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martedì 12 maggio 2015

Riflessioni su S. Paolo!


E altro!

Vi era bisogno di un Paolo per spiegare e per confermare la resurrezione di Cristo?
Non vi era bisogno di un Paolo che invece di confermare Cristo ha posto solo dei dubbi, ha posto domande per rispondere ad altri, ma che egli sapeva benissimo che sarebbero rimaste anche ai posteri, di conseguenza i suoi discorsi erano già minati dal principio di dubbi e perplessità, al solo fine di inserire nella chiesa del futuro un tarlo, che se Cristo non fosse risorto la fede non avrebbe avuto senso, a tutto vantaggio dell’ebraismo di conseguenza.

Invece Cristo non voleva questo, voleva che gli apostoli avrebbero dovuto scrivere la vera versione della sua parola non tarlata da uno straniero che per di più odiava terribilmente le donne, tanto da considerale ne più e ne meno che delle schiave, questo non è atteggiamento di un santo, ne di un prescelto di Dio, contrariamente a quanto Gesù stesso fece, che le donne erano una elemento fondamentale prezioso per la vita del mondo a partire da sua Madre.

A causa del pensiero distorto di Paolo o  Saulo di Tarso, La Venerazione a Maria Madre di Cristo è arrivata molto in ritardo, causa proprio l’avversione che Egli aveva verso le donne, e che ha impresso a causa sua prima nella mente degli Apostoli, poi nella chiesa futura, contribuì a farsi che anche la madre Dio fosse rilegata in un angolo e sostanzialmente dimenticata, solo dopo parecchio tempo, la figura di Maria S.S.ma è stata rinobilitata e ha preso il posto che merita.

O Gesù voleva un atto di fede da parte della sua futura chiesa?
Ma certo! Gesù voleva un atto di fede assoluto, voleva che la sua chiesa avesse applicato su se stessa, la parabola: “beati coloro che non vendendo crederanno”, non solo da parte dei singoli apostoli che hanno subito una fascinazione da parte di questo Paolo di Tarso, molto istruito, ma soprattutto da parte della sua chiesa post-apostolica. Che avrebbe dovuto attestare solo mediante i vangeli degli apostoli da Cristo scelti, che esso Era risorto. Gesù non voleva un altro testo di un soggetto che non aveva vissuto le sue vicende, perché esso non poteva aver visto o sentito, non poteva aver toccato con mano il corpo del risorto, per cui non poteva neppure stabilire con sicurezza se Egli era risorto, visto che Paolo poteva solo attestare il racconto degli apostoli e nulla di più.  Dalle sue lettere e scritti si evince che è incerto nei confronti del risorto, tenta di darsi una spiegazione logica, ma in realtà mina le basi stessi della sicurezza degli apostoli, ponendo un incertezza, Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede e così con l’astuzia impone alla chiesa post-apostolica un incertezza. Perché questa frase non determina una certezza ma anzi trasmette un senso di incertezza, quindi se Paolo non avesse e non fosse esistito sarebbe stato meglio, la frase non sarebbe mai stata portata avanti e la chiesa avrebbe dovuto unicamente credere alle sole ed uniche parole dei veri Apostoli, cioè quelle di Gesù, che erano più che sufficienti per attestare la resurrezione di Cristo.

Inoltre teniamo presente che gli apostoli ricevettero lo Spirito Santo che senza ombra di dubbio non solo li proteggeva ma conferiva la loro la possibilità, di conoscere la verità dei testi e delle parole che potevano essere presentate agli stessi, per cui lo Spirito Santo conosceva sicuramente il senso vero di certe espressioni. L’espressione usata da Paolo che parrebbe positiva ha un lato negativo, che insinua il dubbio in chi la legge, perché dire, se Cristo non fosse risorto allora la fede non esisterebbe, questo però va a favore di chi dice che Cristo non è risorto, perché Paolo sapeva bene che nessuno avrebbe mai potuto attestare ne in quel momento, né nel futuro più remoto che Gesù era risorto, per cui la frase mina la certezza della resurrezione, che Cristo invece trasmise con la sua risurrezione e poi apparizione in terra come vivente e vivo tra gli apostoli e successivamente come asceso. I veri apostoli potevano realmente attestare la veridicità della resurrezione e nessuno altro neppure Paolo di Tarso, perché lui non era presente dopo tale manifestazione, Egli non vide mai Gesù nel frangente prima della sua ascensione, ne vide Cristo Ascendere.

Quindi non poteva dire nulla in tal proposito ma solo dire quello che gli apostoli dicevano, cioè ripetere fedelmente se credeva, le parole degli Apostoli stessi dato che non era presente, non poteva dire nulla di più di quanto Essi gli raccontarono.  L’espressione appare come un tentativo di superare la grandezza degli apostoli stessi, che nel loro essere non erano grandi, ne sapienti, come lo poteva essere Paolo che era enormemente erudito, conoscitore della filosofia, e di molte altre cose e abile scrittore, per cui esso non aveva bisogno dell’imput dello Spirito Santo per comprendere certe cose perché usava la logica per tentare di spiegare l’irrazionale, ma certamente non poteva neppure conoscere realmente la verità di Cristo, poteva invece scrivere di testa sua, cosa che si vede bene fare in quelle lettere, cosa che i veri apostoli non potevano fare, in ciò sta nettamente la differenza tra Paolo e gli veri Apostoli. I quali scrivono solo sotto dettatura dello Spirito Santo e si nota la differenza tra gli scritti di Paolo e quelli degli Apostoli, quelli di Saulo sono scritti basati su logica umana; i secondi quegli degli apostoli sono le esatte parole che Gesù usò finche era in terra. Due tipologie differenti di linguaggio. Se Paolo di Tarso fosse stato preso dallo Spirito Santo anch’egli avrebbe scritto non solo come, ma anche le stesse cose degli Apostoli, e i suoi discorsi sarebbero stati esattamente identici a quelli che Gesù fece, e dei medesimi contenuti di quelli degli apostoli, invece vediamo che sono un tentativo di emulazione, pieni di domande e risposte che si rifanno alla logica e alla filosofia del tempo, per nulla di natura divina. Inoltre sicuramente Paolo attinge le sue conoscenze di chi sia Gesù e dei suoi atti e parole dagli stessi apostoli, per cui esso non disponeva prima di tale rapida conversione, della parola di Cristo, perché se Gesù, avesse voluto un Paolo tra i 12 lo avrebbe cercato, invece Saulo non era nei piani di Gesù.

Ricordiamo che Saulo non ricevete lo Spirito Santo come gli Apostoli riuniti nel cenacolo, per cui esso non l’ha ricevuto nello stesso modo(se lo ha ricevuto), per cui esso mai poteva essere simile agli apostoli, non solo perché non discese lo Spirito Santo in lui, ma soprattutto perché Cristo non lo scelse finche esso era in terra tra noi. Quindi i veri ed unici apostoli sono e rimango gli 11 scelti direttamente da Cristo per volere suo diretto!

Un conto è la scelta degli Apostoli verso altri nominati poi apostoli in seconda battuta, ed un conto è la scelta diretta di Cristo, che eleva un qualsiasi essere umano ad Apostolo come i primi 12, è molto diverso. Perché è come un Papa che nomina di suo pugno e volere diretto un qualsiasi sacerdote a vescovo, se un sacerdote nominasse un uomo qualunque a sacerdote non lo potrebbe fare secondo la logica del clero, perché per farlo lo deve fare un vescovo, che è un quasi Re.

In sostanza Cristo che è Re dei re, nomina un qualsiasi essere umano anche povero, ad apostolo come i primi 12. Mentre un apostolo non può fare la stessa cosa che fa Cristo, perché non è Cristo!  Un apostolo può solo nominare coloro che stanno nello stesso ovile a suoi successori.

Cristo invece Nomina un apostolo fuori dall’ovile, proprio perché Cristo è Dio.  Lo fa capire l’espressione che Gesù dice a Pietro, dopo averlo rimproverato …. La ripeto … solo per capire il passo … “posso fare della mia cose quello che voglio?” e poi dice ancora: “va e pasci le mie pecorelle”, questa espressione finale sta dicendo a Pietro che egli si deve solo occupare delle pecorelle del gregge di Gesù, i cristiani futuri, ma questo indica anche un'altra cosa, che Pietro può operare solo nell’ambito del popolo che si sottomette volontariamente e coscientemente a Cristo, i cristiani. Perché il battesimo è prima di tutto un atto di coscienza volontaria, che attesta la rinuncia totale al peccato, ma tale rinuncia non si può fare se non c’è volontà, perché tale rinuncia è fatta solo e solamente se il soggetto comprende, capisce, è cosciente di quello che si dice. Altrimenti, se il soggetto non comprende per malfunzionamenti mentali, sarà un altro soggetto che per suo bene, può consentire tale operazione. Ecco che allora come fu per Gesù, il Padre Celeste(Dio) acconsentì ad un battesimo ebraico, che si fa ai bambini a pochi giorni di vita, non per nulla poi la fuga in Egitto avvenne poco dopo, quindi il battesimo ebraico per Dio Padre era fondamentale perché indicava il legame che Gesù, aveva con il Padre Celeste e il suo popolo gli Ebrei. Da questo fatto si comprende che anche i cristiani dovrebbe subire un tale trattamento, e poi da adulti ricevere il Battesimo, solo se si è veramente convertiti. Come per dire primo battesimo antico serve per divenire figli del Padre celeste, l’altro Battesimo Cristiano serve per aderire al figlio di Dio, Gesù. In sostanza noi cristiani che ci crediamo completi in realtà non lo siamo, lo siamo solo parzialmente a livello spirituale. Possiamo riassumere così, il battesimo ebraico è l’alpha mentre quello Cristiano è l’Omega. Chi ha in se entrambi i battesimi è totalmente figlio del Padre e del Figlio!

La chiesa non può vietare a nessun figlio che non sia battezzato, o appartenente ad altre confessioni fede di poter prendere parte almeno alla catechesi, certo non può prendere parte alla dispensazione delle specie sacre, specie l’eucarestia, previo battesimo. Ma chiunque può se lo vuole e se sente il bisogno o la volontà di avvicinarsi alla religione cristiana anche mediante l’ascolto di catechesi istruttive in merito.  Generalmente la chiesa per far ciò limita queste catechesi solo ed unicamente a chi è stato battezzato è fondamentalmente sbagliato, perché Gesù parlava a tutti indistintamente prima che questi decidessero di essere battezzati. Anzi direi che in quel tempo il battesimo veniva alla fine di un certo percorso, non all’inizio. Certo che se i genitori di un neonato decidono di far battezzare il proprio figlio sotto la loro autorità, essi lo possono fare, ma si dovrebbe, per essere rigorosi alla regola imposta da Gesù come per il suo esempio, perché quello è fondamentale, pietra miliare, far si che ci sia in età adulta, come è la cresima solo che invece di esserwe fatta a 12 anni, sarebbe melgio ad un età dove il ragazzo fosse più adulto, visto che gesù è stato battezzato attorno ai 30 anni, si dovrebbe prendere quello come metro, visto che a 12 anni si è ragazizni con pensieri e comportamento da ragazzini, anche se oggi apparentemente sembrano adulti, ma adulti non sono. Qui l'inteligenza e la logica direbbe che un età maggiore sarebbe meglio, visto che verso i 30anni sicuramente  giovane è formato e sa cosa vuole, questo è sicuro!  Quindi confermare(cresima) il  battesimo stesso per volontà diretta del soggetto ad un età superiore, dove la coscenza ha sicuramente un espressione diversa che non da ragazzo. In questo modo si eviterebbero gli sbattezzi tanto antipaci a tutti, per cui chi non conferma si prende la sua responsabilità innanzi a Dio e oltretutto  la formazione dle giovane sotto il punto di vista dottrinale sarebbe anche migliore se si pensa bene, perchè ci sarebbe maggior tempo, e quindi con l'età si comprendo meglio molte cose, e la fede diventa più radicata nel soggetto, portandolo anche perchè no  ad aderire alla stessa comunità, con più facilità che non dopo i 12 anni, quando si sà bene che il ragazzo è in piena fase di sviluppo psicofisico, per cui è difficile che possa entrare in una certa logica, se invece questo è graduale cambiano le cose, e dire che le famiglie rimarrebbero maggiormente legate alla chiesa e la società difficilmente si sfalderebbe..



visto che vi piace criticarmi vi do altro materiale per criticarmi!!!
link: lettera-di-paolo-ai-1corinzi  almeno avrete un po da riflettere che non fa mai male... 

lunedì 11 maggio 2015

Lettera di Paolo ai 1Corinzi!


Lettera di Paolo ai 1Corinzi!


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Ho letto tutto il pezzo ed avevo già iniziato a fare un attenta analisi, però prima di proseguire metto in chiaro alcune cose, che ho notato in questo modo di parlare di Paolo.

Prima di tutto usa tantissimo i termini: ( se, se si, ma se, se poi, poiché sé,ecc ) tutti questi termini sono forme suppositive, egli non sta parlando con lo Spirito Santo, suppone, fa delle ipotesi, deduce, presuppone che i suoi pensieri possano essere giusti e pone questi  termini dubitativi, come se fossero delle certezze, quando invece si comprende bene che esso sta ragionando con se stesso, perché non esprime un concetto preciso, lineare, semplice e chiaro, sono concetti arzigogolati al fine di non far comprendere bene a chi legge cosa realmente vorrebbe far capire, in modo che si possa pensare che il suo parlare sia ispirato, ma così non è.  Paolo sta scrivendo una lettera ai corinzi, nel tentativo di trasmettere una parola di certezza alcune tematiche calde in relazione ad alcune controversie sulla natura stessa di Gesù.

Chi inizia a parlare usando il se e le altre forme, in forma ipotetica non è lo Spirito Santo che parla la ma sua mente, perché lo Spirito Santo non usa mai queste forme dubitative, ipotetiche, alternative, ma soprattutto non le usa in maniera così eccessiva. Esso è lineare, preciso, è come una lama di rasoio, quel che dice è senza ipotesi, senza dubbio, senza alternativa, e non parla in modo contorto. O Si o è No! Tutto resto come diceva Gesù viene dal maligno! - Oppure è pensiero umano- ma Gesù lo identifica anche il pensiero umano come maligno perché è un pensiero imperfetto, e quindi non appartenete a Lui.

Paolo era un abile scrittore molto erudito e molto furbo.

Paolo si fatto raccontare dagli apostoli la vita di Gesù, le sue opere, e soprattutto le sue parole e tentasse di elaborare, con la sua cultura e mente questi discorsi degli apostoli che da quanto capisco, gli sembravano strani e privi di logica, per cui si è posto un infinità di domande, dandosi risposte interpretative errate, dico così per i suoi discorsi che ora cerco di spiegare.

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Premessa: Adamo Il primo uomo creato. significa 'umanità' in ebraico, che assomiglia alla parola 'terra o suolo' Gen 2:7,20; 5:1; Tob 8:6; Sir 49:16  umanità quindi anche uomo, può anche significare creato dalla terra.


Ora mi dedico a Paolo di Tarso e alla sua lettera ai Corinzi. …..considerando che essa fu scritta in risposta alle accuse mosse dai questi verso la comunità degli apostoli.

1Corinzi 15, 12….

12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?

13 Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! 

14 Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. 

15 Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. 

Se questo ragionamento fosse vero, chi ha testimoniato “ipoteticamente il falso” non ha colpa perché è stato indotto a credere una cosa vera, che vera non era. E non ha perso nulla.

16 Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; 
Come poteva  attestare che i morti possono risorgere, con quali mezzi?  Infatti i morti non possono risorgere. Ma Cristo può risorgere perché è Dio, figlio del Vivente. Se non si riconosce in Gesù il figlio del Dio Vivente non si può neppure attestare che Egli è risorto! Perché solo il Figlio del Vivente può risorgere, per ha in se la vita da Se.

17 ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. 
18 E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. 


19 Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.


Ma io dico, se S. Paolo avesse avuto veramente lo Spirito Santo non si sarebbe posto nessuna di queste domande e di queste risposte così contorte di una mente contorta che cerca di convincere se stessa che Cristo è veramente risorto, che è veramente vincitore sulla morte, e che veramente il loro operato non era vano; la mia sensazione è che questo testo servisse per minare il credo degli apostoli e di quanti credevano in Cristo, questo modo di parlare dubitativo, serve solo per far sorgere non certezze , ma dubbi al fine ultimo di creare confusione. Non vi era alcun bisogno esprimere tutte queste incertezze per asserire una certezza, questo è proprio un ragionamento umano, non ha nulla di divino.


20 Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.  ok
Noi viviamo nella  condizione di morte, perchè non abbiamo la capacità di risorgere da noi, e quindi per noi Cristo è il nostro primo ed unico salvatore ..


21 “Poiché, se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti;

a causa di:indica colpa, ma poi porre il se innanzi indica un dubbio, se a causa se per colpa di un uomo venne la morte = per colpa di Adamo che è venuta la morte, cioè il peccato....questo potrebbe star bene, anche se la colpa era di Eva in prima istanza non di Adamo. Ma poi dice usando sempre lo stesso termine di paragone,  a causa  di  Cristo verrà la resurrezione dei morti, se questo a causa di è lo stesso a causa di in riferimento ad Adamo, ciò significa che Paolo accusa Cristo come colpevole, per il quale vi è stata le resurrezione dai morti.  Il modo dire a causa di  è anomalo, come può  Cristo causare un danno con la resurrezione dei morti? Come se la resurrezione fosse la causa o una colpa! Non un merito!

Paragonare Adamo a Cristo è fondamentalmente sbagliato, primo perché Cristo non è Adamo e nemmeno il nuovo Adamo, e Cristo pur avendo assunto la corporalità umana, ma esso è il figlio di Dio del Dio vivente, questo modo di parlare invece vuole abbassare Cristo al valore umano di uomo, portando Adamo e Cristo sullo stesso piano, assolutamente errato ed è pure una bestemmia. Cristo è un Dio, e Adamo non è un Dio è solo la sua creatura, anche se fu la prima; ma i due soggetti sono nati in modo diverso, uno è plasmato geneticamente in toto con la materia di questo cosmo, l’altro invece nasce per mezzo di Dio, nella sua creatura, è molto diverso. In sostanza Dio sfrutta la sua creatura Uomo=Adamo per darsi un involucro, detta brutalmente, dato che quell’Uomo=Adamo era stato costituto uomo su una genetica simili a quella di Dio, e da qui si comprende bene che Dio ha generato l’uomo per dar a se stesso avanti nel tempo la possibilità di incarnarsi, dato che Adamo=Uomo era stato creato proprio per questa missione, per essere ospite della potenza di Dio, non per divenire un Adamo, ma per divenire Trinità incarnata di Dio, che nulla ha a che fare con Adamo uomo. Sembrerebbe quasi un tentativo di rinobilitare la figura di Adamo, paragonandola con quella di un Dio.

22 e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. 
-Se l’uomo rimane Adamo, muore Adamo=Uomo, quindi con il peccato originale, senza aver conosciuto Cristo non può avere la vita in Cristo! Perché Adamo non è Cristo!

23 Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo;….

-Questo è sbagliato…. Cristo non riceve nulla da Cristo e non riceve nulla in più da Dio, perchè è perfetto in se stesso, perchè Dio lo ha già creato ed è sua creatura generata da se stesso, e quindi Dio con Dio, non può essere di più. Sarebbe come dire satana non caccia satana è la stessa cosa! Prima di tutto cosa centra Cristo, visto che Esso siede alla destra del Padre, essendo Esso già risorto, non ha bisogno di risorgere ancora … essendo esso il verbo incarnato di Dio e la Trinità di Dio.  

Altro errore che ha detto, “quelli che sono di Cristo”, Non è esatto, Paolo qui indica quelli di Cristo come i sacerdoti, mentre Gesù dice che chi fa la sua volontà è suo Figlio e non solo il clero, quindi ha sbagliato ancora. Anche perché non sempre coloro che sono sacerdoti sono in paradiso, taluni non lo sono proprio, come non solo taluni degli altri.

 24 poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. 

Ma è un discorso assurdo, partiamo dal concetto principato, potestà e potenza, se intende i re e i principi, i potenti  di questa terra, Gesù gli ha già vinti, perché avendo vinto il peccato originale, che sta nel tentatore, e poi la morte, divenendo eterno, i potenti della terra scompaiono sono nulla innanzi a Dio, quindi non ha bisogno di vincere nulla perché Egli quando arriverà la fine delle fini, al termine di questo nostro mondo esso uscirà dal santità di Dio, come un vincitore per vincere ancora, come può un vincitore che ha già vinto in eterno, sconfiggere coloro che ha già sconfitto da sempre!?. Cristo vincerà sempre su tutti, in eterno. Non può ridurre al nulla quello che è già nulla. Le potenze del mondo sono nulla innanzi a Dio incarnato, le ha già sconfitte e ridotte proprio con la sua venuta-morte e resurrezione.
Se invece intende per  principato e ogni potestà e potenza, gli spiriti celesti, non è possibile dato che essi fanno parte della sua stessa Santità.

Se invece intende i principati potestà e potenze quelle infernali, le ha già vinte anche quelle, perché sconfiggendo satana, sia durante la terribile guerra che in cielo nei tempi remoti di cui l’uomo non ha memoria, sia con la sua morte e resurrezione, ha sconfitto tutto il regno satanico del drago che essendo il più potente, lo ha già soggiogato. Quindi Cristo è eterno prima della sua venuta, dalla sua nascita e poi morte e resurrezione su questa terra nel Padre e nello Spirito Santo Trinità Perfetta …. Cristo ha già sconfitto tutto e tutti!


- Giovanni nella sua apocalisse.

25 Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. 

Qui c’è un errore, si comprende che Paolo non conosce Dio, Gesù ha già posto tutti i più pericolosi nemici sotto i suoi piedi, nel momento in cui Dio ha sconfitto satana in eterno cacciandolo dal  Regno eterno e recludendolo, lo ha ridotto ad essere schiavo di Dio, esso ha già vinto sul suo peggiore nemico, se ha vinto sul nemico peggiore significa che ha vinto anche su tutti gli altri. Quindi li ha già posti sotto i suoi piedi. E nessuno è un male più grande di quello di Lucifero. Quindi anche questa affermazione è errata. Gesù regna sempre in eterno, lo fece prima di discendere come uomo in terra e lo fatto durante, e lo sta facendo ora in eterno.


26 L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, 

La morte, Gesù l’ha già vinta con la resurrezione. Altrimenti non sarebbe vivente in eterno!
Questa frase attesta che Paolo non era per nulla convinto che Gesù fosse risorto, altrimenti non l’avrebbe posta, perché dire che in ultima battuta Gesù deve annientare la morte, significa che paolo non ha compreso che la resurrezione vince la morte e ti fa divenire eterno.. quindi tutto il discorso che ha fatto sopra è vano!

Dall’apocalisse si legge che alla fine di tutto, Dio quando avrà separato i buoni dai cattivi, e questi li avrà gettati in eterno nello stagno di fuoco, zolfo dove si trova il drago, il falso profeta e l’anticristo, dove ci rimarranno per sempre! Ora dire che annienta la morte, bisogna capire cosa intende, perché Gesù con la sua resurrezione ha già vinto la morte, non c’è altra morte da superare per Lui. Quindi questa affermazione non ha senso. A meno che non intenda la morte come evento di vita eterna per coloro che si sono salvati, quello si, ma se è rivolto a Cristo No!  Perché è già Eterno! Oltretutto Gesù era già vivente in eterno, prima ancora di discendere in sua madre! Lo si capisce dalla sua affermazione :”Ho visto satana cadere come folgore dal cielo” lo ha visto prima del tempo che nato in terra!  Questo fa capire che Paolo di Tarso non ha mai parlato con lo Spirito Santo.


27 perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. 

Questa è una tipica frase da ragionamento umano, non c’è Spirito Santo in essa, sta supponendo.

Come si capisce da quel che è scritto, Paolo non considera Gesù figlio di Dio e Dio con Dio, cioè non lo considera un pari a Dio. Gesù lo è un pari,perché dal momento in cui Esso siede alla destra del Padre, non siede su un trono diverso ma sullo stesso trono del Padre. Un Padre sicuramente è qualcosa di più di Un figlio, ma un Padre considera il figlio il suo erede, per cui il figlio è parte del Padre ed è esattamente quello che Gesù ha insegnato ai discepoli. IO sono nel Padre , il Padre è in Me, per dire che Lui e il Padre sono la medesima persona.

Ora Paolo non può dire quello che ha detto, perché ammetterebbe che sono due soggetti diversi e distinti quanto invece sono parte dello stesso soggetto, perché in Gesù si manifesta la Potenza di Dio nella sua Trinità. Anche se Gesù stesso ammette di essere sia nel Padre che il Padre in Lui, ma dice anche, che Egli è sotto al Padre e fa l’opera sua.  Ma con questo non significa quello che Paolo vuol far credere.

eccettuare” significa escludere.

“ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa. “
Si deve esclude da queste logica Dio Padre, che ha sottoposto ogni cosa a Gesù, questo dice!  Non può avergli sottoposto nulla, perché se il Figlio è parte del Padre e il Padre parte del Figlio, tutto quello che E’il Padre, era/è /sarà  il Figlio così è, e quindi tutto è in automatico sottoposto a Lui. Altrimenti non sarebbe figlio di Dio!

28 E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
“E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui”. Gli è già tutto sottomesso al Figlio! Perché egli ha già vinto satana e avendo vinto il peccato, la morte, è già tutto sottomesso a lui, non c’è nulla di più grande che l’eternità e la vittoria sul peccato,  una volta che Figlio ha vinto il peccato e la morte mediante il suo sacrifico, esso ha già ottenuto tutto.

“il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa,” Se il Figlio è nel Padre, e il Padre nel Figlio, non può essere il figlio sottoposto a nulla di più di quello che ha, perché il Figlio e il Padre sono la medesima cosa, nella stessa carne e nella stessa creatura, Uno è l’erede dell’altro, per cui non si può dire che il Figlio sarà sottoposto al Padre, quando lo è già e quando il Padre è nel Figlio.

 “perché Dio sia tutto in tutti.” Dio non può essere tutti in tutti, se tu non lo accetti e non ti sottometti a lui. Solo se lo accetti Dio è tutto, in chi lo ha accettato. Dio non è per tutti, è in coloro che spontaneamente lo accolgono in loro.
Paolo non ha capito un tubo, sono farneticazioni, cerca con la sua mente di spiegare quello che comprende dalle semplici parola degli apostoli, se il  Consolatore di verità gli avesse parlato veramente non si sarebbe posto tutte queste domande. E avrebbe scritto la verità! Una semplice ed unica parola.


29 Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro? 
Ancora con  sta storia della resurrezione devo notare che Paolo non capiva questa questione della resurrezione e non gli andava neppure giù, forse il suo essere di famiglia ebraica non concepiva la questione della risurrezione.  
Cosa centra il battesimo con la resurrezione, sono due cose diverse, intanto la resurrezione è solo un elemento che riguarda Cristo, il battesimo è il sigillo di Dio che si pone sull’essere umano come simbolo di appartenenza a Cristo Dio, il risorgere in Cristo è semmai riferito all’apocalisse al concetto di seconda morte. Ma nessun essere umano, è mai risorto come Cristo, nessun essere umano ha mai trasformato la sua carne mortale in spirito vivente in eterno, se non che sia stato Cristo stesso a volerlo, Ma Cristo ha vinto la morte, perché Esso Stesso è risorto per un”meccanismo” auto-volontario, cioè è Cristo Stesso che è risorto da Se Stesso! Proprio perché Egli è nel Padre!

I morti battezzati, potranno risorgere solo alla fine dei tempi, quando Dio li renderà risorti, i morti battezzati non possono risorgere se Dio non lo vuole.


30 E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?
Da queste parole si evince che Paolo non crede per nulla all’opera salvifica di Cristo, si pone continuamente alcune domande, come se essere di Cristo è un pericolo, certo a quei tempi con le persecuzioni lo poteva essere, e lui lo sapeva molto bene, visto che fu un persecutore. Ma invece di dire perché ci esponiamo al pericolo, perché non si è posto semmai la domanda perché Cristo ha messo se stesso in continuo pericolo per noi? Questa sarebbe stata una giusta domanda, non aver rivolto la domanda verso se stessi, ma la risposta è implicita se Cristo è morto per noi, ha vissuto nel pericolo per noi, perché noi dobbiamo dubitare di Lui!?


31 Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore! 
Pare da come scrive che questo affrontare la morte per Cristo gli sia un peso e non un vanto!

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32 Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Efeso contro le belve, a che mi gioverebbe?
Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.

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33 Non lasciatevi ingannare: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi». 
Questo è logico non c’è nulla di divino. A parte che è contenuto anche nell'antico testamento.

34 Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.


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35 Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?». 
36 Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; 
37 e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. 
Questa è la parabola di Gesù insegnata agli apostoli, riletta da Paolo in altra forma, ma non ha nulla di più di quello che ha detto Cristo!. Non conferma proprio nulla!

38 E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. 
39 Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. 
Ma questo è un esempio è basato sul fatto che egli avendo osservato la tipologia diversa delle carni aveva visto che ve ne sono di diversa  struttura.

40 Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. 
41 Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. 
Ci vuole poco a dire queste cose, anche nell'ebraismo vi sono questi concetti..


42 Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; 
Risorge incorruttibile semmai, solo se il corruttibile è diventato per sua volontà appartenente a Cristo Dio. Non può il corruttibile divenire incorruttibile se non c’è volontà del corruttibile ad essere figlio di Dio.


43 si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza;
idem come sopra

44 si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Idem come sopra




Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che 
Questo è un riferimento alla genesi, al soffio di vita che Dio infonde in Adamo


45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. 
Ancora una volta Paolo vuole abbassare Cristo alla natura umana come se Cristo non fosse figlio di Dio, ma fosse figlio di donna  umana, vuole a tutti i costi renderlo uguale con il primo Adamo, forse un tentativo di rendere il primo Adamo immortale.  La frase indica proprio la non conoscenza delle natura intima di Gesù, come  dire che l’ultimo Adamo diviene spirito portatore di vita, indica che Paolo non conosceva Gesù, non aveva compreso la natura intrinseca della potenza di Dio in Gesù, per cui il suo modello è il primo Adamo conosciuto nella scrittura dai testi ebraici, Gesù non è divenuto spirito per una volontà diversa dalla sua, è ritornato alla sua dimensione naturale, dopo che esso divenne, umano,o simile ad Adamo, ma non Adamo. Adamo è il peccatore originario, Gesù è il salvatore assoluto. Non si può confondere Adamo con Gesù Figlio di Dio Onnipotente.

46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. 
Questo non è vero, lo testimonia le parole stesse implicite di Gesù, quando dice: “Vidi cadere dal cielo come folgore satana” la caduta di satana è precedente al genere umano; questo sta indicare che Gesù era già vivente presso il Padre suo nei cieli in eterno, durante il tempo della caduta di satana e quindi era corpo  spirituale! Che poi diviene carnale, e poi ritorna al Padre suo come Gesù stesso ha detto … “ritorno al Padre Mio” con la resurrezione e ascensione! Gesù dice Torna a ciò che era prima di divenire carnale!… Questo  sottolinea ancora di più che Paolo non parla mediante lo Spirito Santo, ma fa uso della sua mente.


47 Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. 
Questo l’ho già scritto più sopra … il primo uomo è plasmato geneticamente dalla terra(materia), ed appartiene ad essa, il secondo appartiene prima alla materia spirituale, e poi unito con la materia(terra) diviene corpo carnale, ma questa affermazione di Paolo contraddice quella precedente …Se  “il secondo uomo viene dal cielo” contraddice questa affermazione:  “Non vi fu prima il corpo spirituale.” non si può dire che Gesù  viene dal cielo e poi dire che egli non avesse corpo spirituale è una contraddizione in termini logici.


48 Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. 
Paragone che non ha nessuna importanza, non insegna nulla di interessante.

49 E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. 
 Ma se in genesi dice che Noi siamo ad immagine e somiglianza  del creatore, perché dire ovvietà?

50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.

Anche questo è scontato tutti lo capiscono non c’è bisognò che sia un Paolo a dirlo, lo ha già espresso Gesù in molti concetti … 


51 Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, 

L’unico mistero di Cristo sta in Cristo,
“non tutti, certo, moriremo,” vuole far intendere che qualcuno di loro è vivo, L’unico vivente è Cristo che è risorto ed è l’unico che ha trasformato se stesso. Tutti gli altri potranno essere trasformati solo e solamente se essi abbracceranno la fede in Cristo Dio. Saranno trasformati da Dio, non per se stessi, non ne abbiamo il potere.


52 in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. 
Questa frase, è dedotta dall’Apocalisse di Giovanni che sicuramente Paolo ha letto, il suono della tromba è indicativo dello svolgimento del potere di Dio che farà risorgere i morti dai loro sepolcri, per essere giudicati in ultima istanza, solo in coloro che non sarà trovato peccato o colpa, e avranno aderito alla causa di Cristo risorgeranno per volere e potere di Dio.

53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

Il vestire cioè il prendere su di se, Cristo , cioè divenire e tentare di assomigliare a Cristo, seguire le sue orme, per approdare all’immortalità.. però stiamo attenti non basta coprirsi di incorruttibilità se poi durante la vita puoi farti corrompere; perché il Signore non è sciocco, non serve vestirsi di una matrice splendente se poi duramente la tua vita dentro sei tenebra, non serve a nulla.

54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Forse era più efficace il termine divorata  che ingoiata, perché l’ingoiare identifica inghiottire senza masticare, mentre divorare significa masticare, macinare e ridurre a nulla, cioè consumare e distruggere la  morte, oltretutto il divorare sta anche ad indicare come fa il fuoco che consuma, le fiamme dell’inferno consumano, per quanto siano eterne, inoltre prenderebbe anche un altro senso, ponendo la vittoria come colei che consuma cioè brucia divora la morte. Dopo tutto durante gli esorcismi, i demoni si sentono bruciare, consumare, stritolati, divorati, ecc, non ingoiati .


Queste frasi sono di natura poetica.

55 Dov'è, o morte, la tua vittoria? ----- dove l’hai nascosta

Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? ---- dove nascondi la tua arma


56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge.
Prima di tutto c’è da chiedersi perché usa la parola pungiglione, per intendere il punto più velenoso del peccato, sembra che faccia un associazione con l’azione del veleno di uno scorpione, o con quello di un insetto dotato di pungiglione come può essere un calabrone, una vespa, un ape.  L’insetto dotato di pungiglione velenoso, pungendo inietta il suo veleno che può avere un parallelismo con il peccato, quindi la morte come entità spirituale ha secondo Paolo un pungiglione velenoso.  Se la morte è dotata di aculeo velenoso, con il quale inietta il peccato nell'uomo, c’è da chiedersi perché usa la parola la forza abbinata alla legge in relazione al peccato.

“e la forza del peccato” la forza non sta nel male, il male è privo di forza, un insetto che punge non ha forza, agisce il suo veleno quindi attende che il veleno ha fatto effetto, prima di nutrirsi della sua preda, la forza sta in un animale che ha bisogno di forza per agire e per nutrirsi come può essere un leone, un aquila che usano la forza per ghermire la preda, ma allora il veleno non serve.  Infatti il peccato per muoversi non usa la forza, usa semmai l’astuzia, l’essere viscido per insinuarsi, come potrebbe essere un serpente, che tende agguati e si muove di soppiatto, con cautela, con prudenza, attendendo la sua preda al varco. Un insetto come può essere uno scorpione o un calabrone, sono insetti che non hanno bisogno di forza, perché sanno di avere un arma temibile, per cui anch'essi colpiscono sicuri la preda con precisione, senza usare la forza.

S. Agostino per esempio rovescia la frase, e ne cambia addirittura senso, parrebbe un tentativo di aggiustare la parola di Paolo.

Come si può dire che il peccato è forte, quando invece è debole? La carne è debole, e la carne è associata la peccato, per cui il peccato è debole. Far del male non ci vuole forza, tutt'altro, il codardo è un debole, Ciò che è forte, è l’amore, ciò che è forte è la fede, ciò che è forte il sentimento, tutto quello che è positivo è forte, e tutto quello che viene dal male è debole, per cui l’affermazione è errata.

“la forza del peccato è la legge?”  
A quale legge fa riferimento Paolo?

A quella Eterna di Dio, oppure alla legge degli uomini?
Come può la legge di Dio nei suoi comandi cioè i suoi ordini divenire peccato? Non può!
La trasgressione/dire della legge di Dio diviene peccato, questo si.  Specialmente quando l’uomo privandosi in maniera totale del peccato, può essere portato ad un peccato maggiore, se in esso non vi è lo Spirito Santo che preserva dal peccato quell’uomo.

Ma questa frase non indica questo, sembra dire invece che la parola di Dio è un peccato. Quindi senza voler pensar male c’è un errore o interpretazione o di scrittura.

Leggendo poi, S. Agostino pare che egli rovesci alcune frasi di Paolo, e ne cambia addirittura senso, parrebbe un tentativo di aggiustare la parola di Paolo, forse poco comprensibile, un tantino oscura. Ma fare questa operazione significa snaturare la frase di Paolo che cambia nettamente di significato, quasi un tentativo di recuperare qualcosa o qualcuno.

Se la frase si presenta ed è tradotta correttamente, in questo modo, “la forza del peccato è la legge?”   non si deve cambiare la posizione dei termini solo perché noi ci va bene così, perché sappiamo bene che basta invertire alcune parole o segni di punteggiatura che il senso della frase cambia completamente, chi fa questa operazione vuole salvare capre e cavoli, ma dimostra anche poca onesta.  Se l’autore le ha scritte in quel modo significa che il senso che ha voluto dare l’autore era quello e non quello che altri vorrebbero attribuirgli.
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57 Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! 
58 Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
Le uniche frasi decenti che ha scritto!
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In conclusione:
Il problema in definitiva è che non si vuole metter mano ai documenti attribuiti a San Paolo perché gran parte dei padri della chiesa, e parecchi santi, che hanno scritto su San Paolo e la loro opera risulterebbe vana, se i testi di San Paolo fossero non veri o inquinati, per cui si continuerà a dire che chi interpreta in modo diverso da San Paolo è fuori dalla chiesa, io questo lo so già, perché Cristo mi ha già detto quello che sarà il pensiero di tutti, verso di me!!!

Gesù mi ha detto: Un uomo compie un errore ma nessuno lo corregge, questo errore diviene un peccato, altri pensando che quello sia giusto, continuano sulla strada del peccato(errore), fino a che, qualcuno non scopre l’errore! Avrà l’uomo la volontà di affermare la verità?



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Se qualcuno ha da contestarmi qualcosa, lo faccia spiegando con precisione perchè non è d'accordo, non come quelli che ti dicono non sono d'accordo, ma non dicono null'altro perchè dimostrano che in realtà non sanno neppure loro in cosa non sono d'accordo e che il loro modo di pensare, in realtà pende dalle labbra di altri e non pensano e non ragionano con la loro mente, ma con i pensieri di altri che potrebbero anche non essere esatti. Per cui, prima di accusarmi di qualsiasi cosa, riflettete e cercate di rispondere alle medesime domande  che io ho risposto... considerando che in questo testo non sono contro Cristo ma sono contro le parole di Paolo che non è Cristo, la fede non si basa su Paolo ma su Cristo, quindi l'eresia non sta su Paolo ma solo su chi è contro Cristo! Altrimenti Paolo diventa più importante di Cristo stesso e si fa di Paolo un dio innanzi agli uomini...

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!