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giovedì 21 maggio 2015
CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE!
Date ai poveri sostentamento!
Il più piccolo fra tutti voi, questi è grande!
Significato espresso da molti altri prima di me,e rivolta sia ad un qualsiasi credente che agli apostoli, identifica l’umiltà di chi si appresta ad essere suo apostolo, i bambini sono candidi, umili, semplici, ingenui ecc, quindi la similitudine che fa Gesù è indicativa proprio verso chi è e chi si appresta ad essere apostolo di Gesù, cioè vuole che i suoi apostoli siano così. Ma questo stesso discorso in Luca prende anche un'altra senso, e parla non solo dei presenti e futuri apostoli o credente cristiani, ma proprio fa un riferimento a qualcuno di loro, in senso preciso, il discorso ha due significati nello stesso.
Un inciampo, secondo il suo pensare era troppo piccolo. Eppure se Gesù lo scelse, aveva le sue buone ragioni, invece Pietro era molto infastidito dalla presenza di Giovanni, altrimenti non avrebbe fatto quella domanda a Gesù. Ma anche il fatto stesso che solo Giovanni si trova sotto la croce, assieme a Maria Madre di Gesù ne nota l'affetto filiale che Giovanni aveva per Gesù, cosa che nessuno degli altri aveva, inoltre il fatto stesso che Gesù chiede all'apostolo di divenire figlio di Sua Madre, è molto indicativo, e il contrario lo stesso, non si può escludere perchè non ci piacciono certe verità, perchè altrimenti non si segue la parola di Cristo ma si fa la parola di chi non ama certe verità.
C'è da notare anche un altra particolarità....che rientra nel discorso..
49Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci».50Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Giovanni capisce a chi è riferita quella frase e cerca in qualche modo di depistare l'attenzione spostandola su un altro problema più importante...
Giovanni prese la parola dicendo: prendere la parola indica appropriarsi della parola, cioè rubarla, sottrarla, farla propria, ed indica anche distogliere l'attenzione, il fatto di indicare questo prendere la parola sta proprio a sottolineare che egli capì a chi era riferita, ed in fretta tentò di distogliere l'attenzione da se, depistando gli altri .
Quindi come si vede lo stesso Giovanni aveva inteso giusto!
Le Beatitudini sono un monito!
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20Ed egli, alzati gli occhi verso i
suoi discepoli, diceva:
Beati voi, poveri, perché vostro è il
regno di Dio.
Chi sono i poveri di cui Gesù parla?
Nel mondo di ogni tempo i poveri
ci sono sempre stati, in ogni dove, di ogni popolo, di ogni religione, ma
allora chi sono i poveri di cui Gesù fa riferimento? In latri punti dei
vangeli Gesù parla agli apostoli e alla futura chiesa di occuparsi della suo
ovile, chi sono dunque questi poveri, sono veramente i poveri in senso materiale
del termine, oppure sono poveri in senso spirituale?
Vediamo un attimo, il povero
materialmente parlando è colui che si è trovato nella vita a nascere in una
famiglia senza nulla, guardiamo ai bambini dell’africa, di altre regioni del
mondo, senza cibo, senza vestiti, senza una casa, senza una fede, alle volte
senza famiglia, sbandati e trattati come esseri inutili, questi come è sempre
stato, vivono una vita spesso di sentiti, nell’ignoranza, oppure nella loro
cultura indigena, che sia l’Africa come l’Europa, non cambia nulla.
Ma i poveri non solo questi,
anche nella nostre città ci sono poveri, senza cultura e poveri con cultura,
ma anche questi vivono sotto i ponti, nelle baracche, nelle stazioni, nelle
parrocchie, ecc, ma la differenza tra questi poveri civilizzati e quelli delle
foreste o dei deserti extracomunitari quale sarebbe? Nessuna! Entrambi sono
poveri, entrambi sono privi di tutto, solo che tra questi poveri, esistono
diverse classi di poveri, da quelli senza nulla, a quelli che sono divenuti
poveri, dopo aver passato un breve o lunga vita da ricchi o da persone con
una buona cultura.
Ma sono veramente questi i poveri
di cui Gesù fa menzione?
Perché se guardiamo bene tutti
costoro hanno commesso peccati di tutti i tipi, come può essere che codesti poveri meritino
il regno dei cieli! È la povertà che porta l’uomo a Dio? Se fosse così
basterebbe divenire poveri di tutto per essere salvi, ma è così realmente?
No!
Se un povero vivendo nel suo
ambiente non pratica la parola di Dio, sarà da Dio solvato, solo perché è
povero? No! Se un povero anche avendo ricevuto una notevole cultura non pratica la parola di Dio, sarà salvato
solo perché è povero? No!
Ma allora a cosa si riferisce Gesù parlando
di povero!
Vediamo povero cosa significa …
Il povero è colui che gli mancano
le sostanze per poter vivere dignitosamente, cioè chi gli manca il danaro per
poter sopravvivere.
Ma povero è anche colui che non
ha cultura, colui che non ha potuto istruirsi, noi lo definiamo ignorante, ma
è sempre un povero.
Vi è anche un altro aspetto dell’essere
povero, quello spirituale, povero in spirito, cioè colui/lei che non gli è stato
insegnato nulla a livello spirituale, che pur cercando qualcosa nessuno
glielo ha insegnato, che siano questi i poveri di cui Gesù fa riferimento?
Beati voi poveri perché vostro è
il regno di Dio.
I poveri in spirito, cioè colore
che ambivano a ottenere uno spirito più grande ma a causa di altri non l’hanno
ottenuto, per cui Dio gli darà quello che ad essi gli stato privato.
Quindi la parola indica la
privazione dell’insegnamento della parola di Dio, a chi la cerca e se costui
muore senza averla ottenuto, per svariate ragioni, esso la otterrà nei regno
dei cieli.
Quindi indica anche l’insegnamento
che non deve venire meno, non deve mancare la parola di Cristo. Questa beatitudine
è in realtà un monito, che dice in sostanza non private nessuno della parola
di Cristo, perché coloro che pur cercandola non l’ha otterranno, saranno
salvati.
Ecco cosa dice la beatitudine si
rivolge a tutti i poveri, ma non tanto ai poveri di sostanze, quanto ai
popoli che desiderano essere convertiti al cristianesimo, e per causa di
altri non possono esserlo, costoro saranno salvati.
Privare un “povero” della parola
di Cristo significa salvarlo, ma la privazione sarà la condanna degli altri.
24Ma guai a voi, ricchi, perché avete
già ricevuto la vostra consolazione.
Qui parla dei ricchi, ma in che
senso, per il fatto che essi pur sapendo molte cosce e avendo molte
conoscenze, primo non praticano la parola del Signore, pur conoscendola,
secondo non praticano neppure la pietà, verso i più deboli, ma oggi giorno
chi sono i veri ricchi, solo coloro che hanno tanti soldi in banca oppure
anche chi possederà la parola di Cristo, può essere considerato un ricco? Certamente
anche costoro sono ricchi, ma se essi come gli altri si negano nel dare la
parola, loro ricevuta ecco che si
compie quanto Gesù qui annuncia. La ricchezza
non è intensa solo nel possedere danaro, ma anche nel possedere virtù,
cultura e conoscere la parola santa. Quindi Gesù dice chi pur avendo
ricchezze, non le elargisce agli altri, ha già ottenuto in terra la sua
ricompensa, altro non avrà.
21Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Di che fame parla?
Quella del corpo o quella dello spirito, è un parallelismo molto
simile al precedente, li si parla del povero, in senso lato, qui si parla di
colui che ha fame, di cosa, di cibo, di conoscenza? Oppure ha fame di spirito
e del corpo salvifico di Cristo! Si questa è la sua fame, egli sente il bisogno
di aver in se il cibo divino e qualcuno glielo vieta, fa anche capire di non
vietare a nessuno di assumere il Cristo in se. Perché chi vieta di cibarsi
del corpo e sangue di Cristo sarà dannato, mentre colui che ha fame,
e non gli si darà da mangiare,
sarà salvato, mentre colui che ha ordito contro sarà punito.
25Guai a voi, che ora siete
sazi, perché avrete fame.
Qui fa capire che non si deve
dar solo cibo, ma anche la parola del signore, assieme ad esso, che non serve
nulla dar solo da sostentamento al corpo senza insegnare la parola del
Signore, si nutre il corpo ma non si nutre lo spirito che interessa molto di
più del corpo al Signore. Non divorate
tutto, lasciando una parte del mondo senza cibo e senza parola del Signore, perché
il vostro cibarvi della parola del Signore potrebbe venirvi in disgrazia se
non porterete nessun uomo a Dio e se non darete al prossimo il cibo di vita
eterna.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Il piangere è un espressione di
vario tipo, si piange per il dolore di una malattia, per la perdita di una
persona cara, per svariate cose, ma si piange anche per Cristo! Si piange perché
il mondo non vede il male che si fa, infatti Gesù non dice ””… a causa mia …””
a causa di Cristo si potrà perdere anche la vita, e molti piangeranno la perdita
della fede, molti si dispereranno. Quando sarete lassù riderete …. Ma di chi?
Il ridere è diverso dal gioire … ridere dei nemici ..
Guai a voi, che ora ridete, perché
sarete nel dolore e piangerete
Quindi non ridete dei vostri simili, che sono nella
sofferenza perché un giorno anche voi sarete nella sofferenze ed altri
rideranno di voi …
22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo.
Questo passo è facile, per tutti non c’è nemmeno bisogno
di spiegarlo.
23Rallegratevi in quel giorno ed
esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Allo stesso modo infatti agivano i loro
padri con i profeti.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.
In questo fa notare un particolare dicendo di no andar incirca della lode, perché
spesso questa è falsa.
In sostanza le beatitudini
parlano di spargere sempre la parola del Signore senza stancarsi mai, senza
mai mettersi in mostra, senza mai farsi notare, dando non solo del proprio,
ma anche dando di più, e soprattutto ricordandosi di non chiedere mai al Signore
alcuna ricompensa.
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I SEPOLCRI IMBIANCATI CHI SONO VERAMENTE?
Il proverbio che noi abbiamo coniato è riferito a questa parabola...:" L'abito non fa il monaco"
Purtroppo però gli apostoli per quanto potessero comprendere non capirono che il messaggio che Gesù aveva lanciato verso gli stessi farisei ebraici era una voce che riguardava ogni tempo a venire.
Tutte le parabole di Gesù sono finalizzate al tempo futuro, dopo la sua resurrezione e ascensione, specie alla sua Chiesa, quella che egli stesso è fondatore, per cui non era solo un monito per quel tempo come moltissimi fino ad oggi hanno guardato e voluto credere ad ogni costo, ma era proprio un riferimento al tempo futuro, ma la chiesa di ogni tempo non ha mai gradito questa interpretazione e quindi ha sempre condannato chiunque si sia espresso in termini differenti, specialmente talune parabole le ha considerate offensive verso se stessa, tanto da darne un interpretazione tutta personale ed escludendo anche con l'astuzia il riferimento diretto a se stessa, ecco perchè in tante manifestazioni di Cristo negli ultimi secoli fatte mediante santi, profeti, ecc, la chiesa non ha mai gradito il rimprovero di Cristo verso se stessa, tanto da cancellare questi richiami dai documenti di costoro. E questo attuare infastidito della chiesa, è proprio il monito che Gesù da in questa parabola. In sostanza la parabola dice semplicemente questo, si finge di insegnare la vera parola celata da una finta parola che sembra vera cioè rivestita di bianco...quindi non solo la persona può essere rivestita di bianco ma anche la parola che si annuncia può essere rivestita di bianco e celare il marciume, cioè un insegnamento ingannevole.
In sostanza Gesù dice di stare attenti a come si interpreta la parola di Dio, perchè poi si viene anche condannati per questa.
sabato 16 maggio 2015
Il Signore del Sabato!
Ecco perchè Gesù rimprovera gli ebrei di non aver capito il vero senso, del giorno del Signore, e imponevano a tutto il popolo restrizioni malsane. Da qui egli si è adirato contro di loro.
Ci dobbiamo ricordare sempre che Gesù è figlio di Dio, non è un essere umano, non lo dobbiamo trattare come un essere umano, ma come un Dio, invece tentezialmente la chiesa tratta Gesù come un essere umano, quando non lo è.
le vere date della nascita, morte resurrezione
http://vangelodicristo.blogspot.it/2017/09/gesu-figlio-delluomo-e-signore-del.html
Ripristinare il sabato santo come giorno del Signore.
Qualche tempo dopo aver scritto questo testo, sua santità Benedetto XVI ha dichiarato che il giorno in cui Cristo è risorto non è la domenica ma bensì il Sabato!
Non vi pare curioso?
BXVI come altri prelati mi seguono.
venerdì 15 maggio 2015
NON PASSERA QUESTA GENERAZIONE!
Importante!
Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!



