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lunedì 10 settembre 2018

COSA CELA IL TESTO DI GIOBBE?





La strada per giungere a Dio!


Ieri quando ho scritto di Giobbe, ho saltato di proposito una parte, perché non tratta del racconto di Giobbe ma fa riferimento a quanto fa Satana.



Vediamo cosa dice:


[6]Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro.
[7]Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?».
Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa».



Notiamo la piccola discussione che Dio ha con satana.


1.
Dice che un giorno i figli di Dio, cioè coloro che erano eredi di Adamo, si presentarono innanzi a Dio, probabilmente da Dio chiamati, e anche Satana si presento assieme a loro.

2. il Signore parla con satana chiedendogli da dove esso provenisse e cosa gli risponde Satana, dice :
«Da un giro sulla terra, che ho percorsa».

In questa piccola frase c'è qualcosa di particolare, satana è spinto da Dio a rivelare quanto tempo ha impiegato a raggiungere la dimora di Dio, il percorso che ha fatto per arrivarci, gli dice anche da dove è venuto.

«Da un giro sulla terra, che ho percorsa».

La provenienza è la terra. 

Esprime il percorso dicendo da un giro , il termine giro identifica la lunghezza del percorso e quanto tempo espresso in ore ha impiegato a percorrerlo, in fatti dice “un giro” indicando un giorno intero di 24 ore al tempo di oggi, ma al tempo di quando avvenne il fatto non possiamo essere certi che fosse esattamente di 24 ore o meno, presumiamo di si; per cui percorre questa strada per giungere a Dio mettendoci un giorno intero, non dice dove sia passato, ma dice che ha fatto un giro intendendo figurativamente che quello era il tempo necessario per giungere a Dio.

Però si comprende che il luogo dove Dio sta non è sulla terra, perché afferma “sulla terra” questo sulla terra è indicativo che il luogo non è fisicamente sulla terra ma è in altro luogo e che la terra è solo il luogo di provenienza, da dove lui e i figli di Dio provengono. Ma a differenza dei Figli di Dio, Satana impiega un intero giro, per arrivare a Dio, cioè un giorno intero dall'alba all'alba, cioè 24 ore, ma il fatto di sottolineare che l'ha percorsa, indica che ha camminato su di essa ma dice "sulla" indicando sopra, può significare che non camminava ma volava, sopra di essa, per giungere al luogo di Dio. Vediamo di capire realmente quanto sia la distanza che ha percorso satana per giungere a Dio, quindi percorre volando.

La circonferenza non è da polo a polo, ma equatoriale sapendo che il raggio equatoriale è di 6378km la sua circonferenza è di 40074,155889..km. Quindi satana per andare a Dio deve tassativamente percorrere questa strada e questa distanza; un giorno terrestre dura esattamente 23 ore 56 minuti e 4,0905 secondi. Ci dice anche, a che velocità percorre questa strada, alla velocità di 1700,9 km/h, questo fa capire che satana vola, sulla superficie della terra e deve percorrere 40000 km per arrivare a Dio. Ora non sappiamo se questi 40000 Km sono intesi in forma circolare o che in forma o solo rettilinea ma questa è l'effettiva strada che serve per giungere a Dio.

Notiamo che il numero 40 è molto presente nella sacra scrittura.

[1]C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe:””Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.

Come vediamo parla di Giobbe come il più grande e potente di tutti coloro che abitavano in oriente.

Ora c'è da chiedersi, a oriente di cosa? 


Certamente non ad oriente rispetto a noi, ma rispetto dei figli d'Israele, perché la Bibbia è riferita a Gerusalemme, per cui si riferisce ad est di Israele e non a sud come certi testi indicano la medesima zona, in prossimità di Madian, solo perchè Mosè venne a conoscenza delle vicende di Giobbe, ma se Giobbe fu un uomo grande e famoso, la sua storia si narrò per molto tempo ovunque in oriente, fino all'Egitto. 


Questo significa che la parola Us o Uz non è esatta e in realtà si riferisce alla zona o regione di Ur dei caldei in Mesopotamia. Credo che nel corso del tempo, chi ha trascritto o ricordato oralmente il testo biblico, abbiano fatto un errore di trascrizione da Ur a Us/Uz, per cui si perse la collocazione esatta del luogo. 


Dopo tutto se ci pensiamo bene, anche Abramo visse in quei luoghi. In Genesi 11, 28 è scritto che la terra nativa di Abramo era situata in Ur dei Caldei. Quando Abramo mandò il suo amministratore a cercare moglie per Isacco, gli disse: “Vai al mio paese… nell’Aram Naharaym, alla città di Nahor, mia città natale” (Genesi 24, 4-10). molto probabilmente la terra di Canaan era molto più vasta di quello che pensiamo e arrivava probabilmente fino ai confini della Mesopotamia settentrionale dove probabilmente si stanziò Abramo, ad Aram che altro non sarebbe che Harran. Penso che non sia la stessa regione di Ur dei caldei babilonesi, ma l'attuale Siria. La collocazione temporale dell'esistenza di Giobbe è difficile da stabilirsi dato che alcuni studiosi collocano Abramo attorno al 3500 a.C altri non più 2000 a.C per cui certamente Giobbe dovrebbe essere stato esistente tra 3000-1500 a.C.




domenica 9 settembre 2018

Giobbe e il castigo di Dio?



Quest'oggi a messa il Signore mi ha fatto capire l'errore interpretativo della chiesa sul Libro di Giobbe, in relazione all'evento di cui Dio sarebbe stato il mandante, dal quale la chiesa avrebbe letto tutto il racconto come se fosse Dio il responsabile delle sventure umane e del fatto che satana agisca su permissione di Dio stesso.

Ma andiamo al pezzo da leggere per spiegare bene la questione e vedere dove sta l'errore dei teologi e degli esegeti della chiesa cattolica e non solo. ..


"Giobbe - Capitolo 1 
I. PROLOGO
Satana mette Giobbe alla prova

[1]C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. [2]Gli erano nati sette figli e tre figlie; [3]possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù. Quest'uomo era il più grande fra tutti i figli d'oriente.

[4]Ora i suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare anche le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. [5]Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti secondo il numero di tutti loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno offeso Dio nel loro cuore». Così faceva Giobbe ogni volta.

[6]Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi davanti al Signore e anche satana andò in mezzo a loro. [7]Il Signore chiese a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra, che ho percorsa». [8]Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male». [9]Satana rispose al Signore e disse: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? [10]Non hai forse messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quanto è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. [11]Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà in faccia!». [12]Il Signore disse a satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stender la mano su di lui». Satana si allontanò dal Signore.

[13]Ora accadde che un giorno, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del fratello maggiore, [14]un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi, [15]quando i Sabei sono piombati su di essi e li hanno predati e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[16]Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è attaccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[17]Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: si sono gettati sopra i cammelli e li hanno presi e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[18]Mentr'egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo in casa del loro fratello maggiore, [19]quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato io solo che ti racconto questo».

[20]Allora Giobbe si alzò e si stracciò le vesti, si rase il capo, cadde a terra, si prostrò [21]e disse:

«Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!».

[22]In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.


Giobbe - Capitolo 2 

[1]Quando un giorno i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, anche satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. [2]Il Signore disse a satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Da un giro sulla terra che ho percorsa». [3]Il Signore disse a satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male. Egli è ancor saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui, senza ragione, per rovinarlo». [4]Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quanto ha, l'uomo è pronto a darlo per la sua vita. [5]Ma stendi un poco la mano e toccalo nell'osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!». [6]Il Signore disse a satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».

[7]Satana si allontanò dal Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. [8]Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. [9]Allora sua moglie disse: «Rimani ancor fermo nella tua integrità? Benedici Dio e muori!». [10]Ma egli le rispose: «Come parlerebbe una stolta tu hai parlato! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?».

In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.

[11]Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo. [12]Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere. [13]Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
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La chiesa ha letto il testo soprastante, senza badare a chi fosse Giobbe, ha pensato che Giobbe fosse un qualsiasi essere umano, senza alcuna reale importanza per Dio. Per cui hanno tratto come soluzione che Dio manderebbe su qualsiasi persona, su sua espressa volontà il maligno a castigare l'uomo, cioè tutti gli uomini, ma questo non è vero. E questo pensiero è nato proprio per un erroneo pensiero dell'uomo, che dietro alle punizioni umane ci sia sempre lo stesso autore, come mandante delle disgrazie degli esseri umani, cioè Dio. 


La prima frase "[1]C'era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. "

Ci presenta un uomo Giobbe che è alieno al male, ed è integro, retto, che temeva Dio, quindi lo amava, credeva in Dio e Dio lo ricompensava, di conseguenza bene si capisce che questo Giobbe era per Dio un profeta, un uomo eletto a Lui e questo cosa ci fa capire che Giobbe non è un uomo normale, non uno dei tanti uomini che erano nati da donna sulla terra, ma un uomo che Dio dava importanza, e lo si comprende bene dal fatto che satana si presenta assieme a Giobbe per accusarlo e tendere ad esso delle prove, se Giobbe non fosse stato importante per Dio, il maligno non lo avrebbe neppure considerato, mentre proprio la presenza di satana in mezzo a loro, dimostra come Giobbe fosse importante per Dio, per cui si comprende chiaramente che Giobbe era un seguace di Dio.

Quando poi Dio interroga satana questo cerca di far credere a Dio che quest'uomo integerrimo fosse in realtà altro e che non fosse così perfetto come sembrava, e quindi Dio cosa fa nella sua immensa saggezza, lascia che satana che lo tenti, perché sa che quell'uomo avrebbe sconfitto l'azione nefasta di satana, ma voleva anche vedere fino a dove avrebbe retto.

Questo racconto cosa ci fa capire, che satana prima di tutto è sempre presenta nel tentare qualsiasi essere umano sia a Dio asservito cioè faccia esattamente tutto quello che Dio gli comanda di fare, quindi un profeta. Ma ci dice di più, ci mostra che questo atteggiamento di punizione che Dio fa verso Giobbe non è fatto verso tutti gli esseri umani, ma solo verso coloro che sono sue primizie. Perchè il Signore vuole ottenere da color che sono e si dicono suoi, il meglio del meglio, per cui permette al maligno di agire come lui reputa giusto, quindi ordina al Maligno di agire solo verso il suo profeta non verso tutti indistintamente e questo dice molto, sul fatto che gli esegeti della chiesa abbiano preso una bella cantonata come ne hanno prese altre. 

Ma allora c'è da chiedersi, e gli altri esseri umani che non sono e non rientrano in certi parametri di natura profetica o santa, come vengono trattati e chi li tenta? Molto semplice, il maligno, viene mandato da Dio solo a coloro che a Dio si sottomettono o a coloro che Dio sceglie come suo mandanti nel mondo, perchè fa questo per far capire agli uomini, che Dio vuole il meglio dal suo ovile, e per far ciò usa il maligno, inquadrandolo dentro a limiti ben precisi. 

Ma coloro che sono fuori dall'essere profeti, non vengono tentati per volontà di Dio, ne che Dio mandi a loro disgrazie, ma per volontà propria, sono i peccati che l'uomo fa che attirano all'uomo la presenza del maligno, ed è il maligno che agisce nell'uomo a seconda del peccato che esso manifesta, senza bisogno di aver consenso da parte di Dio, anzi il fatto stesso che Dio pose delle leggi (decalogo sacro) già questo è il metro a cui Satana si attiene, per punire l'uomo stesso, e per fargli patire quello che è un piccola anticipazione dell'inferno, tutto questo è fatto perchè comunque sia l'uomo in qualche modo si redima o si danni. Dio controlla solo coloro che Lui sceglie non tutti, gli altri sono sottoposti alla legge di Dio in modo che il maligno possa senza alcune autorizzazione di Dio di agire sul mondo. 

Solo i veri profeti, i veri apostoli, i veri santi di Dio vengono sottoposti all'azione volontaria di Dio, gli altri sono liberi da questo sistema.

Quindi non è Dio che tenta l'uomo che è libero dall'azione di Dio, non è Dio che manda Satana all'uomo che libero dall'azione di Dio, è l'uomo che attira satana a se, senza che Dio intervenga, e l'attrazione della presenza demoniaca verso o nell'uomo, avviene quando l'uomo disubbidisce alle leggi di Dio. 

Questo ci racconta la storia di Giobbe, non quello che la chiesa ha voluto estendere a tutti gli esserei umani, come se Dio fosse il mandante della opere nefaste di satana, questo è assolutamente falso, se si fa passare questa idea che Dio è dietro a Satana allora perde qualsiasi valore le parole di Gesù Cristo, la chiesa nella sua poca sapienza ha in pratica ha fatto credere al mondo che il tentatore non è Satana ma bensì Dio, colui che è il vero mandante delle opere di satana, ma questo è totalmente falso.

Anche perchè se fosse stato vero ciò, satana non sarebbe un tentatore, non sarebbe un esecutore semmai, e le parole di gesù non sarebbero vero, quando disse che il Padre eterno è l'unico Buono, non avrebbe potuto dire una cosa del genere visto che non si può certo dire ad un essere di essere buono quando suscita il male verso le sue creature, quindi l'interpretazione del testo di Giobbe è stata completamente interpreta nel modo più errato che si poteva fare. Ritengo che gli esegeti abbiano voluto assecondare un pensiero demoniaco fatto passare come se fosse stata parola di Dio. 

Non si può dire che Dio è il Dio della verità della giustizia, della vita, dell'amore, della bontà ecc. se poi gli si imputa che Egli è il mandate delle sventure umane, è assolutamente illogico.

Per tanto il testo è da leggersi esclusivamente verso coloro che sono a Dio sottomessi, o che si sottomettono alla sua volontà e non è detto nemmeno che siano tutti i credenti Cristiani, Ebrei, non è detto, perchè il caso specifico di Giobbe fa capire che è un caso ben preciso e mirato ad un profeta non ad un appartenente della medesima religione, ma ad un soggetto con un riferimento ben preciso, quindi anche ridotto ad una sola categoria di soggetti, non a tutti. 

Perchè se il testo che tratta di Giobbe fosse riferito a tutti, avrebbe dovuto far un esempio generale, prendendo un soggetto qualsiasi, uno dei tanti credenti ebrei, che non avesse nessuna importanza, non avesse nessun collegamento futuristico. Il fatto stesso che prende un uomo integerrimo credente ed osservante il meglio del meglio ed è proprio satana che dice a Dio che Giobbe è il migliore di tutti i figli di Dio, fa capire che è rivolto verso quella categoria di persone, non tutti i soggetti.

Quindi Dio punisce chi è sotto di lui, chi si pone a suoi piedi chi vuole essere dei suoi, ecco che c'è una reale ragione di comportarsi così, perchè Dio è il Signore dei Signore, il Re de re, e vuole ottenere una primizia,  non perdere i suoi, per questo manda satana a compiere un atto che lui non vuole e non può fare, perchè Dio è un Dio buono ed è il Dio dell'amore, e come un Padre che ama i figli per educarli nella giustizia e per saggiare la loro fiducia in Dio li prova, ma non li tenta. Infatti quello che Giobbe subisce non è una tentazione ma una prova, eseguita da Satana su permissione di Dio, ma solo per ottenere un essere, molto migliore di quello che era già, le prove servono a questo, a migliorare l'essere umano non a distruggerlo. 

Giobbe non attribuisce a Dio nulla di ingiusto, ne da alcuna colpa a Lui, 
"[22]In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto."

Accetta qualsiasi cosa Dio gli dovesse inviare anche se fosse un male.
"Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?»."

Perchè quel male che noi definiamo tale, potrebbe essere un bene, nessuno di noi può sapere se quel che secondo il nostro giudizio noi lo classifichiamo come male, non sia in realtà un bene. 

Ecco perchè è bene accettare anche il male, perchè nessuno di noi conosce esattamente il futuro e nessuno di noi conosce i risvolti della vita, quindi non si deve mai dare a Dio colpa per qualsiasi cosa, perchè il suo agire verso di noi è sempre sapiente. Egli che scruta nel profondo del tempo, dell'animo e della vita sa cosa sia meglio per noi, anche se questo dovesse essere la morte, nostra o di altri.
Invece molto spesso l'uomo da colpa a Dio di qualsiasi cosa, facendo peccato contro di Lui che altro non è che il peccato contro lo Spirito Santo.

Anche il dire che Dio è il mandante delle opere di satana è fare il medesimo peccato, e quindi quanto la chiesa stabilì erroneamente è bestemmiare contro Dio, non diciamo ciò che non comprendiamo, perchè la chiesa crede di aver capito tutto di Dio, ma molto spesso non ha capito quasi nulla.

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"Dio reintegra la fortuna di Giobbe

[10]Dio ristabilì Giobbe nello stato di prima, avendo egli pregato per i suoi amici; accrebbe anzi del doppio quanto Giobbe aveva posseduto. [11]Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo e mangiarono pane in casa sua e lo commiserarono e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui e gli regalarono ognuno una piastra e un anello d'oro.
[12]Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. [13]Ebbe anche sette figli e tre figlie. [14]A una mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Fiala di stibio. [15]In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell'eredità insieme con i loro fratelli.
[16]Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant'anni e vide figli e nipoti di quattro generazioni. [17]Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni."


Si comprende che quel che avvenne a Giobbe fu solo una prova, un modo per attestare la fede vera e salda di costui, dal fatto che poi Dio restituisce a Giobbe quanto egli perse, anzi diede di più in tutti i sensi.


"di tutto il male" personalmente non avrei definito questo agire di Dio come un male, ma come delle prova. 
 













giovedì 7 giugno 2018

Un altra profezia di Gesù rivelata.






Matteo, 7,15 Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci.


Prima di tutto, in Mat 7, Gesù sta insegnando alle folle, lo si capisce bene dal modo in cui parla, è un insegnamento al mondo. Questo fatto è importante capirlo, per poi capire il resto del testo a chi si riferisce.

Vediamo di chiarire bene questa farse a chi si applica, realmente.

I falsi profeti vengono a voi in veste di pecore, “

Vengono a voi,” si mostrano al mondo, cioè al popolo, alle genti, il termine vengo a voi, cioè verso di voi, sta a significare che si propongono, si promuovono, che parlano al popolo, quindi si identifica chiaramente di chi sta parlando, non è un riferimento che tratta del popolo, quindi della gente laica. Ma mira nel suo parlare ad altri, vediamo chi sono.

In veste, non usa la parola in vesti, ma veste al singolare, che ha un senso differente. Il fatto di aver messo (In) prima della parola veste, sta ad indicare, che non parla del vestiario, ma bensì, del l'investitura, quindi non è riferito solo alla veste, ma al fatto che costoro sono investiti di un ruolo. Si potrebbe anche dire che in veste significhi al posto di. La parola stessa potrebbe aver anche il senso della veste, perché lo sottolinea la parola di pecore, intendendo dire il vello della pecora, cioè il suo manto, ma anche il carattere mansueto delle pecore, calmo tranquillo, mite. Quindi ha un senso doppio, il vestito bianco, ma sopratutto l'investitura, questo ci porta direttamente a capire di chi sta parlando.

Non parla come certi uomini di chiesa hanno interpretato, erroneamente o anche volutamente, ma parla direttamente degli appartenenti della chiesa stessa, o meglio dire di chi è stato investito del ruolo di pastore delle pecore. Sta parlando di chi si presenta al mondo, con l'investitura di pastore, quindi si sacerdote, come anche di un vescovo, entrambi ricevono l'investitura da parte della chiesa, per cui i falsi profeti a cui si riferisce Gesù non sono i laici come si è fatto credere o come nell'errore gli uomini di chiesa hanno voluto credere.

Poi però specifica un particolare che sottolinea di più e rimarca di più con precisione di chi realmente si tratta, pare che voglia dare un chiaro segnale che sono costoro i veri falsi profeti e falsi Maestri. Mat 24,24 , sia questi capitoli che altri hanno tutti un comune denominatore, parlano della stessa.



ma dentro son lupi rapaci.”

dentro “ ha due sensi, indica sia dentro al soggetto cioè nel suo intimo, nel suo cuore, nella sua mente, nelle sue intenzioni, così come dentro sta ad indicare anche sotto, cioè celato sotto di esso.
I lupi sono animali delle tenebre, hanno manto praticamente scuro, quindi anche nero, sono voraci e ghermiscono le loro prede, e infatti li definisce rapaci che indica proprio che sono sempre pronti a rapire, a sottrarre, a uccidere e a divorare le loro prede.

Questo particolare ci fa capire che questi sacerdoti, che sono veri sacerdoti perché hanno ricevuto una vera investitura, ma dentro loro stessi si nasconde la loro vera natura, a chi realmente sono devoti e consacrati nascostamente. Non solo indica anche che costoro, portano sotto l'abito bianco, che altro non è che la veste della Messa, un abito nero, (la talare) il che lì fa identificare, con più precisione, ad un preciso ordine religioso.

Il fatto stesso di dire che sono Lupi rapaci, identifica con precisione un ordine ben preciso, che nel suo statuto, e nelle sue leggi interne e riti, di consacrazione, ci sono cose, che non hanno nulla a che vedere con la Chiesa istituita da Cristo, parlo con precisione dei Gesuiti.

Quindi il riferimento di questa Frase che è una vera profezia di Gesù, non parla solo di taluni sacerdoti venduti al nemico, che nella chiesa ci possono essere, ma parla anche specificatamente di un ordine, i Gesuiti.

Chi sono i falsi profeti e i falsi Maestri Mat 24,24 , nella storia della chiesa, ci sono stati sia i falsi profeti che i falsi maestri, ovviamente per maestri Gesù intende dire i vescovi, quindi tra di loro anche alcuni Pontefici che per le loro caratteristiche non era affatto Santi, come furono i Borgia e altri che invece di essere Pontefici docili e mansueti erano anche guerrieri e diedero ordini che Gesù non avrebbe mai dato.

Quindi la Frase non è riferita alle genti, ma alla chiesa, Inoltre questa frase ha un netto accordo, con il passo dove si cita il discorso dei sepolcri imbiancati, che ha notevoli similitudini, parallelismi, tipo il colore del mando delle pecore bianco, cui certamente nessun profeta laico usa, ha un parallelismo con il putridume, che corrisponde al senso del lupo rapace, entrambi sono descritti come qualcosa di male, è sempre un simbolismo simile, che appartiene alle tenebre, come si vede sono quasi identici, solo che in questa parabola si fa riferimento esplicito ai falsi profeti e ai falsi maestri. In apocalisse si fa riferimento al falso profeta come ad un sacerdote, il termine falso profeta è sempre riferito da un religioso, non si riferisce il falso profeta ai laici, perché essi non sono investiti di potere regale, non hanno un investitura sacra, solo il sacerdote è tale per cui ribadisco la frase, non è riferita come la Chiesa ha erroneamente interpretato, ma solo ed esclusivamente ai sacerdoti stessi, che sono venduti al maligno.

Tempo fa sentii un intervista di pare di Amorth dove il sacerdote diceva che satana definiva certi preti, come netturbini; se leggiamo questo alla luce del fatto che questi netturbini siano certi preti, si capisce che le parole di Gesù sono riferite a loro, per cui si conclude che Gesù ci sta dicendo che nel mondo, ci sono e ci sono stati sacerdoti, che hanno trasmesso di proposito una parola falsa, al fine ultimo di distruggere quella vera, per fuorviare le anime. Ecco da chi si deve far attenzione, sono costoro che realmente potranno e avranno la forza per corrompere anche altri, e come dice, anche gli eletti, che possono essere sia fuori che dentro la chiesa, perché se ci pensiamo bene, è agli apostoli che Gesù trasmette la sua parola, sono loro i suoi veri principali portatori della sua parola, per cui satana colpisce loro prima ancora del popolo.


Certo anche tra i laici ci saranno coloro che sono asserviti al regno delle tenebre, anche tra i laici ci sono coloro che si travestono da portatori di Luce, ma il testo della parola di Gesù è chiaro, è riferito a chi ha ottenuto investitura nella chiesa e principalmente all'ordine dei Gesuiti. Non per nulla Bergoglio fa parte di questo ordine.

Come dice alla fine ci saranno molti falsi profeti e falsi maestri, sono costoro che possono modificare e alterare effettivamente se guardiamo bene la parola di Dio, perché un veggente, per quanto possa dire, e possa influenzare la gente, ma solo un piccolo gruppo di fedeli gli saranno devoti, il resto del mondo è sottoposto alle parole dei sacerdoti e se devo dir la verità ogni parrocchia ha un suo, che intende la legge di Dio a suo modo per cui trasmette una parola che non sempre è perfettamente in linea con l'idea di Cristo.

Questo discorso perderebbe il suo senso se in esso non fossero presenti anche i falsi maestri, Mat 24,24 che tra i veggenti non ci sono, perché per essere un maestro bisogna oggi giorno essere un dottore, un laureato, per cui il riferimento ai dottori o teologi della chiesa è molto chiaro. I falsi maestri sono i teologi, che spesso sono gli stessi Vescovi.

Riassumendo i falsi profeti e Maestri sono all'interno della stessa chiesa, cioè proprio i suoi appartenenti, sono anche in parte i laici, ma solo nella veste di profeti, però il discorso parla specificatamente di sacerdoti.

Come si vede a Gesù sta molto a cuore, il destino di tutti gli uomini nel mondo, tanto da bacchettare con forza gli stessi appartenenti della Chiesa.



martedì 17 aprile 2018

GESÙ AFFIDA IL REGNO ALLA CHIESA E LO TOGLIE A ISRAELE




Matteo : cap.21


Iniziato a scrivere alle 21:40 terminato 22:26 del 17 aprile 2018

Questo capitolo, in altri scritti  l'ho già interpretato in parte.

Ora miro solo alle parti dove c'è un significato nascosto o mancante.



5 Dite alla figlia di Sion:
Ecco, il tuo re viene a te
mite, seduto su un'asina,
con un puledro figlio di bestia da soma
.”

La figlia di Sion, è Gerusalemme.
La parte interessante è il discorso del puledro, ovviamente a quel tempo gli animali venivano chiamati bestie; avrebbe potuto lasciare il puledro in altro luogo, ma ha permesso che questo seguisse la madre, è sicuramente un importante indizio, per dire che i figli devono seguire le madri, almeno fino al momento in cui essi non diventino indipendenti. Interessante anche il fatto che abbia scelto un asina, non un asino. Quindi entra in Gerusalemme con un asina e con il figlio suo. Probabilmente ritiene che la femmina di asino sia più mansueta del maschio, e quindi ha un indice di mitezza e mansuetudine maggiore, come dire che le femmine sono più predisposte ad essere mansuete e di conseguenza umili e si adattano con facilità a ruoli di sommissione, ma sicuramente in questa scelta dell'asina con la quale entra trionfalmente in Gerusalemme, ha anche il senso che il Re dei re, entra come un umile senza fasti, ne ori, ne incensi, ma semplicemente su un umile bestia da soma.


La mia casa sarà chiamata casa di preghiera
ma voi ne fate una spelonca di ladri».”
Gesù si indentifica come colui che il Padrone di quella casa, cioè del tempio di Gerusalemme, cioè nella fattispecie di Dio stesso, non lo dice esplicitamente ma lo fa intendere, proprio con quella frase. “La mia Casa” la casa di Gesù era il tempio Santo sul Monte. Quindi caccia dalla sua Casa, tutti coloro che son lì per scopi diversi dalla preghiera. Quindi fuori dalla casa o dal tempio di Dio tutti coloro che non ne sono degni, ci sono altri passi che parlano sempre dello stesso discorso.


Dalla bocca dei bambini e dei lattanti
ti sei procurata una lode
?».
Sappiamo bene che i lattanti=neonati e i bambini non possono aver discernimento tale da poter distinguere una persona buona da una cattiva, ma la frase fa ben capire la natura di questa lode e da chi viene realmente tale parola, i lattanti e i bambini, sono puri, per cui essi sono presi facilmente dallo Spirito Santo, e quando avviene questo essi, parlano con voce dello Spirito Santo, comunicando quello che Dio gli dice. Quindi afferma che i bambini e i neonati ancora meglio, possono essere portatori della verità dello Spirito Santo.


19 Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: «Non nasca mai più frutto da te». E subito quel fico si seccò. 
Perché il fico si seccò? Qualcuno legge questo fatto come un evento anomalo nella vita di Gesù, come un capriccio, quasi una dimostrazione del suo potere. In realtà bisogna leggere quello che non vi è scritto e che è celato nello scritto. Leggiamo bene: Gesù cerca frutti in una pianta che in quel momento non li ha, qui bisogna capire l'intenzione di Gesù, si capisce dalla sua risposta: «Non nasca mai più frutto da te», Per aver esclamato ed eseguito istantaneamente quanto era in suo potere, gesù ha fatto al fico una domanda, o meglio dire il fico sentendo che Gesù si avvicinava come tutte le altre piante avrebbe dovuto sforzarsi ed offrire a Gesù che è Dio, i suoi frutti, questo non avvenne, non perché il fico era fuori stagione, ma perché il fico negò quanto era in suo possesso di fare, cioè anche se era fuori stagione, ma il fico avrebbe potuto produrre qualche frutto, anche istantaneamente, questo però era un peso non da poco, visto che avrebbe dovuto concentrare tutte le sue forze cioè al sua stessa vita in pochi frutti per accontentare Dio. Quindi di conseguenza Gesù vedendo che il fico non gli dava quello che desiderava, decise di eliminare questo incomodo, perché si era negato a Dio.
Questo passo che pare senza senso ha un senso ben preciso, qual'è? Semplice, che se Dio chiede qualcosa, chiunque dovrebbe disporsi a dare, senza chiedere condizioni, perché Dio ha dato a noi la vita, e come tale la può togliere. Ed infatti l'ha tolta al fico. Questo fa capire che bisognerebbe sempre essere ben disponibili verso Dio, e se la sua parola è stata verso il prossimo quindi anche verso il verso. Infatti poi cosa dice agli apostoli.


Rispose Gesù: «In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà. 22 E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».
La cosa importante della questione è non dubitare, non solo aver fede, in Dio, ma anche non dubitare, perché il dubbio è l'anticamera dell'incredulità. Infatti dico sempre alle persone, quando chiedete qualcosa pensate di averlo già ottenuto e l'avrete ottenuto nel momento in cui avete chiesto e di non dir mai, sarà, non sarà, avverrà non avverrà, etc. ma sopratutto dovrete crederlo dentro di voi, nel vostro intimo e nel vostro cuore. Come per il fatto del centurione, egli credette, a tal punto che il suo schiavo venne miracolato, e Gesù gli disse è stata la tua fede a guarirlo, come sì è avvenuto con l'Emorroissa. Se ponete dubbi, non avete fede. Per questo dico sempre che la fede certa è la fede che fa miracoli.


23 Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». 24 Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. 25 Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo", ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?"; 26 se diciamo "dagli uomini", abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». 27 Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».28 «Che ve ne pare? “
Gesù dimostra di saper già cosa i sacerdoti avrebbero risposto e si evita di dover dir loro anticipatamente chi è Egli, realmente da dove viene la sua autorità.
Lo si capisce chiaramente dalla domanda che Gesù pone loro, sa bene che non potevano rispondere in nessuna dei due modi, perché conosce già i loro propositi, per cui poi alla fine gli risponde «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Per impedire loro di rispondere in un modo o nell'altro pone già due risposte, dal cielo o dagli uomini, ponendo queste due risposte anticipatamente li induce a considerare solo quelle ed ovviamente sa che costoro non hanno cuore puro, cioè buoni propositi per cui si evita di dovergli rispondere, perché non era il momento.
Il che ve ne pare è una forma di sfida, per far capire loro che lui è più intelligente.


Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. 29 Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. 30 Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. 31 Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32 È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.
Il senso del passo è chiaro, divide il mondo in due parti, quelli che si pentono e gli impenitenti.
Rimproverando i sacerdoti del tempio svela la natura della sue parole, loro che tanto avevano per le mani Dio tutti i giorni, si sentivano arrivati, e quindi credevano che pur essendo tanto in alto nella conoscenza di Dio, ma non si pentivano dei loro peccati perché pensavano in cuor loro di essere intoccabili e per il fatto di essere sacerdoti di essere gratuitamente salvati, invece Cristo gli risponde che i pubblicani anche se riluttanti nel far il bene, ma alla fine si convertono e credono e quindi sono migliori di coloro che avendo la legge di Dio in mano, ma si sentono già santi. Fa capire che molto spesso proprio coloro che sono addentro nella fede, meglio di tanti altri, non vogliono riconoscere le opere di Dio quando queste ci sono e questo fatto fa si che costoro perdano l'eternità, quindi quando un prete nega un anima, o la rifiuta perché ritiene che non sia degna della sua comprensione esso si è già condannato per quanto, esso possa fare ma rimane nella sua vita questa macchia. Infatti Gesù dice, non sono venuto per i buoni, per i convertiti, ne per i santi, ma per il peccatori.


33 Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. 34 Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. 35 Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 36 Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37 Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38 Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. 39 E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. 40 Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». 41 Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 42 E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
43 Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. 44 Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».
45 Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.”

La parte della pietra angolare l'ho già interpretata a suo tempo in altro articolo.
Gesù fa di nuovo un altro esempio, che è sempre ricollegato a quello soprastante, ma introduce in questo un elemento nuovo.

La parabola in definitiva tratta in sintesi dell'ingratitudine che i vignaioli omicidi; i quali pensano bene di trattenere loro le ricchezze che il padrone di quelle vigne ha dato loro da custodire e da far fruttare, tanto che pensano di eliminare tutti coloro che il padrone gli manda per riscuotere quello che è giusto, come racconta la parabola, uccidono anche il Figlio del proprietario della vigna, Credo che molti nel leggere il pezzo non si siamo accorti che Gesù parla di se stesso e sta preannunciando la sua stessa morte, perché se il padrone delle vigna è Dio Padre, il figlio è ovviamente Gesù stesso. Allora chi sono i servi? Sono i profeti che hanno preannunciato la venuta del figlio di Dio e che non sempre sono stati ben accolti nella casa di Davide. Chi sono i vignaioli? Tutti coloro che si occupano della vigna di Dio, cioè della sua parola, di quello che Dio, ha lasciato loro in eredità, cioè la casta sacerdotale, ma che essi ne hanno fatto quello che hanno voluto, quindi cambiando anche alcune parti, per adattarle alle loro esigenze, così come Gesù stesso racconta del discorso di Mosè che per far un favore al popolo adattò una parte delle legge, da questa disgraziata idea di Mosè tutto i preti pensarono che si potesse far lo stesso e quindi l'errore si perpetrò nei secoli.
Ovviamente la risposta dei sacerdoti è ovvia e logica, ma non capiscono dove Gesù voglia parare, non comprendono le sue parole, per la seconda volta, dimostrando che hanno cuore chiuso, freddo e morto. Gesù allora gli risponde sperando che capiscano, fa un riferimento alle scritture in modo da essere in linea con esse: 

E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?”


Qui per spiegare il passo, bisogna capire cosa fanno i costruittori, e di quale pietra si tratta.
I costruittori solitamente analizzano le pietre che sono adatte alla costruzione, le lavorano al fine di ottenere quello che desiderano, ma si comprende che pietà si tratta?
La pietra è diventata testa d'angolo, per essere una pietra che si pone in un angolo, è una pietra che viene elminata cioè scartata da un taglio che forma un triangolo o meglio dire un tetraedro. Evidentemente i costruittori a quel tempo per qualche ragione smussavano gli angoli, quindi le pietre scartante erano angolari con le quali Gesù edifica la sua Chiesa, dire testata inidca la pietre che si pone al centro di un arco che ne fa da cuneo, per cui essa tien tutta la volta, quindi ecco la testata d'angolo, è la pietra che vien posta nei punti di massima tunuta e gesù ne fa un pietra improtante, perché ha una forma importante, un tetraedro, cioè una pietra composta da 4 angoli, 4 facce. Un cubo è composto da due tetraedri intersecanti, uno diritto e uno opposto.
Perché dire “è mirabile” perché sta ad indicare che è una cosa che l'uomo non può fare, che non appartiene a questo mondo.
Ovviamente questa pietra, non è intesa come Pietro, ma è Cristo stesso, che viene scartato, dai sacerdoti, che non viene considerato, come anche l'esempio stesso del Battista questo significa che per Dio coloro che vengono allontanati, scartati e non creduti, sono le sue pietre angolari, che poi divengono un fondamento, un pilastro portante, una piccola pietra che può sorreggere un edificio enorme. Quindi Cristo è la pietra angolare per eccellenza ma lo sono anche tutti coloro che si oppongono al sistema, che si battono per la vera fede in Dio, e che non vengono da mondo ascoltati e che sono spesso cacciati dalla casta sacerdotale come derelitti e pietre d'inciampo.


Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. 44 Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».”
Gesù diventa esplicito perché vede che i sacerdoti non capiscono e quindi esplicita con forza il suo pensiero e gli comunica che non saranno più loro il popolo eletto, che darà ad altri il merito di custodire il regno di Dio, e quindi che porterò frutto cioè moltiplicherà le opere che il Signore Gesù annunciò. Quindi la chiesa cristiana nel suo insieme è colei che ricevette da Gesù per opera degli apostoli, l'essere custode del regno di Dio, cioè colei che ha/avrebbe dovuto portare al mondo intero la parola Santa di Dio, quindi farsi carico, di proteggere la parola sacra e quindi anche di non cambiarne il senso.
Anche il fatto stesso che Gesù decida di togliere il regno a Israele e darlo ad un altro popolo, fa capire, che Gesù è la stessa persona del Padre, perchè solo il Padre potrebbe decidere cosa fare del regno d'Israele.
Non possiamo più dire che Israele è il fratello maggiore perchè a tutti gli effetti Israele ha perso la custodia del Regno di Dio.

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Voglio espandere il concetto d'ingratitudine, se Dio vi da qualcosa, qualsiasi cosa, anche fosse, poco, l'uomo dovrebbe essere sempre grato a Dio di qualsiasi cosa riceva da Dio, ma anche dal prossimo. Se Dio vi fa un miracolo, non dovete dimenticarvi di aver ricevuto quel miracolo oppure dire beh me lo hai dato e io me lo prendo e non ti guardo più, erchè gran parte delle volte le gente fa proprio questo, non riconosce in Dio l'artefice delle sue grazie, dei suoi miracoli. ma dato che nessun'uomo sa e conosce esattamente cosa venga da Dio e cosa, no, dovremo cmq sia ringraziarlo solo per il fatto che ci fatto nascere, che ci ha dato una madre, e un padre, che ci ha resi sani, e pieni di doni, e magari capaci di dar al prossimo la sua parola, non sempre dobbiamo aspettarci qualcosa da dio, specie quando abbiamo già ricevuto molto da Lui. Quindi, dobbiamo sempre essere grati per qualsiasi cosa riceviamo da Lui e non far come questi vignaioli che avrebbero voluto uccidere se avessero potuto anche il padrone della vigna, quindi diamo il giusto a chi è stato giusto con noi, e non tradiamo la fiducia che Dio ha riposto in noi.


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cap. intero  Matteo 21

1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un'asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me. 3 Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, risponderete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito». 4 Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta:

Dite alla figlia di Sion:
Ecco, il tuo re viene a te
mite, seduto su un'asina,
con un puledro figlio di bestia da soma.
6 I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7 condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. 8 La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via. 9 La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava:
Osanna al figlio di Davide!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!
10 Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: «Chi è costui?». 11 E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea».
12 Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe 13 e disse loro: «La Scrittura dice:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera
ma voi ne fate una spelonca di ladri».
14 Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. 15 Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide», si sdegnarono 16 e gli dissero: «Non senti quello che dicono?». Gesù rispose loro: «Sì, non avete mai letto:
Dalla bocca dei bambini e dei lattanti
ti sei procurata una lode?».
17 E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
18 La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame. 19 Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: «Non nasca mai più frutto da te». E subito quel fico si seccò. 20 Vedendo ciò i discepoli rimasero stupiti e dissero: «Come mai il fico si è seccato immediatamente?». 21 Rispose Gesù: «In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà. 22 E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».
23 Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». 24 Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. 25 Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo", ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?"; 26 se diciamo "dagli uomini", abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». 27 Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va' oggi a lavorare nella vigna. 29 Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. 30 Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. 31 Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32 È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.
33 Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. 34 Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. 35 Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. 36 Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37 Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38 Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. 39 E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. 40 Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». 41 Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 42 E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?
43 Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. 44 Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».
45 Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!