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sabato 28 marzo 2015

Simone di Giovanni , detto Pietro.

  
Simone di Giovanni , detto Pietro.


Premetto questo discorso è tratto da una vecchia bibbia prima del 1974, perchè le bibbie attuali sono molto modificate, alterate.


Qui c’è da fare un po’ di chiarimenti su chi ha ri-scritto il testo …
Voglio portare alla vostra attenzione una frase che non ha nulla di strano , salvo il fatto che essa dimostra un particolare direi un po’curioso …. Il testo qui sotto del vangelo secondo Giovanni 21, riporta la conversazione che Gesù ebbe con i suoi discepoli, in questo caso Simone di Giovanni detto Pietro.

Voglio  far notare un particolare descrittivo della prima frase e separare la descrizione della parola di Gesù, per mostrare che in questo testo vi è un errore molto evidente, di cui nessuno ha fatto caso .
Non voglio analizzare il contenuto delle discorso di Gesù, ma la struttura del testo .

“…. Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?»….”

Cosa ci mostra questo discorso?
Osserviamo bene e cerchiamo di capire bene .
Il discorso è una narrazione di un soggetto che descrive l’azione che si sta svolgendo in quel determinato tempo …. Quindi un soggetto che diventa osservatore. 

Ma l’osservatore fa un errore... oppure bisogna pensare che non sia l'osservatore ma un soggetto terzo che ha ri-trascritto il testo a posteriori.

Separiamo la frase in questione.
“…. Gesù disse a Simon Pietro:”  questa parte è la descrizione dell’osservatore o del ri-scrittore o revisore non è parola di Gesù.

“«Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?»….”  questa parte invece è parola di Gesù.

Cosa notiamo tra le due parti.
Che l’osservatore o il revisore del vangelo, chiama Simone di Giovanni con il termine Simon Pietro, mentre Gesù lo chiama Simone di Giovanni.

Ma questo cosa ci fa capire, che Gesù anche dopo la sua resurrezione ha fisso nella sua mente , il vero nome di “Pietro” che è Simone di Giovanni, non Pietro.

Ma questo cosa ci dice in definitiva, che, chi ha ri-trascritto o riveduto il documento, vorrebbe spingere e far credere, quasi far dire a chi legge che Gesù avrebbe chiamato l’apostolo con il nome di Simon Pietro quindi Pietro, quando invece Gesù ha chiamato l’apostolo, Simone di Giovanni. 
Ecco dove sta l’errore, che la chiesa fa, ma forse non è nemmeno un errore, è proprio una volontà di far credere che Gesù abbia chiamato l’apostolo, - Pietro; quando invece anche dopo la resurrezione lo continuava a chiamare col suo nome di nascita, Simone di Giovanni o di Giona.

Il fatto stesso che Gesù richiama usando sempre lo stesso nome Simone di Giovanni  per ben tre volte, fa capire molto chiaramente che la parola Pietro non era nella testa di Gesù, ne prima né dopo la sua morte. Questo significa che è una forzatura, altrimenti Gesù avrebbe chiamato Simone di Giovanni con il suo nuovo nome Pietro o Simon Pietro.

In questo passo 20" Pietro allora, voltatosi,” si passa direttamente a chiamare Simone di Giovanni, Pietro baipassando direttamente come Gesù chiamò realmente l’apostolo per inculcare nella mente del lettore il nuovo nome, questa è un azione strategica. In questo testo si nota l’azione astuta del riscrivente, che non è certo Giovanni apostolo, vi era qualcuno che aveva interesse diretto a spostare l’attenzione dal vero nome di Simone di Giovanni usando un intermedio Simon Pietro per finire in Pietro così che chiunque avesse letto, avrebbe pensato che Gesù avesse dato a Simone di Giovanni un soprannome quando questo passo del vangelo dice il contrario.. perché altrimenti Gesù avrebbe chiamato Simone di Giovanni,  Pietro subito e non lo avrebbe chiamato con il suo nome di nascita.

Ora bisognarebbe capire chi potrebbe essere stato a scrivere una cosa del genere, senza ombra di dubbio l'apostolo più amato da Gesù, non lo avrebbe mai fatto, quindi il soprannome chi lo ha attribuito a Simone di Giovanni? Certamente qualcuno in tempo posteriore alla morte degli apostoli ,forse per un altro scopo.

Questo passo, in cui Gesù chiamerebbe il "primo" Apostolo con il suo nome di nascita, Simone di Giovanni fa capire che questo apostolo era pari degli altri, cioè non era ne primo ne ultimo, lo tratta esattamente come tutti gli altri, nel passo infatti non dice nulla sul fatto che "Pietro" sia il primo, ne che "Pietro" doveva essere il capo degli apostoli, dice solo ed insiste a chiedere a Simone di Giovanni=Pietro se  egli lo ama e gli comanda di gestire le pecorelle (cioè i cristiani) come poi in realtà fece a tutti gli apostoli egualmente.....qui non cè scritto e Gesù non dice che Simone di Giovanni era il primo, ne tanto-meno come sarebbe morto, come dice la chiesa,  anzi questa descrizione ben si comprende che non possono essere stati gli apostoli a scriverla ma qualcun'altro molto tempo dopo, perchè nessuno di loro sapeva come Pietro fosse morto realmente, quindi in questo testo potremo dire che c'è lo zampino degli uomini di chiesa che hanno fatto un altro errore nel commentare come Pietro fosse morto. 

Invece si comprende che Gesù gli dice in sostanza che quando sarebbe stato vecchio sarebbe stato condotto da altri dove non voleva andare, indicando che avrebbe assunto un valore importante, nella comunità dove esso era, ma non gli ha detto nulla sul primato. 

Invece il voler confondere il nome reale Simone di Giovanni con il soprannome Pietro, ideato da altri posteriori all'evento indica che si vuole portare la gente a credere per interessi diversi, a qualcosa che non era vero.  

Oltretutto da notare che il contenuto dei testi dei vangeli, stessi è molto commentativo alle frasi della parola di Gesù... come se i commenti fossero stati introdotti da altri, potremo pensare agli apostoli stessi, ma bisogna vedere veramente se è così. Certamente in questo caso, sicuramente gli apostoli non avrebbero mai contradedetto la parola di Gesù e non avrebbero creato confusione di proposito tra le diverse diciture del nome di Simone di Giovanni...visto che la parola di Gesù in questa parte del testo si riferisce a dopo la sua resurrezione e quindi nella forma spirituale e non più anche carnale. 

Quindi Gesù in questo frangente parla ai suoi discepoli come Dio, non solo più come un essere umano carnalmente vivo...facciamo attenzione a questo particolare estremamente importante... E' Dio che parla in Gesù come fu sempre, però in questo contesto esso ha ri-assunto la sua figura reale e ripreso il suo posto accanto a Dio Padre, mai Gesù avrebbe detto qualcosa di difforme al vero pensiero di Dio Padre, quindi Simone di Giovanni era il vero nome ed unico , non Pietro. 

Riassumendo, fintanto che Gesù è in vita, lo continua a chiamare Simone di Giovanni o di Giona, lo continua a chiamare così anche dopo la resurrezione; se gli avesse conferito il nome di Pietro, durante la vita carnale, avrebbe dovuto per logica chiamarlo anche dopo la resurrezione con il nome cambiato, ed invece continua a chiamarlo sempre con il nome di battesimo, Simone di Giona. Questo significa che la parola Pietro è stata attribuita a Simone di Giovanni molto dopo la resurrezione di Cristo e probabilmente dopo la morte degli apostoli, chi aveva interesse dar a Simone di Giovanni un nome diverso e per quale ragione?



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Pietro vuole allontanare Giovanni dal gruppo degli apostoli.

Però Giovanni è l’unico veramente che  riconosce Gesù sul lago di Tiberiade prima di tutti gli altri 
Giovanni 21,1-14 “”7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». “”… anche perché poi Pietro ha quell’atteggiamento un po’ strano di correre per primo a riceverlo, come per far vedere che lui era il più importante, “”Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare.””
In sostanza si legge questo atteggiamento in Pietro di notevole rivalità con Giovanni e lo si evince anche dalla stesse parole che rivolge a Gesù nei confronti dello stesso Giovanni.  

In Giovanni 21,21: Al vederlo, Pietro disse a Gesù: «Signore, e di costui che ne sarà?».
E Gesù risponde: «Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa? Tu seguimi!».

Come se la presenza di Giovanni fosse tra gli apostoli era inopportuna. Già il fatto stesso che si pone nei confronti di Gesù come se egli fosse già un capo, infatti la frase dice: “””e di costui che ne sarà?””  come se Pietro si sentisse così importante da pensare di escludere Giovanni dal gruppo degli apostoli.

come se Pietro avesse voluto in qualche modo forzare la mano di Gesù verso Giovanni, infatti il temine cosa ne sarà sta ad indicare proprio una volontà di estromissione dell’apostolo che Gesù amava di più. Penso che Simone, mal sopportasse la presenza di Giovanni, perché Gesù lo trattava come un fratellino, in modo molto affettuoso, cosa che con Pietro non vi era questo legame. Altrimenti la gelosia di Pietro non sarebbe mai emersa.

Potremo dire invece che temevano di chiedere se colui che era li innanzi a loro era realmente Cristo visto che le sue sembianze erano completamente diverse da quelle che loro conoscevano. 

Oltretutto la risposta di Gesù è un po’ risentita, perché Pietro vuole che Gesù decida su Giovanni, dicendogli: Che te ne importa, sta proprio a sottolineare che Pietro tentava di forzare la mano.. però Gesù gli continua a dire tu seguimi, sta ad indicare che non sta trattando Pietro come un primo ma come uno degli altri.. tu seguimi e accudisci alla mie pecorelle.


Si potrebbe quasi leggere in quel atteggiamento di Pietro, la paura che Gesù volesse nominare Giovanni a primo, perché questo richiamare all’attenzione di Gesù il problema Giovanni, fa capire che per Pietro era un problema non da poco e questo farebbe capire che Pietro non è mai stato nominato primo.

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Vangelo di Giovanni 21,15-25


15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
20 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». 23 Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
24 Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25 Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!