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sabato 24 marzo 2018

SE IL SEME NON MUORE NON PORTA FRUTTO


Perchè Cristo Gesù ci disse: se il seme non muore non porta frutto?



CEI74 -Bibbia di Gerusalemme

Giovanni 12
24 In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà.

Vediamo di capire cosa sta dicendo Gesù agli apostoli e alle genti.
La parte fondamentale di questo messaggio è il seme o chicco, Gesù non sceglie a caso il grano, ha una sua dimensione ben precisa. Se si comprenderà bene il senso del seme si capirà esattamente cosa sta dicendo Gesù al mondo e si comprenderà il restante della frase.

Ma vediamo di capire bene che dice il testo.

se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”

Le domande che sorgono spontanee sono queste.

  1. È puramente un discorso allegorico?
  2. Come puo un seme morire e portare frutto?
  3. Perché dovrebbe rimanere solo?
  4. Cosa s'intendi per seme e per grano?

No, non è un discorso allegorico, Gesù fa riferimento al seme, in questo caso di grano, ma perché rimane solo e perché deve morire per portare frutto?

Vediamo di capire prima di tutto cos'è un seme da cosa è composto, pare una assurdità invece non è così, Gesù fa riferimento proprio al seme nel suo insieme, e fa ben capire che Egli sa bene come sia fatto un seme, allora secondo quanto la scienza ci insegna un seme è composto da tre strutture il tegumento è la sua parte più esterna coriacea che protegge il suo interno composto da un parenchima cioè tessuto nutritivo, e un embrione che è la parte germinativa del seme. Perchè Yeshua fa questo riferimento al seme, cosa ci vuole far capire e cosa sta parlando in realtà, Cristo sa bene che il seme è formato da tre parti, un anima, che è la parte germinativa del seme, il vero fulcro del seme, quello che da vita ad una nuova creatura, il parenchima che nutre il germoglio che nasce, e il tegumento che protegge tutto.

In pratica Yaueshua ci dice che il seme in questione è composto da queste tre parti e afferma che se un seme non muore non può portare frutto,ma di quale parte del seme sta parlando? Ovviamente del tegumento e del parenchima che è la parte che darà difesa e nutrimento al germoglio al virgulto che spunterà dalla terra, ecco perché dice se il seme non muore non porta frutto, è ovvio, il seme cioè la sua scorza e il suo sostentamento non viene consumato, non potrà mai dar la vita ad un altro se stesso, cioè non potrà mai divenire nuovo albero, nuovo pianta, ovviamente questo discorso ha un parallelismo con l'essere umano, il tegumento è il suo rivestimento esterno cioè l'abito che lo riveste e lo protegge, il parenchima è la sua carne e le sue ossa e il suo sangue che lo reggono e rendono vitale la sua anima. Per cui Yaueshua si riferisce proprio all'essere umano con il discorso del seme, se non si libera delle esteriorità e non consuma il suo corpo la sua anima non potrà mai elevarsi, e non potrà mai spargere la parola di Cristo, quindi non potrà mai portare frutto, cioè non potrà mai diffondere la parola di Cristo e la sua legge. Il seme cioè il corpo e la mente non si annulleranno in Cristo, non potranno ottenere un massimo risultato, non ci sarà l'impianto del seme in altri terreni, in altri luoghi quindi il morire ha un senso relativo non esattamente reale. Muore il suo corpo ma rimane vivo il suo spirito, la sua anima, che cresce e si eleva tanto che i frutti che porterà saranno santi, cioè pieni  di vita. Il seme deve morire, cioè il corpo deve distruggersi per esaltare e far uscire da esso la sua anima che deve germogliate, fiorire e portare frutto.Il seme racchiude in se tutto la forza il futuro frutto, ma esso deve trovare terreno fertile, che altro non è che il mondo, il cuore dell'uomo è dove il seme deve essere seminato e dove il seme deve trovare la sua dimora per dar il frutto sperato, in cuoi induriti pietrosi, difficilmente il seme germoglierà, in cuori aridi arsi dal sole il seme germoglierà ma poi perirà; in cuori ricchi e fertili ed umili facilmente germoglierà, quindi la parola del Signore Nostro Dio è una parola sapiente, giusta e precisa.
Chi si abbevera alla fonte della vita non perirà in eterno.

Perché dovrebbe rimanere solo?

Perché esso rimane in superficie, Yaueshua nasconde nel suo modo di parlare un tassello che non sempre è facile cogliere, con il termine rimanere solo sta ad indicare che rimane in superficie non penetra nella terra, non penetra nell'animo e nel cuore dell'uomo, ma il messaggio rimane superficiale, per cui non attecchisce , non si radica profondamente, non mette una radice forte da poter crescere e dar frutto, per cui poi rimane da solo, cioè privo di sostanza, cresce in modo stentato, senza aver le forze per produrre il frutto pieno di vitalità.

E nella nostra società vi sono molti che sono soli, molti che pensano di aver compreso la parola di Cristo, anche tra il clero stesso, che spesso si sente arrivato e si ferma fin dove pensa di aver compreso, ma sono rimasti alla superficie, senza esser in grado di penetrare quella parola profondamente e portare frutto.


Cosa s'intendi per seme e per grano?

Il seme è tutto sia l'involucro esterno che la parte interna dei dicotiledoni, cioè la parte che poi serve al germoglio per gettare le radici e crescere nella sua fase iniziale, cioè il nutrimento del germoglio.

Per cui Cristo intende per seme solo la parte esteriore del seme stesso, mentre la parte interna è il germoglio che diventa frutto, cioè nuova pianta e quindi s'intende per figlio. la nuova pianta è il figlio che porterà frutto.


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Ho già trattato questo passo, ma ho tralasciato volutamente qualcosa.

Perché ho detto non prendete per voi i miei testi e le mie interpretazioni dei vangeli? Perché quando pubblicherò il testo completo di tutto, troverete degli aspetti inaspettati che cambieranno alcune cose, per cui non pensate di pubblicare pensando che le mie interpretazioni siano finite così, perché per ogni parola c'è molto di più che essa cela e io di proposito non ho detto tutto, conoscendo l'animo umano sempre pronto ad ingannare chiunque ed ad avvantaggiarsi per se stessi.


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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!