20Ed egli, alzati gli occhi verso i
suoi discepoli, diceva:
Beati voi, poveri, perché vostro è il
regno di Dio.
Chi sono i poveri di cui Gesù parla?
Nel mondo di ogni tempo i poveri
ci sono sempre stati, in ogni dove, di ogni popolo, di ogni religione, ma
allora chi sono i poveri di cui Gesù fa riferimento? In latri punti dei
vangeli Gesù parla agli apostoli e alla futura chiesa di occuparsi della suo
ovile, chi sono dunque questi poveri, sono veramente i poveri in senso materiale
del termine, oppure sono poveri in senso spirituale?
Vediamo un attimo, il povero
materialmente parlando è colui che si è trovato nella vita a nascere in una
famiglia senza nulla, guardiamo ai bambini dell’africa, di altre regioni del
mondo, senza cibo, senza vestiti, senza una casa, senza una fede, alle volte
senza famiglia, sbandati e trattati come esseri inutili, questi come è sempre
stato, vivono una vita spesso di sentiti, nell’ignoranza, oppure nella loro
cultura indigena, che sia l’Africa come l’Europa, non cambia nulla.
Ma i poveri non solo questi,
anche nella nostre città ci sono poveri, senza cultura e poveri con cultura,
ma anche questi vivono sotto i ponti, nelle baracche, nelle stazioni, nelle
parrocchie, ecc, ma la differenza tra questi poveri civilizzati e quelli delle
foreste o dei deserti extracomunitari quale sarebbe? Nessuna! Entrambi sono
poveri, entrambi sono privi di tutto, solo che tra questi poveri, esistono
diverse classi di poveri, da quelli senza nulla, a quelli che sono divenuti
poveri, dopo aver passato un breve o lunga vita da ricchi o da persone con
una buona cultura.
Ma sono veramente questi i poveri
di cui Gesù fa menzione?
Perché se guardiamo bene tutti
costoro hanno commesso peccati di tutti i tipi, come può essere che codesti poveri meritino
il regno dei cieli! È la povertà che porta l’uomo a Dio? Se fosse così
basterebbe divenire poveri di tutto per essere salvi, ma è così realmente?
No!
Se un povero vivendo nel suo
ambiente non pratica la parola di Dio, sarà da Dio solvato, solo perché è
povero? No! Se un povero anche avendo ricevuto una notevole cultura non pratica la parola di Dio, sarà salvato
solo perché è povero? No!
Ma allora a cosa si riferisce Gesù parlando
di povero!
Vediamo povero cosa significa …
Il povero è colui che gli mancano
le sostanze per poter vivere dignitosamente, cioè chi gli manca il danaro per
poter sopravvivere.
Ma povero è anche colui che non
ha cultura, colui che non ha potuto istruirsi, noi lo definiamo ignorante, ma
è sempre un povero.
Vi è anche un altro aspetto dell’essere
povero, quello spirituale, povero in spirito, cioè colui/lei che non gli è stato
insegnato nulla a livello spirituale, che pur cercando qualcosa nessuno
glielo ha insegnato, che siano questi i poveri di cui Gesù fa riferimento?
Beati voi poveri perché vostro è
il regno di Dio.
I poveri in spirito, cioè colore
che ambivano a ottenere uno spirito più grande ma a causa di altri non l’hanno
ottenuto, per cui Dio gli darà quello che ad essi gli stato privato.
Quindi la parola indica la
privazione dell’insegnamento della parola di Dio, a chi la cerca e se costui
muore senza averla ottenuto, per svariate ragioni, esso la otterrà nei regno
dei cieli.
Quindi indica anche l’insegnamento
che non deve venire meno, non deve mancare la parola di Cristo. Questa beatitudine
è in realtà un monito, che dice in sostanza non private nessuno della parola
di Cristo, perché coloro che pur cercandola non l’ha otterranno, saranno
salvati.
Ecco cosa dice la beatitudine si
rivolge a tutti i poveri, ma non tanto ai poveri di sostanze, quanto ai
popoli che desiderano essere convertiti al cristianesimo, e per causa di
altri non possono esserlo, costoro saranno salvati.
Privare un “povero” della parola
di Cristo significa salvarlo, ma la privazione sarà la condanna degli altri.
24Ma guai a voi, ricchi, perché avete
già ricevuto la vostra consolazione.
Qui parla dei ricchi, ma in che
senso, per il fatto che essi pur sapendo molte cosce e avendo molte
conoscenze, primo non praticano la parola del Signore, pur conoscendola,
secondo non praticano neppure la pietà, verso i più deboli, ma oggi giorno
chi sono i veri ricchi, solo coloro che hanno tanti soldi in banca oppure
anche chi possederà la parola di Cristo, può essere considerato un ricco? Certamente
anche costoro sono ricchi, ma se essi come gli altri si negano nel dare la
parola, loro ricevuta ecco che si
compie quanto Gesù qui annuncia. La ricchezza
non è intensa solo nel possedere danaro, ma anche nel possedere virtù,
cultura e conoscere la parola santa. Quindi Gesù dice chi pur avendo
ricchezze, non le elargisce agli altri, ha già ottenuto in terra la sua
ricompensa, altro non avrà.
21Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati.
Di che fame parla?
Quella del corpo o quella dello spirito, è un parallelismo molto
simile al precedente, li si parla del povero, in senso lato, qui si parla di
colui che ha fame, di cosa, di cibo, di conoscenza? Oppure ha fame di spirito
e del corpo salvifico di Cristo! Si questa è la sua fame, egli sente il bisogno
di aver in se il cibo divino e qualcuno glielo vieta, fa anche capire di non
vietare a nessuno di assumere il Cristo in se. Perché chi vieta di cibarsi
del corpo e sangue di Cristo sarà dannato, mentre colui che ha fame,
e non gli si darà da mangiare,
sarà salvato, mentre colui che ha ordito contro sarà punito.
25Guai a voi, che ora siete
sazi, perché avrete fame.
Qui fa capire che non si deve
dar solo cibo, ma anche la parola del signore, assieme ad esso, che non serve
nulla dar solo da sostentamento al corpo senza insegnare la parola del
Signore, si nutre il corpo ma non si nutre lo spirito che interessa molto di
più del corpo al Signore. Non divorate
tutto, lasciando una parte del mondo senza cibo e senza parola del Signore, perché
il vostro cibarvi della parola del Signore potrebbe venirvi in disgrazia se
non porterete nessun uomo a Dio e se non darete al prossimo il cibo di vita
eterna.
Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Il piangere è un espressione di
vario tipo, si piange per il dolore di una malattia, per la perdita di una
persona cara, per svariate cose, ma si piange anche per Cristo! Si piange perché
il mondo non vede il male che si fa, infatti Gesù non dice ””… a causa mia …””
a causa di Cristo si potrà perdere anche la vita, e molti piangeranno la perdita
della fede, molti si dispereranno. Quando sarete lassù riderete …. Ma di chi?
Il ridere è diverso dal gioire … ridere dei nemici ..
Guai a voi, che ora ridete, perché
sarete nel dolore e piangerete
Quindi non ridete dei vostri simili, che sono nella
sofferenza perché un giorno anche voi sarete nella sofferenze ed altri
rideranno di voi …
22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo.
Questo passo è facile, per tutti non c’è nemmeno bisogno
di spiegarlo.
23Rallegratevi in quel giorno ed
esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Allo stesso modo infatti agivano i loro
padri con i profeti.
26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.
In questo fa notare un particolare dicendo di no andar incirca della lode, perché
spesso questa è falsa.
In sostanza le beatitudini
parlano di spargere sempre la parola del Signore senza stancarsi mai, senza
mai mettersi in mostra, senza mai farsi notare, dando non solo del proprio,
ma anche dando di più, e soprattutto ricordandosi di non chiedere mai al Signore
alcuna ricompensa.
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giovedì 21 maggio 2015
Le Beatitudini sono un monito!
Importante!
Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!
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