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mercoledì 6 maggio 2015

LO SCETTRO DI FERRO!

LO SCETTRO DI FERRO!

APOCALISSE 12,5.

“” 5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.””

Fermiamoci a questa frase dell’apocalisse per riflettere bene quale messaggio essa cela.

Quello che a noi interessa è racchiuso in questa frase: “destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro,”
Colui che nascerà da questa Vergine, avrà il potere di Dio per governare le nazioni del mondo, solo dopo la distruzione dell’anticristo, del falso profeta e della bestia.

Ma ci dice quale sarà la sua arma per far ciò, “Lo scettro di Ferro”, perché specifica il metallo con cui è fatto questo scettro?


Vediamo di capire le caratteristiche del ferro, esso è un metallo non nobile, duro, molto resistente, pesante, non facilmente fusibile, però può arrugginire, per cui ha bisogno di manutenzione;  ma dal punto di vista psicologico fa capire il soggetto che lo userà come sarà, una persona dura, poco incline a piegarsi, pesante cioè stabile e fermo nei suoi principi, solido, sarà un soggetto non nobile per gli uomini, ma nobile per Dio di animo nobile. Ma il tipo di metallo ci racconta anche qualcos’altro, il fatto di dire con scettro di ferro e non d’oro sta ad indicare che il tempo in cui egli si manifesterà l’oro avrà perso il suo valore e che il ferro la farà da padrone, e questo fa capire anche che la razza umana avrà una regressione, cioè torneremo indietro nel tempo. Quindi non si batterà più moneta con l’oro, e si userà molto il ferro.  Quindi questa espressione non sta ad indicare solo il carattere del futuro “pontefice/regnante”, ma soprattutto il periodo in cui l’umanità vivrà, dove l’oro non sarà più la moneta utile per gli scambi commerciali e che la ricchezza non sarà basata nel accumulare tesori in oro, ma nel lavoro delle proprie mani, usando attrezzi di ferro e similari. Potremo dire che torneremo ad un tempo non tanto remoto, ma sicuramente abbastanza da poter costruire macchinari con leghe di ferro, dopo tutto anche attualmente usiamo il ferro oltre ad un consistente quantitativo di altri metalli, se potessimo dare una definizione del tempo attuale in una certa forma dovremo dire che siamo nell’era del silicio e dei polimeri. 

martedì 5 maggio 2015

LO SPIRITO SANTO INSEGNERA OGNI COSA!


IL PADRE NEL FIGLIO

Van. Giov. 14.


Vediamo di capire bene questa parola di Gesù:

1 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.

Come ho già detto in altri articoli la fede, è la fedeltà e la fiducia che si deve avere sia in Dio che in Gesù.


2 Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;


Questa indicazione è chiara, è in relazione al tesoro che si accumula in cielo, il posto lo si conquista con il bene che si fa al prossimo e con le preghiere. Gesù dice che prepererà un posto perché ne è degno.

3 quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.

“Sarò andato “parlava in relazione alla sua morte, dice che preparerà un posto e poi tornerà e prenderà i suoi con se. “perché siate anche voi dove sono io. “4 E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Cioè sapere per dove si va e come si entra.

5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».

6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Gesù svela che percorrendo la sua vita, la strada che egli ha percorso, noi potremo entrare con lui nel regno dei cieli. Nessuno può arrivare a Dio senza la sua volontà.

7 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Qui ribadisce che lui e il Padre sono la medesima persona, per quanto anch’Egli si distingue dal Padre.

8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Filippo non aveva inteso le parole di Gesù!

9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?

Qui Gesù riproverà Filippo e gli Apostoli perché non hanno compreso che in realtà Gesù è il Padre!

10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.

Qui ancora una volta ribadisce il concetto “io sono nel Padre e il Padre è in me” io sono, primo tempo del verbo essere, ma indica che lui esiste è proprio il verbo il Padre eterno usò per indicare a Mosè chi egli era, e dato che solo il Padre eterno lo può usare, un tempo determinativo, sta ad indicare che l’uso di questo verbo e della prima persona singolare, indica che Gesù è la stessa persona del Padre, Io Sono! “Io sono nel Padre, cioè dentro di Lui e il Padre è dentro di Me”, in Pratica sta dicendo che Gesù è l’incarnazione del Padre eppure egli è anche il figlio.

“Le parole che io vi dico, non le dico da me”; non è Gesù che parla, non è il Gesù uomo che parla, ma è il Padre che vivendo in Lui, parla per Lui e con la bocca di Gesù.

ma il Padre che è con me compie le sue opere. Inoltre aggiunge il Padre che è con me, dice con me, indica che è assieme al figlio, unito in un unico corpo, poi dice compie le sue opere, Gesù da rilevanza al fatto che non è il Figlio a compiere le opere ma è il Padre che le compie, inoltre specifica che il Padre mediante quel corpo, del figlio compie le Sue opere, come per dire che il Padre compie certe opere, mentre il figlio ne compie altre.

11 Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

Qui Gesù ribadisce ancora il concetto perché vuole che i suoi discepoli capiscano la verità, ma dice se non siete capaci di comprendere per lo meno credete per le opere che sono compiute.

12 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

In questa frase, fa notare un particolare, che forse è sfuggito a molti dottori della chiesa, dice che ci saranno altre persone che pur credendo in Gesù, faranno miracoli, ma lo dice usando un termine: “compirà le opere che io compio” usa il verbo IO, come per dire che queste persone faranno miracoli anche più grandi di quelli di Gesù, ma solo di quelli di Gesù, non parla del Padre. Non ha usato per nulla termine io, per indicare se stesso, ma non ha indicato il Padre Suo, questo indica che gli uomini posso fare miracoli più grandi di quelli di Gesù stesso, ma non più grandi di quelli del Padre Suo. Ecco dicendo “perché io vado al Padre,” sottolinea proprio questa natura, che i suoi miracoli sono di un tipo, mentre quelli del Padre suo sono di altro tipo. In sintesi Gesù dice che alcuni uomini potranno fare miracoli più grandi di quelli di Gesù ma non più grandi di quelli del Padre.

13 Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.

Ecco qui specifica un altro concetto che richiama sempre la natura duale del Figlio, che è Figlio ma che la tempo stesso è Padre. Qualunque cosa chiederete nel mio nome al padre mio, io la farò!! Per io voglio che il Padre mio sia glorificato in me! Quindi il Figlio porta in se il Padre. 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, dice Io che sono il figlio nel Padre, prego per voi affinché il padre vi conceda lo Spirito Santo consolatore, perché rimanga con voi in eterno.
17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.

Spirito di verità è lo Spirito santo! Interessante dice “che il mondo non può ricevere” dice che il mondo cioè l’uomo non lo vede e non lo conosce, qui c’è da chiedersi chi fa conoscere all’uomo lo S. Santo? Gesù! Per vederlo bisogna conoscere Gesù, ma per conoscere Gesù bisogna aderire alla sua parola e metterla in pratica. Quindi per avere lo Spirito Santo, bisogna aderire a Gesù, credere e aver fede, vivere la vita di Gesù, allora Gesù ti porterà lo Spirito Santo e tu potrai vederlo e conoscerlo. Poi parlando agli apostoli dice voi lo conoscete, perché lo spirito santo sta dentro le vostre anime.

18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Qui promette un ritorno.

19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

Qui parla della sua morte e poi anche del suo ritorno in vita, e dice voi invece mi vedrete, questo sta ad indicare che gli altri non lo vedranno, il termine voi invece, indica proprio gli apostoli e non gli altri. Quindi loro lo videro, perché Gesù è vivo , anzi dice io vivo, sta ad indicare che la sua vita è eterna e dice poi voi vivrete, perché i discepoli avevano conosciuto Gesù, accettato Gesù e vissuto come Gesù quindi tutti loro sarebbero stati viventi, cioè vivi in eterno.

20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.

In quel giorno è riferito al giorno in cui Gesù si mostro ai discepoli, e gli dice allora voi saprete che Io sono nella persona del Padre e voi in me e io in voi, in sostanza gesù ha ripetuto la medesima frase che ha usato per indicare che egli è il padre e il padre è in lui, così Gesù dice ai suoi apostoli.

21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama.

Ribadisce che chi osserva i comandamenti di Gesù, ama Gesù. quindi ci dice molto semplicemente che bisogna rispettare alla lettera le sue parole.

Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Chi ama Gesù e quindi fa della legge di Dio la sua legge, il Padre eterno, lo amerà, e Gesù promette che si manifesterà a lui.

22 Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». 23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

Questa frase è interessante nella l’ultima parte: ” e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Noi verremo a lui, sta dicendo che Lui e il Padre(NOI), e prenderemo dimora presso di Lui, sta dicendo che Dio prenderà dimora presso l’anima di quella persona.

24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Qui ribadisce ancora che la parola che Gesù dice non gli appartiene perché è il Padre che parla mediante lui.

25 Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.

26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Qui c’è un particolare interessante. Dice che lo S. Santo insegnerà ogni cosa ….. e ricorderà agli apostoli in questo caso, qualsiasi cosa che Gesù aveva detto … ma la parte interessante è questa: lo S. Santo insegnerà ogni cosa ….. Significa che se Dio vuole, lo Spirito Santo insegnerà qualsiasi cosa che non è stata detta da Gesù, ma allo tempo stesso, ricorderà agli apostoli, quello che Gesù ha insegnato loro.

27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Di quale pace Gesù parla?

Questa frase che sentiamo sempre in chiesa, ha un senso ben preciso, parla di due tipi di pace diversi tra loro, “vi lascio la pace” lasciare indica seminare un certo tipo di pace, sta dicendo che semina la sua parola (lascia la sua parola), mediante gli apostoli, cioè gli apostoli seminano la sua parola; poi aggiunge “vi do la mia pace” questa pace è del verbo donare, è il potere che Gesù ha in sé, di donare se stesso agli apostoli e a quanti abbracciano la fede in Dio. Quindi lascia se stesso, come insegnamento e dona se stesso come potere!

Non come la dà il mondo, io la do a voi. “Non come” sta ad indicare in modo diverso, Gesù sta dicendo la pace che viene data agli apostoli sarà diversa da quella data al mondo, in pratica Gesù parla di due pace diverse.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.

Non vi agitate e non preoccupatevi ….

28 Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.

Vado e tornerò nel futuro a voi, “se mi amaste” cioè indica l’incapacità reale di amare realmente Gesù, sareste contenti che io vado dal Padre, e Gesù dice che il Padre suo è più grande di Lui. In ciò fa distinzione tra Lui e il Padre anche se il Padre suo è in Lui.

Ora questo discorso io l’ho già fatto in altro articolo, e si può capire il discorso di Gesù facendo un semplice esempio, umano: noi siamo figli dei nostri genitori, abbiamo in noi metà del patrimonio genetico dell’uno e dell’altro, cioè metà del maschio e metà della femmina, cioè metà del padre e metà della madre, in sostanza in noi vive il padre e la madre al 50% per ognuno, noi in sostanza siamo padre e madre allo stesso tempo, potremo dire che siamo sia il padre che la madre, Quindi Gesù ci sta dicendo che lui è nel padre e il padre è in lui, è perfettamente coerente con la nostra logica e anche genetica. Ma al tempo stesso Gesù dice, il padre suo è un'altra persona, che è più di lui stesso.

29 Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.

30 Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me,

“non parlerò più a lungo con voi” indica che il tempo suo in questo mondo, si stava accorciando, e dice “che sta arrivando il principe di questo mondo”, in riferimento a satana, ma precisa che il maligno ha potere solo sul mondo, non su di Lui che è Dio con Dio e Figlio di Dio.

31 ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».

Gesù sottolinea ancora una volta che fa tutto quello che il Padre Suo vuole e gli ha comandato e specifica che lui deve dire quelle cose, perché il mondo sappia la verità!, Perché fa questo discorso?, perché così nessuno può dire una parola diversa dalla sua..

venerdì 10 aprile 2015

Noi abbiamo cacciato demoni nel tuo nome!!!

Noi abbiamo cacciato demoni nel tuo nome!!!


Matteo: 7, 21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

Questo passo è molto importante parla in sostanza dell’umiltà.

Molti mi diranno in quel giorno” il fatto che specifichi molti, significa che  Gesù sapeva già che molti faranno questo errore.

 “”non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? “”  attenzione che questo pezzo non si riferisce a tutti, ma sta parlando  dei sacerdoti e di quanti possono essere o vogliono essere profeti. Il termine cacciato i demoni si riferisce ai sacerdoti … non  alla gente comune. “non abbiamo noi profetato “e questo è riferito ai veggenti.

Se prima di morire uno dice al Signore in cuor suo. Guarda ho fatto questo e quello e quell’altro, vorrei se fosse possibile che tu mi potessi dare un contentino, un posticino, non lo merito? dopo tutto ho fatto tutto ciò che hai comandato!. 

Cosa risponderà il Signore a costoro?

:”” Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.”””

Qualcuno potrebbe chiedersi perché il Signore parla così.

Pensiamoci bene. ..
Se un soggetto, dopo una vita che l'ha dedicata al Signore con tutti i crismi possibili, diciamo ma io merito tanto, e quindi spero che il Signore mi dia tanto, se uno fa questo ragionamento è già partito con il piede sbagliato, perché Gesù non ha chiesto nulla a nessuno quando Egli operò, lo ha fatto senza mai pretendere nulla in cambio, senza mai volere nulla in cambio e ha solo dato e basta, si aspetta che i suoi e quanti lo seguono facciano la stessa cosa.

Per quale ragione?  Non per un motivo di imitazione ma perché se tu non chiedi nulla e non fai le cose per uno scopo qualsiasi esso sia, ma le fai solo per vero amore per il prossimo senza poi chiedere nulla in cambio, allora otterrai il premio, che il Signore ti darà, ma se tu invece hai uno scopo quello di salvarti, ed operi per ottenere quello scopo, cioè pretendete di avere quel destino, significa che il tuo operare non è stato sincero, cioè fatto per amore del prossimo, ma solo per uno scopo di salvezza, in sintesi si comprende che se vuoi salvarti veramente non devi mai chiedere nulla, ne al prossimo, ne al Signore,  chiedi solo al Signore di essere misericordioso e aver pietà di te, solo questo possiamo chiedere, null’altro, perché nessuno  tra gli uomini è veramente santo. 

Riconosciti sinceramente peccatore, e null’altro, non pretendere nulla altrimenti non avrai nulla.

26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia.

Questo regola è molto importante, per tutti, perché spesso tutti quanti soprattutto le persone che pensano di sapere tutto  o quasi, hanno la brutta abitudine di pensare di essere già arrivati, già salvi e di credersi sapienti per cui credono che a loro non serva far pratica per giungere alla porta stretta. Quindi si adagiano sul sapere senza azione. Come dico sempre che molto più della preghiera vale l’azione , cioè il mettere in pratica quanto hai appreso, anzi più grande è la tua conoscenza di Dio, e maggiori dovrebbero essere le opere verso il prossimo. Infatti il Signore rimprovera i sapienti, che sono tutti coloro che credendosi umanamente intelligenti, non praticano la misericordia, la carità e le buone opere. Dice che anche se tu sei uno studioso, esempio un teologo, ma non metti in pratica quanto hai studiato e sai spiegare bene, sei simile a colui che ha costruito la sua casa sulla sabbia, basta un po’ di acqua, basta un terremoto che la tua casa cade, quindi fa capire che non serve conoscere a mena dito le scritture per far le opere di Dio, non serve imparare a memoria la Bibbia e i Vangeli, ed altri testi se poi, quanto hai in te, non lo usi per il bene del tuo prossimo, non lo insegni e tu stesso non lo applichi, non serve a nulla, allora meglio non saper nulla e fare le opere che ti servono per la salvezza della tua anima, per giungere alla vita eterna.

Ma questa frase indica anche che, ci sono molti studiosi della sacra scrittura che la studiano ma non credono, per cui non mettono in pratica.

"7, 21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. "

Quindi non chiamate il Signore perchè si muova a pietà verso di voi, quando sapete di non aver fatto nulla per il prossimo, prima di chiamare il Signore fate le opere che il Padre Celeste ha chiesto fin dall'inizio e poi potrete ed avrete il diritto di supplicare il Signore, altrimenti per voi non si troverà ne spazio e ne posto.

Le due porte e i falsi profeti!

Le due porte e i falsi profeti!

Vangelo sec.: Matteo 7,13-30


13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; 14 quanto (+) stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita(eterna), e quanto pochi sono quelli che la trovano!

Le due porte cosa sono?

Una porta è un passaggio da un luogo ad un altro, da uno spazio ad un altro, da una situazione ad altra, quindi ci sta dicendo che dobbiamo scegliere la via migliore per poter accedere a ciò che è meglio per noi. Gesù ci dice anche la differenza tra le due porte o passaggi o modi del vivere quotidiano, li identifica mediante l’immagine di una porta la quale a seconda di dove essa porta è diversa in dimensione, così come è diversa la via per giungere a quella porta, infatti parla di via stretta e tortuosa e via larga e spaziosa … nessun uomo sano di mente direbbe ma perché io devo passare per una via tortuosa quando ho a disposizione una via larga e ben asfaltata?

Ma la via del signore non è una comune strada, è al via della vita di ogni giorno, e dice ce ne sono di due tipi una bella e una brutta, ma non è che la bella sia migliore della brutta, ne più bella, perché alle volte la via che appare brutta nella sua forma, può mostrare un panorama più bello della via bella e più veloce. Ma la porta stretta e larga sono metafore per indicare una serie di fattori della vita personale di ognuno, così come sono le vie che conducono alle porte.

La via larga permette un passaggio veloce, senza fermarsi, senza osservare, senza meditare, la porta larga permette un entrata immediata, senza pensarci, senza preoccupazioni, però se vogliamo cogliere tutti sensi di queste due vie, dovremo dire che per accedere alla porta stretta che a quanto Gesù fa capire deve essere la più stretta possibile, come dire una cruna di un ago, che per accedervi, bisogna essere fisicamente magri, parchi nel cibo, modesti nel vestire, perché se ti vesti in modo eccessivo non passi, ed addirittura la strada stretta, tortuosa, piena di rovi e sassi, ti costringe ad abbandonare il superfluo; perdi alcuni abiti, perdi le scarpe che si consumano, e ti ritrovi innanzi alla porta stretta che non hai più nulla addosso, hai perso tutto, sei nudo, ma devi passare attraverso essa, per cui tutto il viaggio della vita serve per farti dimagrire, nel fisico, nelle mente, nei pensieri, negli averi, perché la porta che porta in paradiso non è larga è strettissima è piccolissima come un atomo, quindi tu devi ridurre tutto il tuo carico, tutto il tuo fardello in nulla, lasciare qui anche quel che serve. Infatti Gesù dice, lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, perché chi segue Cristo annullandosi completamente diventa vivente, cioè simile a Cristo. 

Mentre la porta larga, ti porta alla perdizione, perché l’accesso all’inferno è immenso, una voragine, e a questa giungi dalla strada ampia, veloce, dove ti carichi di ogni cosa, dove fai del mondo il tuo bagaglio, dove tutto ciò che vedi diventa tuo, dove ingrassi nel fisico, nella mente, negli averi, dove tu diventi idolo di te stesso e delle masse o degli amici, e dove tutto diventa possibile, quindi ti circondi delle cose esteriori che riempiono la tua vita, ma il tuo spirito si contrae sempre più fino a sparire nell’oscurità. Ora ci sei solo tu con tutto il tuo baglio di esperienze umane, ma rivolto solo a te stesso, al tuo bene principale, gli altri non esistono ecco che giungi alla porta immensa, e sei pronto per il salto, si perché per entrare in paradiso si sale, anche in modo ripido, mentre per entrare all’inferno si scende in modo veloce, quindi quando sei su quell’uscio difficilmente potrai tornare indietro, anche se Dio da la possibilità  ancora a tutti in quel istante di redimersi, prima che la morte ti colga.  Quindi tutti i vizi, tutti peccati, tutte le smanie, tutte le velleità, tutte le esteriorità, servono solo per percorre la via larga e cadere nella voragine abissale.

Dice anche Gesù che pochi sono coloro che trovano la via e la porta stretta e molti sono coloro che precorrono senza saperlo e senza essere corretti la via larga, che porta alla dannazione eterna.

“”quelli che la trovano”” la via stretta è una ricerca che va ricercata , non si trova, nessuno te la offre, nessuno te la regala, ma tu devi trovarla dentro e fuori di te, per questo ci viene data questa vita, per cercare la via stretta e percorrerla per giungere alla porta microscopica. 
15 Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. 16 Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? 17 Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; 18 un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. 19 Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. 20 Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.

Una lettura superficiale ci potrebbe far dire che i falsi profeti sono quelli che parlano contro i veri profeti, ma siamo certi che sia questo il senso della parola, leggiamo bene …

Intanto prima di tutto si usa la parola falsi, il centro di discorso …

Se i profeti veri sono i messaggeri di Dio, i falsi profeti sono i messaggeri di satana, e sono anche coloro che conoscendo la verità, la usano contro la verità stessa. Ci sono oggi giorno diverse correnti di pensiero nella stessa casa di Dio, le quali non accettano certe cose, per cui si oppongo ad esse diventando falsi profeti, costoro conoscono bene la parola di Dio, ma la usano contro i veri profeti di Dio … 

Poi ci sono altri come i testimoni di Geova falsi profeti,  che confondono le genti e le portano alla perdizione, ma non ci sono solo costoro nello scenario delle religioni mondiali, ve ne sono altri, anche tra i così detti veggenti del giorno d’oggi, che vorrebbero asserire una verità che appare conforme al pensiero di Cristo ma che invece contiene elementi contrari al pensiero di Cristo.

Purtroppo anche in seno alla chiesa esistono questi soggetti, che volendo stabilire un principio diverso, si pongono in antitesi a Cristo stesso che ha già posto tutte le regole perfette, immutabili nel tempo, che ha già delineato con precisione ciò che è bene da ciò che è male, ha già diviso il bene dal male, il vero dal falso, il perverso dal sano. Oggi invece si assiste ad un tentativo di cambiare le regole, facendo ciò con astuzia, mediante ufficialità, mediante poteri forti, per uniformarsi ad un pensiero moderno della società e alle nuove impellenti necessità di un popolo in continuo mutamento, che chiede alla chiesa stessa, di adattarsi al nuovo che avanza. 

Ma Cristo ha già posto, per ogni tempo la sua legge che sempre la stessa, e chi si oppone ad essa tentando un raggiro della stessa è un falso profeta.   Quindi Gesù ci dice attenti ai falsi profeti che vengono a voi vestiti in candide vesti, non ha usato queste due parole per nulla, candide indica pulite, bianche, perfette, cioè si mostrano nell’apparenza perfetti,  ma sono lupi rapaci, il fatto che scelga la parola rapace sta ad indicare la natura di costoro, un rapace è un animale aggressivo, attento, che osserva il momento giusto per ghermire e quindi sbranarti.

16 Dai loro frutti li riconoscerete.””


Sta parlando di quello che loro vanno seminando(il frutto) cioè quelle che sono le loro opere, si riconoscono per quello che lasciano dietro a se,  lupi rapaci, sbranano le loro vittime, e quindi lasciano dei residui di quello che fanno, da questi voi saprete chi sono, dalle vittime che avranno lasciato sul loro cammino. Saranno costoro che vi faranno capire chi sono i falsi profeti.  Quindi se semi zizzania raccogli zizzania, ma se semini grano raccoglie grano. 

venerdì 3 aprile 2015

Predizione sulla fine dei tempi di Isaia

Predizione sulla fine dei tempi di Isaia

Anche il battista riprende il discorso di Isaia:
4com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
5Ogni burrone(valle) sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassat
o;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.

6
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Questo passo letto da tutti, come un introspezione dell’anima, come un mutare le proprie norme di vita per accogliere il Signore con più celerità(preparate) è anche una predizione sulla fine delle fini, cioè sulla fine dei tempi in senso assoluto.

Prepratevi a ricevere il Signore, fate di tutto per accogliere Dio in voi, seguite le Sue leggi, fate ciò che ad Egli è gradito, questo in sostanza dice, appianate la vostra vita, rendete lievi i vostri intenti(vie), fate crollare i peccati (le montagne), riempite di opere (i burroni/le valli) così che tutto sia uguale, cioè pesato sia uguale allo stesso livello, i peccati saranno eliminati, e le opere saranno elevate, quindi le opere salgono i peccati scendono.. percorrete le vie del signore, che non necessarimente sono l'intento di essere sacerdote, perchè si può essere di Dio anche chi ha una famiglia, o chi vive da solo, basta fare la volontà di Dio, tutto lì

Vediamo il significato che nessuno ha mai letto:
Riflettiamo sull’evoluzione della geologia della terra e vedremo  che in pratica sta dicendo che quando le montagne saranno erose, e le valli riempite della terra delle montagne, tutto sarà appianato, tutto diverrà dolce, come lievi colline, dove le strade e i sentieri assumeranno un aspetto più lineare, più dolce, e dove non ci farà più fatica salire le montagne, e tutto sarà reso quasi uniforme, allora solo allora ci sarà la fine del mondo, solo allora ci sarà il giudizio universale. E l’uomo vedrà la salvezza di Dio.
Quindi quanto stiamo vivendo ora, è solo un altro gradino verso questa metà, ovviamente, terremoti maremoti, e anche  l’azione umana sulla terra,  le guerre degli uomini, specie quelle atomiche, distruggono la geologia, e quindi tutto concorre ad arrivare a questo epilogo dove solo poche saranno le grandi vette, e dove la maggior parte del pianeta sarà coperto da dolci colline, per cui le strade e i sentieri saranno resi più lineari e facili da percorrere. Noi non possiamo sapere se nel prossimo futuro l’uomo abbasserà le montagne per rendere le vie più veloci da percorrere e quindi agevolerà questo progredire verso questa meta. Ma in effetti le montagne sono sempre state degli scudi per le nazioni, delle protezioni, ma anche un impedimento per i popoli di spostarsi, agevolmente.
Anche il passo che recita che ogni valle sarà alzata e ogni monte abbassato dice la stessa cosa.

Quindi Isaia ci sta dicendo il momento in cui arriverà la fine dei tempi.

domenica 29 marzo 2015

GESU CI RIVELA COME RICEVERE DONI!

Mettersi in ascolto per ricevere doni!


Luca 8,16 Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lucerniere, perché chi entra veda la luce.
 17 Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. 
18 Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Vediamo di analizzare bene le tre frasi apparentemente semplici .

Luca 8,16 Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lucerniere, perché chi entra veda la luce.

Questa parabola parla della luce di Dio che chi la possiede non la deve nascondere, ma la deve porre in un luogo alto affinché essa illumini tutt’intorno, in modo che chi dovesse entrare in quel  luogo veda ciò che la luce illumina. Ma ha anche un altro senso, questa luce che deve essere posta in alto è l’anima che non deve essere nascosta ma portata alla luce.
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17 Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.

Che quello che appare celato deve essere rivelato, che il Signore non ha celato nulla che tutto deve essere reso noto,  quindi portato alla luce, cioè fatto conoscere, rivelato.  
Apparire celato sta ad indicare, che anche se la verità è li di fronte alla persone, scritta in un certo modo tipo apocalisse,  non tutti sanno leggerla e chi sa leggerla deve rivelarla.  In sostanza è quello che dice. L’apocalisse significa rivelazione, cioè rendere noto ciò che è celato.
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Questo terzo pensiero è il più complesso ma grazie allo Spirito Santo ci sono riuscito.

La parte più interessante è la prima “Fate attenzione dunque a come ascoltate” cosa intendere dire in quanti modi noi possiamo ascoltare?

Si ascolta con le orecchie, il suono, la voce.

Si ascolta con la mente , si perché si deve sapere che il cervello è in grado di ricevere ed anche inviare onde sonore di tipo elettromagnetico, quindi potremo dire che ascolta.

Si ascolta anche con lo spirito, cioè la nostra anima non è un “organismo” che è ferma li che non fa nulla, continuamente essa ascolta o è in ascolto ciò che dall’etere le arriva, quindi sta in attesa di ricevere buone o cattive notizie, mettiamola così.

Vediamo:” fate attenzione a come ascoltate “. Il termine importante è  “a come “, indica una similitudine , assomigliare all’ascolto, cioè sta dicendo che non parla dell’ascoltare realmente con le orecchie qualcuno, ma del percepire, dice percepite la parola, è un senso diverso dell’ascolto reale della parola è una percezione, un ascoltare di tipo spirituale. In sostanza vi dove mettere in ascolto di Dio!

“”perché –“indica spiegazione.

(Ha) questo verbo avere è il nocciolo della frase.

(A chi Ha) cioè a chi ha lo Spirito Santo in se! (Sara dato) un dono!!!

“ a chi ha sarà dato””  se questo non è un ascolto uditivo, è un ascolto spirituale, di conseguenza alla persona che sarà dato, si riferisce al dono spirituale. Ma è sempre in relazione con le altri frasi soprastanti.. quindi di che dono parla? del dono dell’interpretazione corretta della scrittura celata.

“ma”eccezione

(a chi non ha) chi non ha lo Spirito Santo in se, sarà tolto quel che eventualmente potrebbe avere. Questo significa che tutti gli esseri umani nascono con qualche dono,  ma se essi non lo curano, quindi ascoltare nel modo giusto mettendosi in ascolto dello Spirito,  il dono lo perdono.


Ma c’è una altra eventualità ….

(ciò che crede) indica che la persona crede di avere qualcosa che non ha, però lei si convince di possedere qualcosa.

anche ciò che crede di avere quindi se la persona non possiede lo Spirito Santo perché non è capace di porsi in ascolto di esso, quello che pensa di avere gli verrà tolto. 
Gli verrà tolto il pensiero di avere qualcosa.

Potremo leggere le frasi così che diventa più facile la comprensione..

:” fate attenzione a come ascoltate a chi (ha) sarà dato ….  Dice a chi ha lo spirito in se sarà dato un dono!

:” fate attenzione a come ascoltate ““ a chi (non ha) sarà tolto” Dice che chi non ha lo spirito in se sarà tolto anche quello che ha di suo naturale.

:” fate attenzione a come ascoltate “““anche ciò che crede di avere”in questa dice che oltre a togliere quello che ha di natura, gli verrà tolto quello che crede di avere  e non ha.

In collusione la parabola è diventa semplice e chiara …

Gesù ci dice, che ciò che è celato deve essere rivelato da chi ha la capacità non mentale non culturale, ma spirituale di comprendere la sacra scrittura, perché tutto quello che è stato rivelato nella sacra scrittura è lì a disposizione, di chi ha lo spirito della rivelazione, ma per ottenere un dono dallo Spirito Santo bisogna mettersi in ascolto cioè fare silenzio dentro di noi, ascoltare e far parlare lo Spirito Santo. 

E diceFate attenzione dunque, a come ascoltate; perché, a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto; anche ciò, che crede di avere».

Quindi è chiara e la semplice parabola, se impari ad ascoltare o ti metti in ascolto dello Spirito cioè di Dio, otterrai doni, ma se non lo farai, non solo perderai quello che di tuo hai, ma se ti illudi di avere doni, perderai pure quelli.

Questo però indica che il mettersi in ascolto, non è un segno di cultura, il Signore non vuole che tu impara la scienza umana o la teologia per ascoltarlo, il Signore vuole solo che tu apra il tuo cuore, la tua mente e la tua anima e tu gli permetta di penetrare in te, solo così otterrai la sua parola e i doni. Sarà il signore che ti riempirà della sua Sapienza e delle sua scienza, così tu avrai una sapienza superiore a qualsiasi essere umano, anche al miglior teologo.



LA CHIESA NON POGGIA SU PIETRO MA SU CRISTO!




TU SEI PIETRO!

Matteo 16:14-18
14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.


Intanto vediamo di capire cosa c’è scritto:


il passo del vangelo di Matteo pare facile, e quasi ovvio, però in questo passo come in altri, vi è una certa stranezza, qui non si capisce perché Gesù debba chiamare Simone come Pietro, quando continua in tutti i vangeli chiamandolo Simone di Giovanni, i testi dei vangeli sono un mix tra le parole Simone di Giovanni, figlio di Giona, Simon Pietro e Pietro … ma sarà mai possibile che Gesù usi tutti questi soprannomi per identificare un solo soggetto? Poco probabile!

In tutti i 4 vangeli si nota che Gesù fa ampio uso dei soprannomi quando si parla di Pietro, sarà veramente la verità? Parrebbe che Gesù usi 4 soprannomi per identificare un solo soggetto, sarà mai possibile?

Simone di Giovanni, detto figlio di Giona, detto Simon Pietro e detto infine Pietro … come abbiamo visto nell'ultimo capitolo di Gv. 21 sta scritto che Gesù per ben tre volte chiama Pietro con il suo vero nome, Simone di Giovanni e non Pietro … evento successivo alla resurrezione quando tutto quello che Gesù ha fatto ha già stabilito e reso concreto, cioè concretizzato, ciò sta ad indicare che la parola Pietro non rientrava nella mente di Gesù, mentre il suo nome natio si, Simone di Giovanni, se no l’avrebbe chiamato Pietro.

Mentre in questo passo-evento precedente alla resurrezione, Gesù chiama Simone di Giovanni primo figlio di Giona, che va ancora bene, poi lo chiamerebbe Pietro, la cosa è alquanto strana, perché io se mi riferisco ad una persona che chiamo sempre nello stesso modo, non cambio soprannome quello che gli ho dato glielo lascio, ma Gesù mostra invece che chiama Pietro” sempre con il suo nome di nascita Simone di Giovanni. Qui si capisce che questo soprannome non fu Gesù a darlo Simone, ma che è stato attribuito all'apostolo in un tempo successivo forse da qualcuno che ha voluto far combaciare la pietra con Pietro in modo da determinare un acclamazione o un primato.


Io credo che se Gesù ha detto questa frase, e non ho nessun elemento per poter dir diversamente.

Non vi fosse scritto: tu sei Pietro, ma vi fosse scritto , ma tu sei Simone di Giovanni, o solo Simone, oppure non vi fosse alcun nome, tanto Gesù in quel momento parlava con Simone e quindi il rifermento era lui.

A pensarci bene perché chiamare e dire a Pietro che è lì presente che parla con te … Tu sei Pietro, che senso ha? … è logico che lui è Pietro e che ti sta ascoltando … quindi è molto probabile che Gesù questa espressione non l’abbia detta.

Penso che la frase vera fosse questa: “Simone(tu) su di me(pietra/roccia) edificherai la mia chiesa……” probabilmente la roccia era intesa come fondamento solido indistruttibile, anche perché a quel tempo non vi era nulla di più duro di una roccia e quindi il paragone era logico.

Allora intanto dobbiamo capire chi è la pietra o la roccia, se ipotizziamo che la pietra o la roccia è Pietro allora la chiesa si sorregge su Pietro e Pietro a tutti gli effetti è il fondatore della chiesa.

Ma rileggiamo meglio le parole di Gesù: Gesù dice “la mia chiesa…… “non parla della chiesa di un apostolo, ma della chiesa di Dio, quindi si comprende bene che il termine pietra o roccia non è riferito a Pietro = Simone di Giovanni ma a se stesso, Gesù è la Pietra o la Roccia, “su questa pietra” cioè su se stesso porrà le fondamenta della chiesa, e poi aggiunge, "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa", non si riferisce solo alla chiesa, ma anche alla roccia … e quindi ne viene fuori che ovviamente il Male non può prevaricare su Dio, perché Gesù con la sua morte e resurrezione ha vinto il maligno in toto, per cui nessuno potrà mai sconfiggerlo … di conseguenza ne viene fuori che Pietro è solo colui che ha ricevuto da Gesù l’ordine di edificare in terra la Chiesa di Cristo, e di fondarla su Gesù stesso di porre le sue fondamenta che sono i sui 12 apostoli piantati sulla roccia che è Cristo!

Invece gli uomini di Chiesa hanno di proposito voluto confondere le idee, con il nome di Pietro aggiunto, e  poi la questione della parola Pietra per cui chiunque leggeva assimilava Pietro a Pietra e far credere a tutto il mondo per 2000 anni che Pietro fosse la Pietra cioè la roccia su cui è fondata la chiesa, quando invece se la chiesa non è costituita dai 12 pilastri e se non poggia su Cristo essa verrà distrutta … per questo Gesù fonda un gruppo di 12 apostoli che dovevano essere i 12 pilastri ben piantati sulla roccia, cioè su Cristo che è il tronco della chiesa, mentre le sue radice sono piantate ” sulla terra dell’ortolano” cioè Dio Padre. Anche la parabola della casa piantata sulla Roccia ha lo stesso senso, allude sempre a se stesso. Gesù è la roccia sulla quale la chiesa deve porre le sue 12 fondamenta, era questa la vera idea iniziale di Gesù. Dopo tutto la visione apocalittica di Giovanni ne è proprio la dimostrazione reale di quello che Gesù voleva e che Gesù poi dimostrerà in un prossimo futuro, nella Gerusalemme celeste.

Non per nulla essa è formata da 12 pilastri, i quali non solo rappresentano i 12 apostoli, ma anche le 12 tribù di Israele, ecc … per cui la chiesa doveva essere simile alla città celeste, la nuova Gerusalemme. Invece l’uomo ha cambiato l’idea di Gesù, e ha posto un solo apostolo a capo di essa. Quindi Gesù in quella frase


“Tu sei “Pietro” e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.”

non dice che Pietro è il capo della chiesa gli da solo l’ordine, il comando e l’onore di edificare la sua chiesa, a nome SUO cioè di Cristo stesso, ma posta come cardine unico in Cristo stesso, non certo su Simone di Giovanni, che non è Dio.

La responsabilità non è di Pietro assolutamente, ma di coloro che sono venuti dopo di lui, che hanno deciso di interpretare la scrittura secondo più un intendimento politico che di fede. Evidentemente per dar valore divino alla chiesa, pensavano che si dovesse porre uno degli apostoli come capo in assoluto della chiesa stessa quando invece il capo, il re, il fondamento, la roccia o la pietra è solo e solamente GESU’.

Pietro come essere umano per quanto avesse ricevuto come tutti gli altri apostoli lo Spirito Santo in egual modo, esso non è il figlio di Dio carnale, non è Dio con Dio, e non possedeva nessun potere suo indipendente da Gesù. Per cui se la chiesa fosse stata costruita su una roccia chiamata Pietro, sarebbe crollata in poco tempo. Perché il potere che ne veniva a lei, veniva da Pietro che non ne possedeva. Quindi la chiesa poggia non su Pietro ma su Gesù , la barca non appartiene a Pietro ma a Gesù, e Pietro è ormai chiamato così, è solo il gestore della barca, non il proprietario.

Quindi Simone di Giovanni detto Pietro e confuso con Pietra, rimane ed è uno dei 12, al pari di tutti gli altri.

Qui non vi è scritto che egli è il capo della chiesa, dice solo che ha l’autorizzazione da parte di Gesù di edificare la Sua chiesa in senso fisico e spirituale, come avvenne in egual modo con S. Francesco anche a lui ricevette questo ordine.

Gesù diede l’ordine di edificare una chiesa umile e penitente, perché? se lo aveva già detto a Pietro?

Il fatto stesso che Gesù comanda a S. Francesco di riedificare la sua chiesa, fa capire che Pietro non poteva essere l’unico e il primo, perché altrimenti Gesù non avrebbe detto a S. Francesco di ricostruire la sua chiesa.

Potremo dire che esiste una chiesa dell’uomo e un'altra è la chiesa di Dio …

Ma comunque non si può esludere che Gesù gli avesse dato questo soprannome di Pietro, forse non perchè lui(Gesù) lo chiamasse così, ma solo per dirgli di farsi chiamare(Pietro) in un tempo posteriore dagli altri. 
Il fatto però che i revisori abbiamo mescolato le parole come se fosse un puzle fa un po pensar male, nel senso che Gesù senza ombra di dubbio non ha mai mescolato il nome Simone con Pietro, o altro, perchè da l'impressione che si voglia gradatamente far spostare il nome vero da Simone di Giovanni , passando a Simon Pietro e in fine a Pietro, una gradualità fatta di proposito, solo per far coincidere la parola Pietro con pietra e far credere a tutti che Pietro fosse la pietra su cui la chiesa poggia, cosa falsa!.

Secondo il mio punto di vista, i 12 apostoli avevano realmente costituto una chiesa, almeno dal punto di vista spirituale, anche perché lo si comprende dai discorsi che Paolo di Tarso fa in loro presenza, e si capisce che questa iniziale chiesa era fondata proprio secondo quanto Gesù voleva, cioè con un assemblea di 12 apostoli, ognuno dei quali molto probabilmente aveva sotto di se una comunità, rientrava nella stessa logica dell’unica chiesa, quindi 12 comunità per ogni apostolo. Quasi sicuramente essi si ritrovavano per discutere delle problematiche inerenti alle loro comunità, per darsi delle regole comuni, forse era proprio questo l’intento che Gesù voleva, non una sola comunità cristiana ma 12. Se ci pensiamo bene, 12 comunità sotto la medesima Chiesa, potevano determinare nel corso dei secoli degli eventi che molto probabilmente avrebbero impedito sicuramente lo sviluppo di certe religioni come poteva essere l’islam. Ma certamente ognuna di esse  avrebbe influito molto sul territorio e sulle relazioni socio-politiche, con sviluppi imprevedibili e forse meno drammatici di quelli che si sono determinati nei secoli.



Penso che dopo la morte dei 12, queste comunità abbiano subito uno sbando, e sono iniziati i contrasti tra di loro, per ragioni egemoniche di territori e supremazie tanto che per circa due secoli ci fu un caos … alla fine dei quali, solo uno dei 12 ha preso il sopravvento … e quindi oggi siamo così …

Si deduce dai testi, che i 12 apostoli loro stessi era un po’ in guerra tra di loro, non erano sempre concordi sul da farsi e neppure le loro idee era uniche e perfino sulle parole stesse Gesù spesso non erano concordi,  si evince dalla scritture, Paolo li rimprovera e li corregge.

Quindi ovviamente per darsi una chiesa mono - apostolica, la chiesa nascente post-Apostoli, ha sicuramente interpretato a suo modo alcuni passi della parola Gesù forzando la mano.

Cmq sia l’importante ora, è che la chiesa sia la chiesa di Cristo e non di Pietro, ormai i danni sono stati fatti, indietro non si torna, però sarebbe il caso che nella nostra era moderna venga finalmente a galla la verità. Tanto nessuno può demolire nulla, la chiesa di oggi ha un potere enorme ed interessi enormi, a meno che rivelare la verità non sia pericoloso per la sua stabilità. Ma come si dice presto o tardi la verità verrà rivelata.

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!