coloro che si consacrano a lui da colore che potrebbero consacrarsi a lui e seguirlo. Ma perché questa distinzione per il Signore non siamo forse tutti uguali? Si, siamo tutti uguali, ma egli ci distingue perché alcuni di noi hanno voluto diventare figli di Gesù il Cristo con volontà propria, altri invece sono stati invitati, ed altri ancora sono lontani e ascoltano da lontano la sua parola, altri ancora sono lontanissimi e a questi arriva la parola in gocce e quasi non la sentono mai. Ma la distinzione la fa per far capire che coloro che si prestano ad essere suoi discepoli devono essere migliori, devono essere perfetti o mirare alla perfezione per tanto da delle direttive precise discepoli cioè ai sacerdoti, che vogliono e accettano la sua parola, e tentano di metterla in pratica come egli insegna e comanda.
E’ come quando Dio parla solo ai suoi angeli e non parla di ciò che parla agli angeli con noi. Che differenza c’è, non siamo forse tutti figli suoi? Certo tutti compresi gli angeli sono suoi figli, ma ci sono cose che il Signore rivela agli angeli e cose che rivela a noi, perché?  Per il semplice fatto che gli angeli sono perfetti e di un intelligenza superiore alla nostra, noi non lo siamo e quindi siamo incapaci di comprendere certi misteri, per cui non tutto ci è rivelato, perché potremo non comprendere certi suoi misteri che per noi potrebbero essere una complicazione alla comprensione. Anche il più grande genio della terra messo innanzi a questa verità perderebbe il lume della ragione.  Quindi il Signore svela a chi può capire qualcosa del suo mistero, ma si fa silenzioso a chi non comprende, anche se egli vorrebbe rendere la luce alla luce, ma non può perché la nostra capacità intellettiva è misera e ci creeremo solo che tanta confusione ed invece di avvicinarci, ci allontaneremo. Per cui tacere è meglio. Però Egli in qualche modo nascosto tenta di rivelare a noi la sua sapienza, la sua conoscenza. Lo fa, mediante parabole, che sono anche oscure, ma con il tempo e con l’aiuto dello Spirito Santo ci vengono svelate e gradualmente penetriamo quei misteri oscuri che le nostre menti non potevano cogliere in origine.

Quindi Gesù fa distinzione nel parlare, alcune cose sono per i discepoli ed altre per il popolo e lo si capisce bene dalla parabola  descritta in Matteo 5,13-16

Sale della terra e luce del mondo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. 

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

Naturalmente il riferimento a questo sale chimico, NaCl, espresso come sale della terra, perché è un sale molto abbondante sulla terra,  ha anche degli effetti cutanei ben precisi, tra cui anche il produrre bruciore, indica anche porre sui discepoli una nota anti-satanica, perché i demoni aborriscono il sale, lo odiano essendo esso un interpretazione terrena allo Spirito Santo.  Il sale un elemento importante nella storia umana e ha una motivazione profonda, ben precisa e non casuale che ha diversi riferimenti biblici.

Nel A.T.  il sale è un mezzo simbolico che favorisce il legame tra Dio e il Suo popolo: “Dalla tua offerta non lascerai mancare il sale dell’alleanza del tuo Dio” (Levitico 2,13).

Eliseo purifica una sorgente gettandovi del sale: “…..Il Signore dice: Io rendo pura quest’acqua; non procurerà più ne morte ne sterilità”. Come aveva detto Eliseo, quell’acqua divenne pura e lo è ancora oggi” (II Re 2,19-22).

L’espressione “restare di sale” si riferisce invece all’episodio di cui è protagonista la moglie di Lot durante la distruzione di Sodoma e Gomorra: “Ma la moglie di Lot si voltò indietro a guardare e divenne una statua di sale” (Gen.19,26). 

Qui però ha un senso negativo, perché guardò la potenza distruttiva di Dio, su quelle due città e la punizione fu di essere trasformati in sale, come le due città. Essendo poi il sale un elemento igroscopico esso si scioglie con grande facilità, per cui tutto torna alla terra.

Gli esorcisti usano preparare l’acqua benedetta utilizzando il sale.
………………………….

Iniziamo:
Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. 

Gesù parla alla chiesa e a coloro che vogliono seguire il percorso del discepolo, cioè farsi discepoli, portatori della parola di Gesù.

“Voi siete il sale della terra;”  come discepoli e sacerdoti di Gesù tutti coloro che abbracciano la fede in Gesù il Cristo, e la mettono in pratica con rigore, cercando di ambire alla perfezione, diventano il sale della terra.

Il sale è un elemento fondamentale nell’alimentazione umana, soprattutto perché insaporisce le pietanze, ma questo sapore di cui Gesù parla non è il sapore degli alimenti, ma il sapore della fede. La fede diventa gustosa quanto è fervida, quando è vivace, intensa, forte, tenace, gioiosa, che porta sapore ad altri, il portare sapore è indicativo di chi sa trasmettere questa fede al popolo. Ma il sapore di cui parla Gesù è lo Spirito Santo, cioè colui che da sapore alla vita, colui che la crea e colui che da vita.

 “ ma se il sale perdesse il sapore “
e poi aggiunge, ma se questo sale perdesse il suo sapore, significa che esso si trasforma cambia la sua natura chimica, le sue proprietà non sono più buone per condire ed insaporire per riempire di sapore le anime, le coscienza, la vita. Ma ciò può avvenire solo se il cloruro di sodio reagisce con altro elemento come l’’acido solforico (zolfo) che lo distrugge trasformandolo in solfato di sodio e acido cloridrico(muriatico), il nuovo elemento che si genera non ha più sapore come il sale della terra, cambia le sue proprietà e perde la sua ragione di esistere, il sapore della vita può venir intaccato dalla presenza del maligno che allontana dall’uomo, per volontà dell’uomo quello spirito salvifico che rende la vita dolce, gioiosa, saporita, colorata, vivace, piacevole di essere vissuta. Ma il sale cos’è, è la conoscenza, sapienza e  l’intelligenza, del cercare di scoprire la verità, di indagare i misteri nascosti, di allargare i confini della nostra mente, di espandere quello che è il nostro bagaglio culturale, per giungere alla comprensione reale della vita vera.  

Se il sale perde il suo sapore significa che perde la possibilità di giungere a questa conoscenza che è insita nello Spirito Santo, sempre che noi siamo nelle capacità di poterla accogliere. Quindi qui fa capire bene che non tutti possono avere in se lo Spirito Santo, solo chi mira ad essere sale della terra, solo chi diventa sale, solo chi ha in se il sale che salvifica, solo chi si spinge ad essere sale puro, si perché anche il sale può non essere puro, sappiamo bene che esiste (sale) bianchissimo e purissimo, ma anche sale impuro, pieni di altri elementi che lo rendono meno puro. Quindi per essere un sale purissimo e bianchissimo bisogna aspirare ad essere pieno di Spirito Santo. E non tutti tra coloro che desiderano essere discepoli di Cristo sono sale puro. Questo significa che solo pochi arrivano ad essere sale purissimo, ma che tutti posso aspirare a diventarlo.

Ma poi dice ancora:
“con che cosa lo si potrà render salato?”
infatti se il sale della terra perde il suo sapore, cioè non è più esso stesso, ma si è trasformato, ha perso, le sue virtù, le sue proprietà, e lo Spirito Santo non alberga più in quel soggetto, qui ci fa capire che i discepoli possono perdere lo Spirito Santo o che esso può venir meno, e che la conoscenza può essere inquinata da altre presenze malsane come può essere lo stesso uomo, che apporta delle conoscenze non vere e non giuste, una parola che allontana il discepolo da Dio.  
Quindi il sale non può più tornare sale.  Infatti nel passo successivo cosa dice e di cosa ne fa Gesù del sale che non insaporisce più?

“ A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”
Questa parte che la chiesa dimentica sempre di parlare, è importantissima quasi più importante del resto, perché fa capire il comando di Gesù, un comando che la chiesa non ama assecondare, perché altrimenti dovrebbe prendere delle decisioni anche contro i suoi stessi appartenenti quando questi mancano di sale.
Gesù afferma, il sale se perde le sue proprietà, virtù, caratteristiche, non è più buono per quello che è la sua missione, il portare sapore, il potere conoscenza, il portare lo Spirito Santo, se viene meno lo Spirito santo, nell’uomo non c’è più, ed allora il Signore cosa ci comanda di fare? Di gettare questo sale, buttarlo via, perché il sale è guasto o immondo o impuro, rischia di rendere impuro anche quello puro, per cui è meglio per un uomo allontanarsi da coloro che sono impuri, fuggire nel deserto, piuttosto che divenire anche esso impuro, immondo, senza sale. E Gesù è ancora più duro e dice calpestato dagli uomini, perché quel sale non è più di nessun aiuto, diviene come scandalo, si perché quando nella chiesa un uomo si comporta come un animale, e non come un santo, come vorrebbe Gesù, pieno di Spirito Santo, cioè di sale, esso deve essere gettato fuori di essa, allontanato alla periferia non tenuto nel suo nucleo più interno, che lo infetta, lo guasta, lo trasforma in qualcosa che non appartiene più allo Spirito Santo.

Questo modo di parlare di Gesù è molto esplicito, chiaro, preciso, perentorio, un comando che ha lasciato ai discepoli, cioè alla chiesa, eliminate dice Gesù coloro che non sono più puri, non sono più perfetti non vogliono seguire la parola santa, gettali fuori, dice Gesù, come il Padre suo fece con Lucifero, che non era più sale, non voleva più conoscere la perfetta parola di Dio, ecco il parallelismo, con noi umani. Ma se la chiesa nega questa volontà di Gesù essa stessa si pone contro Gesù, contro la sua parola, la sua volontà, essa stessa non può più insegnare nulla, perché è un sale corrotto, un sale impuro, un sale che non segue Cristo, ma che segue la volontà umana che spesso coincide con quella di satana. Ne deriva che se l’uomo pensa di seguire se stesso, segue un illusione e va verso la sua dannazione. Come può una chiesa che dice di seguire lo Spirito di Dio, di essere nello Spirito Santo? Cioè essere sale impuro e non praticare perfettamente la legge di Cristo? Non può, con il suo agire essa stessa si pone fuori da Cristo!
 E questo è il primo passaggio di questa parola che in realtà è una legge cioè un comando, Gesù dice di fare così, di seguire questo metro!.

Aggiunge poi

“Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

“Voi siete la luce del mondo;”
Ma prima di essere luce del mondo, bisogna conoscere la luce vera. E questa luce, è Gesù stesso, quindi conoscendo la luce si diviene luce per il mondo, giustamente Gesù dice agli discepoli voi ora siete la luce del mondo, perché hanno conosciuto questa luce, parla di se stesso! Ma la luce che cos’è se non la parola perfetta di Dio? La luce è parola di verità, e il portatore di questa luce è Gesù vero Dio, verbo di Dio, cioè parola. Chi porta la luce, la porta al mondo e quindi diviene luce del mondo sul quale mondo domina la luce di Dio, ma le tenebre non l’hanno accolta, l’hanno rigettata, anche l’uomo può rigettarla, anche l’uomo può divenire tenebra.

Qui Gesù fa un parallelismo tra una città collocata sopra ad una montagna che la luce non deve restare nascosta ma deve essere rivelata altrimenti non ha senso averla rivelata

“non può restare nascosta una città collocata sopra un monte”  
ovvio, è un luogo messo in un punto molto luminoso, dove prende il sole da tutti i lati, quindi una città posta così in alto diventa un faro. Questa frase è anche allusiva, ed indica che Cristo è il faro cioè la città posta sopra la montagna, la montagna è fondamento, cioè la roccia su cui giace la città. Noi siamo invece luce che questo farò produce. Infatti il faro si pone sopra ad un altura perché possa operare bene, come una città posta in alto che diviene un faro per il mondo. E i discepoli sono la luce del mondo, cioè i portatori della parola di Gesù. La luce infatti ha la proprietà di percorre il suo percorso sempre linea retta a 360 gradi in tutte le direzioni, non cambia direzione a meno che non ci sia un oggetto che la faccia deviare, e la luce è in grado anche di attraversare gli oggetti, la materia, perché qui non si parla della luce sole, ma di una luce invisibile che è Spirito Santo. Quindi come luce i discepoli di Gesù devono camminare nel mondo, seguendo la strada del faro, della città, dell’origine. Partono dall'origine verso il mondo. Perché è il mondo che ha bisogno della luce e i fotoni sono i discepoli. Non si può celare ciò che è evidente.

né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.”
Altro esempio simile, che identifica che non serve a nulla nascondere Gesù, e tenere la sua parola santa celata agli uomini, perché essi prima o poi la scopriranno, perché è lo stesso Gesù che la renderà nota, dal momento in cui egli l’ha rivelata. Dice non nascondete la mia luce, per impedire che l’uomo ne venga a conoscenza come se la sua luce, fosse di appannaggio solo di pochi, questo vuol far capire!. È per tutti gli uomini.

“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini”
Ecco qui Gesù parla di “vostra” perché si esprime così quando la luce proviene da Dio? o meglio dire che egli è il faro che produce questa luce, dice così perché ci vuole rendere partecipi di questa luce non solo portatori di questo potere, ma anche fautori noi stessi di questa luce, come se ogni discepolo possa diventare esso stesso casa di Dio, lo è, perché l’anima è la casa di Dio, quindi ogni singolo appartenente emette una luce propria del proprio spirito, però se non vi è lo Spirito Santo che attiva in questa lampada” l’anima” esso non emette luce, per questo dice la vostra luce. Ogni uomo può divenire luce per gli uomini se in esso abita lo Spirito Santo. Ed ogni uomo che vuol essere suo discepolo divine luce davanti agli uomini, cioè testimone della luce che è Dio. in questo Gesù fa capire che il discepolo è diverso che l’uomo del popolo, perché l’espressione ne evidenzia una separazione dicendo infatti risplenda la vostra luce davanti agli uomini, indica una separazione tra il discepolo e l’uomo, cioè il popolo. Gesù separa l’uomo di Dio dall’uomo del mondo, con la parola davanti o innanzi. Ogni discepolo deve essere luce per gli uomini, una lampada che porta Dio all’uomo.

“perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
Specifica perché c’è questa separazione, perché voi siate luce di Dio innanzi agli uomini, affinché le vostre opere siano manifeste, cioè rese visibili e non nascoste. Attenzione, parla delle opere non del soggetto, le opere devono precedere il soggetto, le sue opere parlano al mondo di chi è il soggetto, e le opere non sono solo le azioni, ma anche le parole sono opere di bene per il mondo.

Perché è mediante la parola che si cambia il mondo, mediante la conoscenza che diviene scienza esaltata dalla sapienza, mediante l’intelligenza.  Quindi il discepolo che vuole essere tale, deve manifestare le opere del Signore, e non nascondere la luce che Dio gli elargisce ma la deve rendere nota, visibile, concreta, reale, svelando se conoscenze, i misteri celati, se lo Spirito Santo gli da la possibilità di conoscere. Portare la luce e il sale al mondo, perché ciò che è nascosto sia rivelato alla luce della verità, glorificando Dio nelle sua maestà e nella sua gloria che è nei cieli cioè la casa del Signore, che è il faro del mondo.  Ci dice che tutto quello che i discepoli e il mondo devono fare è glorificare il Padre che è nei cieli, perché tutto è a Lui dovuto.
Tra l’altro specifica che tutti noi siamo figli del Padre Celeste dicendo “Vostro”, quindi non si sente lui solo il figlio del Padre , anche perché Gesù ha già detto di se agli apostoli che Lui è il Padre, e di conseguenza giustamente afferma che noi siamo figli del Padre quindi suoi.

Qui Gesù batte molto sulla centralità dei discepoli come portatori della sua luce e del suo sale. Invece fa capire che coloro che non sono più nella sua luce devo essere allontanati dal nucleo per non degradare coloro che si trovano al suo centro. E in questo  Gesù fa politica, da una direttiva, un comando ben preciso, dispone le regole del gioco e chi non si adatta  a tali regole non è più nella luce e non è più saporito come il sale. Sale che brucia se è puro e luce che brucia se è perfetta, quindi l’unione del sale con la luce produce un vapore che null'altro è che lo stesso Spirito Santo espresso in due forme diverse. Anche se nella notazione precisa la verità è Cristo! Però essendo lo Spirito Santo parte di Gesù e in Gesù, lo si può integrare tutto nello stesso soggetto!  Il sale è bruciante, corrosivo, purificante, mentre la luce è perfezione, conoscenza e verità.



Chi mentiva?

Correzioni un po’ anomale!

Ragionare siamo tutti capaci più o meno, partiamo con il presupposto assoluto che lo Spirito Santo, non sbaglia mai! Penso, che si possa dire con sicurezza assoluta che esso non sbagli mai!!! Credo che nessuno possa dire diversamente a tal proposito, anche perché non sarebbe divino uno spirito che sbagliasse! Quindi è assodato e certissimo che Lo Spirito Santo o Spirito di Dio sia infallibile e non sbagli mai!!!

Perché faccio questa premessa, essenziale!

Si dice nella chiesa, che i santi, sono tutti costantemente presi dallo Spirito Santo, quindi da un certo punto di vista non sbagliano mai!!! Dovrebbero essere infallibili!  Ma se ciò fosse vero, dobbiamo allora chiederci, come mai in diverse occasioni tra di loro differenti diversi di questi santi, si sono smentiti in periodi diversi o anche reciprocamente, alcuni esempi lampanti e che tutti conosciamo…. Abbiamo  San. Agostino corregge san Paolo!   San Paolo corregge san Pietro!

Ora aldilà dello specifico caso, che non ci interessa realmente, se i tre Santi erano pieni di Spirito Santo per quale ragione S. Paolo corregge S. Pietro e per quale ragione S. Agostino corregge S. Paolo se tutti e tre avevano lo spirito Santo in loro?

Chi dei tre mente?

Si perché uno dei tre mente! Questo è certo!   Non può essere lo Spirito Santo, e chi dei tre non ha lo Spirito Santo?

Andiamo per esclusione….

Iniziamo con San Pietro …aveva ricevuto con tutti gli altri 11 apostoli e la vergine lo Spirito Santo, tutti insieme , non si può dire che non avesse lo Spirito Santo, quindi, se aveva lo Spirito Santo, com’è possibile che avesse sbagliato? Non è possibile., quindi S. Pietro dice sempre la verità! Inoltre Pietro era un pescatore, sicuramente ignorante, che al massimo conosceva un po’ il latino per la presenza sul territorio dei romani, ma nulla di più.

Passiamo a San Paolo chi era questo uomo, si sa per certo che era un persecutore dei Cristiani. Senza ombra di dubbio, era molto meno ignorante di Pietro. Ma sul piano Spirituale, perché S. Paolo corregge Pietro quando lo spirito che è in San Paolo è lo stesso spirito che vi è in San Pietro, come può lo Spirito Santo correggere se stesso? Non può, è una contraddizione in termini logici! 

Passiamo a San Agostino! Da tutti definito uno dei padri della chiesa, sicuramente molto critico, e molto logico. Lui corregge San Paolo, possiamo dire che dobbiamo fare lo stesso ragionamento, se S. Agostino  era pieno di S. Santo, e lo stesso lo fu S. Paolo, perché S. Agostino corregge quest’ultimo? Se lo Spirito Santo era in entrambi allo stesso modo?  Non logicamente possibile! A meno che uno dei tre menta! Oltretutto abbiamo che S.Agostino era in là nel tempo e non era contemporaneo di S.Paolo e S.Pietro, quindi non aveva motivo di mentire, ma è studioso degli scritti di entrambi.

Chi dei tre mente?

Per esclusione Non San Pietro! È troppo ignorante, ci vuole una mente fine per mentire e una mente avvezza al male per mentire! Oltretutto Pietro come gli altri apostoli avevano ricevuto lo Spirito Santo direttamente da Dio. Qui non ci piove! E questo lo esclude a priori.

Rimangono S. Paolo e S. Agostino.

Chi dei due ha mentito?

Qui la faccenda si fa seria, anche perché se Pietro non ha mentito significa che l’accusa di Paolo decade, quindi la correzione di S. Paolo non sussiste!

Ma se la correzione non sussiste allora si ingenera un problema, che forse tutto quello che S. Paolo ha detto potrebbe essere falso!

S. Agostino, ci fa capire che S. Paolo sbaglia su alcune cose, e si comprende che S. Agostino ha ragione nel correggere S. Paolo, per semplice logica. Per questo dico che chi mentiva era S. Paolo, ne  S. Pietro, ne S. Agostino veri illuminati dallo Spirito Santo. 

Ma se è S. Paolo a mentire, bisogna capire perché?  Per giungere a cosa? Per ottenere cosa?  Inoltre curiosamente gli scritti di S. Paolo  ve ne sono molti e curiosamente di S. Pietro ve ne sono pochi. Perché curiosamente? Per il semplice fatto, che a quel tempo i testi quasi non esistevano; gli stessi romani, scrivevano su pietra o argilla, e che la carta da papiro o la pelle fosse destinata a personaggi con danaro.  Come mai i testi su S. Paolo ve ne sono molti mentre quelli su S. Pietro no?  E come mai Cristo preferisce un S. Paolo ad un S. Pietro nelle apparizioni? Fatta eccezione per S. Giovanni, l’unico  tra gli apostoli ad avere le visioni del Paradiso, ecc., ma perché non appare a S. Pietro e preferisce un S. Paolo?  molto strano!

Attualmente la chiesa preferisce seguire S. Paolo, agli apostoli perché? Forse perché lo sentono umanamente più simile a noi e meno distante?

Cosa ha S. Paolo che gli apostoli non hanno? Considerando che S. Paolo non era apostolo scelto per mano diretta di Gesù! Quindi non è uno dei dodici. Anche se la chiesa lo considera tale, ma non lo è!

Una cosa è certa, uno psicologo, uno storico, un filosofo, sanno bene che per creare un documento autentico o meglio dire credibile, bisogna che questo sia costituito da parti vere, cioè che, chi lo compone conosca bene le vicende che gli interessano ma sa mescolare bene, il falso con il vero in modo tale da far apparire ciò che è falso, vero e ciò che è vero, falso! In sostanza si ottiene un documento che essendo falso appare come vero!

Quali prove oggettive abbiamo noi per stabilire che qualsiasi testo, di qualsiasi soggetto sia vero? Se non comprovato da terzi soggetti che erano presenti, ma non compaiono direttamente nei documenti? Testimoni! E comunque sia, che prove abbiamo per stabilire che quei testimoni erano realmente presenti? Forse nessuna.

Temo che non sussistano!

Per finire dico questo, è certo e assolutamente assodato che lo Spirito Santo di Dio, ha una sola parola!

In ciò nessuno mi può contraddire.

Ma se ha una sola parola, come può un soggetto preso dallo Spirito Santo correggere una cosa detta dallo spirito Santo ad un altro soggetto? Non può! Smentire se stesso!

Ma le ipotesi potrebbero essere altre, per esempio si può dire che non sempre in un soggetto che forse diverrà santo sussiste perfettamente lo Spirito Santo, infatti è così!

Ma questo preclude un altro discorso, quello che se ciò è vero, non tutto quello che è scritto dai santi, è di natura divina, ciò significa che una parte dei testi arrivati a noi, non è dettato da Dio, ma proviene dal soggetto stesso, sue congetture puramente umane, fatte passare per divine! passibili di ogni genere di errore. Ma se ciò è vero, allora  mi chiedo, quanto dei testi arrivati a noi è dato da Dio? E quanto di questi è dato dall’uomo? Nessuno lo sa! perché anche questi soggetti definiti Santi, non lo sono realmente totalmente, quindi l’infallibilità non sussiste neppure tra questi soggetti che poi diverranno o sono diventanti Santi!

In definitiva abbiamo che uno dei tre soggetti ha mentito, quello che secondo me è il più probabile è proprio quello che è tra l’altro era più esposto e quello che nella sua storia ha in un certo senso tentato di emergere imponendosi agli altri.

Il problema,  è che mentire su una cosa, significa mentire su tutto! E nulla di ciò che avevi scritto può essere preso in considerazione. La logica non è una materia irrazionale, è materiale razionale, ma anche divina!

Se un soggetto qualsiasi che si dice avere lo Spirito Santo in se  e parla  per voce dello Spirito Santo, esso non sbaglia mai, e non può essere corretto da nessuno, neppure  da altro soggetto con lo Spirito Santo, perché un altro soggetto con lo Stesso Spirito in se, non lo corregge!  A meno che quello che ha affermato non fosse dettato dal soggetto umano e non per bocca dello Spirito Santo. Ma ciò significa che quel soggetto non aveva o non ha sempre lo Spirito S. in se. Ma se tu sai che esso gli è disceso lo Spirito Santo, significa che esso ha lo Spirito Santo in se sempre, come può sbagliare?  Non può sbagliare!

E questo indica che chi lo corregge lo fa per farlo apparire inferiore e per far credere che quello, che dice non è giusto!

Come per dire, se voglio mostrarmi umile come ci riesco?

Faccio in modo di apparire umile, con molte esternazioni non tanto a parole quanto nei fatti! Ma un vero umile, non appare pubblicamente, si nasconde sempre!  Si deprezza sempre, non si esalta mai! Non dice mai di essere qualcuno, ma si cela sempre! A meno che non sia indotto da Dio a rivelarsi, ma la cautela e la prudenza in questi individui emerge sempre.


Questo discorso, può essere applicato a molti altri uomini resi santi dall'uomo, perchè molti di questi hanno contestato altri precendenti o contemporanei, quindi c'è chiedersi, se tutti erano pieni di Spirito Santo, come è possibile che lo Spirito Santo non sappia cosa ha detto all'uno o all'altro e com'è possibile che lo Spirito Santo si contraddica, con uno o con l'altro, per cose che avrebbe detto Lui stesso? Non è possbile e ciò signifa solo una cosa che non sempre questi individui definiti infallibili e pieni di Spirito Santo parlavano per bocca dello Spirito Santo!  Ma ciò significa anche che come ho già detto in altro documento l'infallibilità e ad unico appannaggio di Dio e non è di Uomo, chi si fa passare per infallibile, non è ispirato da Dio, ma vuole far credere all'uomo di esserlo, per ragioni politiche, religiose e di superstizione, per agire sulla credulità della masse, ch ignorando la verità, si basano su una verità distorta di proposito.
Neppure Gesù che è che era figlio di Dio ha mai pensato di se stesso di essere infallibile e chi è un papa per definirsi tale, se non molto inferiore a Cristo stesso?

Naturalmente questo discorso è rapportabile a chiunque altro, che abbia detto di se di avere lo Spirito Santo in se, quindi chiunque abbia smentito, corretto, o detto il suo sull'operato di qualsiasi soggetto.....  Nella chiesa di casi di questo tipo ce ne sono stati molti, anche gli stessi dottori della chiesa hanno corretto molti discorsi ed intepretato a loro modo gli scritti di altri, correggendone le parti. Ripeto se lo Spirito Santo è in un qualsiasi soggetto esso non corregge se stesso! sopratutto dopo che il primo soggetto ha parlato, anche perchè lo Spirito Santo non dimentica essendo esso immutabile nel tempo. E questo discorso è strettamente legato anche all'infallibilità.  Proprio perchè lo Spirito Santo essendo perfetto è infallibile, ma nessuno uomo è perfetto e quindi nessuno è infallibile.

Possiamo solo dire che S.Paolo alla fine della sua vita ha compreso chi era veramente Gesù!  E dal suo martirio ha ottenuto la sua salvezza.

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Dico sempre che la verità non si trova mai da un solo lato, per conoscere la verità bisogna leggere di tutto e non limitarsi in nulla......  Ratzinger ha dimostrato in questi giorni di leggere anche gli scritti del prof Odifreddi, e ha risposto allo stesso, questo fa capire che la chiesa chiede al cristiano di non addentrarsi in certe letture, mentre essa stessa, legge di tutto e di più, questo atteggimento è tipico di chi vuole far tacere Dio che si può esprimere anche mediante altri uomini fuori di essa.  Gli insegnamenti di Stefano sono ben maggiori di quelli dei 4 apostoli che sono stati a dir poco riduttivi.

Mi sono sempre chiesto come mai la chiesa prenda così in cosiderazione Saulo, più dei 4 evangelisti, infatti Paolo ha quasi superato in santità San Pietro, diventando un superapostolo!  Per  quanto la chiesa lo nomini e lo ossanni!

Gesù sta per diventare misconosciuto se si prosegue di questo passo.

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Lo Spirito Santo non corregge se stesso!
Questo è il fondamento di tutto!
Tenendo questo come fondamento di tutto, si comprende dove c'è l'errore! Dio ci fa comprendere che è possibile anche per un laico, capire dove sta la buona e mala fede.  Possiamo dire con assoluta verità che questo è un dogma dello Spirito Santo !

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!