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venerdì 9 giugno 2017
Il linguaggio delle origini
venerdì 2 giugno 2017
PAOLO DI TARSO E LA SPINA NELLA CARNE
Premetto dopo aver terminato tutto lo scritto ho deciso di inserire una premessa...
So già che non accetterete questa versione, ma ho seguito punto per punto la parola scritta nel testo, rimanendo chiaramente fedele alle parole precise e al senso vero e profondo di quanto è rivelato dal testo stesso, per quanto paradossale può sembrare la mia l'interpretazione è molto più sensata di quella proposta da qualsiasi esegeta del passato, compreso S. Agostino e spiegherebbe anche alcune cose, dei suoi scritti.
Bibbia CEI74: 2Corinzi 12,7-10
Brani di difficile interpretazione nella Bibbia, I 2 Cor. 12, 7 “Perché non montassi in superbia mi è stata messa una spina nella carne” (tpfs*)
Che cos'è questa metafora che Paolo usa “la spina nella carne”? Secondo tutti gli esegeti moderni - e fondatamente - non è una tentazione di sessualità, come ha interpretato S. Agostino e come a volte viene interpretato, specialmente sulla linea della Vulgata, che traduceva questa espressione: “una spinosità che punge la carne” (stimulus carnis meae), che fa pensare subito alla sessualità. Nel testo greco non c'è l'idea di stimolo. Ovviamente delle spine conficcate nella carne si fanno sentire, ma questo è un fatto che viene dopo; non è la spina stessa. Se la spina sta tranquillamente dove sta non è uno stimolo, diventa uno stimolo, quando la spina viene conficcata nella carne, quando si fa sentire…
“Pregai e ad un certo punto mi disse” (non è una visione, ma una presa di coscienza che pian piano matura in Paolo); la risposta del Signore non è quella di spianargli la strada. Gli rimangono tutte le sue difficoltà; ma la risposta è questa: Ti basta il mio amore, la mia benevolenza! (più che la mia grazia). Non è: ti basta quella grazia corroborante che io ti do. Questa è un'interpretazione che rischia di quantizzare il rapporto: quella grazia che ti do, ti sarà sufficiente! Per Paolo il problema è più a monte. Gesù ti dice: io ti amo! Basta! Non ti preoccupare di altro! Quando Paolo riesce a capire questo, si è affidato all'assoluto dell'amore: voglio che tu sia apostolo! Ci sono queste difficoltà che ti impediscono di realizzare quei piani che io stesso ti ho fatto venire in mente! Va bene! C'è anche questo qua, come fare? Pensa a me, pensa al mio amore: l'assoluto è nel mio amore! Il mio amore che si manifesta nel mistero della morte e della risurrezione, nel mistero della debolezza e della forza di Dio. Una volta che Paolo riesce a capire questo… Ti basta di essere amato da me! Ti basta questo coinvolgimento nella debolezza e nella forza del mistero pasquale! Siamo insieme! Più debolezze ci sono e meglio è; non perché le debolezze siano simpatiche, ma perché Paolo vede nelle debolezze, malattie, difficoltà, quella partecipazione alla debolezza di Dio della crocifissione. E poi attraverso questo sa che connessa con questa c'è la risurrezione. Paolo ci dice: di fronte a qualunque difficoltà, la risposta che lui ritiene persuasiva nel suo apostolato è questo affidamento totale del suo apostolato a un Cristo, non solo che provvede, ma che ama e la sua provvidenza è frutto di quest'amore che per Paolo è un qualcosa di assoluto. Allora, quando Paolo si sente davvero così amato da Cristo, sa di essere accanto a lui, di essere nello stesso giro di Cristo, di poter completare nella sua carne quello che manca alla passione di Cristo, come dirà poi nella lettera ai Colossesi. Questo è un punto importante per capire la vocazione di Paolo, per capire la nostra vocazione, per capire ogni vocazione cristiana. Nella nostra vocazione Dio ci dice di farci tutto a tutti. Dobbiamo fare anche i nostri progetti; però il vero realizzatore del nostro apostolato, il vero attualizzatore di noi come dono agli altri nell'apostolato è sempre lui; è un segreto del suo amore verso di noi e verso gli altri. Allora Dio ci dice: lasciatemi fare! Fidatevi pienamente del mio amore! Fate tutto quello che potete, ma guardate a me, fidatevi pienamente del mio amore e io farò. Quando Paolo riesce a capire questo - c'ha messo del tempo! Pregai il Signore tre volte! Vuol dire: pregai il Signore a lungo, con intensità crescente, con tutte le mie forze - alla fine acquista luce.
Vi spiego cosa tratta la lettera ai Corinzi:
CEI74: 2Corinzi 12,7-10
Come si fa ad insegnare ad un figlio, la modestia e l'umiltà?
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Questa spiegazione ci fa capire alcuni curiosi passi delle lettere di Paolo, si spiegano sotto questa luce nuova molte cose dei suoi scritti, per esempio come poteva sapere che Giovanni in Apocalisse avrebbe scritto che un giorno un messaggero mandato da Dio avrebbe portato il vangelo eterno e da qui si comprende che forse quella parola definita da Paolo anatema forse era indotta non da Dio ma da qualcun altro. Perché è più che certo che Gesù preferisse più di ogni altro Apostolo anche più di Pietro stesso, il giovane Giovanni, per cui certamente il messaggero celeste è verità, ma allora se l'angelo che viene dal Cielo è un angelo di Dio, vuoi che Dio comunichi a Paolo una parola contro se stesso? Ovviamente no, per cui si comprende bene che quella parola sull'anatema non appartiene a Dio, forse è dello stesso pensiero di Paolo traviato da un demone che lo tortura notte e giorno e che lo prostra, più o meno è la stessa cosa che accade a S. Agostino, il quale ebbe un rimprovero di Dio usando un angelo che venne per avvertirlo di fermarsi, perché quanto stava scrivendo non era opera di Dio, ma opera della sua mente, ecco in questo passo di S. Agostino si può ben leggere anche l'errore di S. Paolo, un atto di superbia, poi preso per vero dagli uomini di Chiesa. Per cui non si può dire che un messaggero di Dio cioè che viene dal Cielo che per altro è rappresentativo di una dimensione celestiale, come il Padre Celeste, può essere definito un demonio e considerato un anatema e rifiutato, rinnegato e cacciato come fosse falso.
Quindi quanto dei testi di S. Paolo sono parola di Dio?
C'è anche da dire un altra cosa, quanto di una persona posseduta un prete prende in seriamente in considerazione? Poco o nulla, per ovvie ragioni. Quindi!!
giovedì 1 giugno 2017
RAPIMENTO-ELEVAZIONE DEGLI ELETTI
Vediamo di capire bene queste discorso del rapimento o dell'elevazione degli eletti, cioè dei credenti in Cristo.
Andiamo in ordine:
Apocalisse 20
"...Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; 5 gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. 6 Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni."
In questo passo c'è il discorso del millenarismo che la chiesa ha sempre rifiutato, e sempre ritenuto falso e non vero, tanto da costringere molti santi a cambiare la loro posizione dottrinale.
Apocalisse 11,18-19
18 Le genti ne fremettero,
ma è giunta l'ora della tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa ai tuoi servi,
ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra».
Qui non parla di elevazione, ne di rapimento, ma di ricompensa che appunto è la resurrezione, i morti in cristo tornano in vita, questa è la ricompesa.
Apocalisse 10
7 Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti».
8 Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va', prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra». 9 Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». 10 Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza. 11 Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re».
In questo passo non c'è alcun riferimento al rapimento ma solo al giuramento che l'angelo fa verso Dio, che va in accordo con quanto riportato da S.Paolo, nella lettera ai corinzi.
8 Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va', prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra». 9 Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». 10 Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza. 11 Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni e re».
S.Paolo:1Corinzi 15:50-67
Prima lettera ai Tessalonicesi - 4
13 Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14 Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 15 Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16 Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17 quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
18 Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Non può, deve riconvertire il suo corpo risorto glorioso da carnale a spirituale, allora arriva al Padre, quando tornerà sulla terra ritornerà della natura carnale, so che per voi è incomprensibile tale cosa, ma è così. Ricordiamoci che Dio può tutto, anche trasformare un coniglio in un tigre o una farfalla in un angelo, come una colomba può diventare una donna, e un angelo può divenire un uomo carnale e viceversa. Un esempio biblico quando gli angeli si presentarono a Sarah ed ella era incredula, essi non erano spirito, ma carnali, poi quando se ne andarono tornarono spirito, eppure erano carnali. Non è perchè Cristo ora dove vive è puro Spirito non possa essere e avere anche un corpo carnale. Ce l'ha, solo che, questa carnalità ora è in forma spirituale, pronta per tornare materiale quando lo desidera., solo che, per essere con il Padre celeste, deve essere come è il Padre uno Spirito.
Importante!
Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!