Io Sono il Re dei pastori!
Giovanni 10
1 «In verità, in verità io vi dico:
chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante.
“Vi sale”
sta ad indicare scavalcare il recinto, oltrepassare le difficoltà mediante
espedienti, mediante l’inganno, l’imbroglio, truffando il prossimo,
appropriandosi delle cose del prossimo, mostrandosi quello che non si è, ecc, facendo in sostanza di tutto pur di
entrare nel recinto, ma i suoi fini sono diversi da quelli giusti per la verità
e la giustizia, quindi Gesù classifica coloro che si apprestano ad ingannare le
carte, per tentare di entrare nel suo ovile, come ladri, e briganti.
2Chi invece entra dalla porta, è
pastore delle pecore.
3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli
chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue
pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua
voce.
Ma da come descrive ci sono due
figure, il pastore e il guardiano. Quindi il pastore delle pecore entra dalla porta
principale. 3Il guardiano gli apre” il fatto che dice gli apre sta proprio ad indicare che vi è una seconda figura
che appunto è il guardiano del recinto, che custodisce le pecore del pastore. Quindi il pastore ammaestra le pecore, ed esse lo seguono, riconoscono
la sua voce, perché come figli Esso le chiama per nome; ma il guardiano le
tiene a bada, le nutre, ecc, affinché esse non siano rubate da qualcuno o fuggano.
Quindi abbiamo due
soggetti, il Pastore del gregge e il Guardiano del recinto che possiede le
chiavi per far entrare chiunque, anche il pastore“Il guardiano gli apre” . Questo simbolismo fa
capire che il pastore come sappiamo è Cristo, ma il guardiano è il Padre
celeste. Quindi le pecore sono condotte al Padre mediante il Figlio.
5Un estraneo invece non
lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli
estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa
parlava loro.
Questo esempio è un
osservazione, Gesù, sa che le pecore si affezionano al loro pastore e lo considerano
il capo del gregge, per cui lo seguono sempre, se sentono una voce diversa,
esse fuggono impaurite, così fanno coloro che ascoltano Cristo, lo seguono ma
se compare un altro che finge di essere Cristo non lo riconoscono più e si allontanano
da lui.
7”Allora Gesù disse loro
di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. “
8Tutti coloro che sono
venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. “
Dice che chi si è
spacciato per Cristo, cioè chi si è detto messia prima di Lui erano truffatori
e menzogneri, ma coloro che sono di Dio veramente hanno saputo distinguerli.
Questo versetto è
molto interessante dice: “entrerà e
uscirà e troverà pascolo”. Cosa intende dire per entrare ed uscire ? Qualcuno potrebbe pensare che si entra
dalla porta e poi si esce dalla stessa porta, per lo stesso lato, invece Gesù
non parla dello stesso lato, ma parla del lato opposto … cioè se uno entra esce
dalla parte opposta non certo entra per poi riuscire dallo stesso lato, questo
significa che il pascolo non lo troviamo qui sulla terra, ma nel regno dei
cieli. Chi entrerà per mezzo di Cristo in Cristo che è la porta, non uscirà più
da Cristo ma rimane in Cristo, Egli è la porta eterna, che porta a postoli
eterni, quindi l’entrare mediante Lui, è come entrare mediante una “ porta
delle stelle” secondo il nostro modo di vedere attuale, quindi entriamo nelle
dimensione di Cristo, dato che esso è il Re dei pastori, colui che possiede la
chiave per entrare nel regno dei Cieli. Quindi chi entra dalla “porta-Cristo”, esce
cioè entra nel regno dei cieli, dove i pascoli sono sempre verdeggianti.
Bisogna attraversare Cristo,
cioè far propria la vita di Cristo per essere di Cristo e quindi per essere
salvato entri in Cristo, cioè ti trasformi in lui, cioè diventi della stessa
natura, mangiando il Suo corpo e bevendo il Suo sangue trasformi la tua natura
carnale umana, in natura divina.
“”10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono
venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza.””
Quindi il ladro non
passa mai per la porta, passa per le finestre, per le fessure, s’insinua …
11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario - che non è pastore e al
quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e
fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario
e non gli importa delle pecore.
Questo passo è molto contemporaneo …. se fosse applicato in modo rigoroso ….
Ma farò solo una lettura generalizzata.
“”Il buon pastore dà
la propria vita per le pecore””. Cristo è il buon pastore, esso ha dato la sua vita per le pecore, ma qui
Gesù non guarda a se stesso, quanto ai pastori del futuro, a coloro che condurranno
la chiesa che Egli ha fondato e dice che i veri pastori si distinguono dagli
altri, perché si sanno immolare per salvare le pecore.
“”12Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono -
vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le
disperde””
Chi non è vero pastore, lo chiama mercenario, che non ha scrupoli di
vendere le sue pecore per salvare la sua pelle. Il lupo diviene al posto suo un
falso pastore, le rapisce cioè usa l’inganno per mostrarsi pastore, al fine di
disperderle e confonderle.
14 “Io sono il buon
pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me,””
Quindi le pecore riconosco il proprio pastore, quello vero mandato da Dio.
15”così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per
le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da
questo recinto: anche quelle io devo
guidare”
In questo passo Gesù specifica una cosa particolare,”E ho altre pecore che non provengono da questo recinto” il recinto è inteso come lo spazio nel quale Cristo
opera, il recinto di cui parla Gesù è il mondo, e le pecore che sono in esso ,
sono i suoi fedeli, cioè il gregge che si pone o si porrà sotto la sua tutela, questo
significa che nel recinto ci sta un ovile, quello della chiesa, ma Gesù
specifica che Egli possiede altri recinti e quindi altri ovili, che non
appartengono a quel recinto. “anche
quelle io devo guidare” anche
queste pecore che sono in altri recinti io seguo e guido, cioè faccio a loro da
pastore. Dove saranno collocati questi altri recinti di cui Gesù parla? Noi
possiamo solo ipotizzare, dal punto di vista terrestre rimanendo sulla terra
che gli altri recinti possano essere altre confessioni di fede, ma sempre con
il sigillo di Dio, di origine cristiana. Ma le parole di Gesù vanno oltre
questo pensiero, e si capisce bene che non sono parole che si riferiscono ad
una condizione terrena. Gesù ha altri recenti in altri luoghi e questo fa
presumere che noi potremo non essere soli nell’universo, perché Egli è pastore
anche in questi luoghi.
“”Ascolteranno la mia
voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Questi Greggi estranei o non terreni, che Gesù amministra diventeranno un
giorno un solo gregge, e avranno solo Cristo come unico pastore, ciò fa capire
che anche in questi greggi “misteriosi” esiste la figura del pastore, oltre a
quella di Cristo stesso. Quindi questo fa capire che Cristo trasmette il suo vangelo qui come in ogni dove allon stesso modo.
17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per
poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di
darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto
dal Padre mio».””
“Per questo il Padre mi ama” mi ama perché io so offrirmi per gli altri incondizionatamente e so donare
la mia vita per loro, quindi ricevo amore di Dio Padre.
C’è da chiedersi perché
da la sua vita per poi riprendersela? Cosa ci vuol
far capire, vediamo di capirlo, do la
mia vita, cioè la dona a noi, per salvarci dal peccato, ma una volta
che ci ha salvato Egli se la riprende, perché non ne abbiamo più bisogno dove
andremo, non avremo più bisogno che Gesù ci lasci la sua vita; ecco perché dice
la riprendo, perché chi giungerà alla casa del Padre non avrà più bisogno di
avere con se o in se la vita che Cristo ci ha donato per salvarci, perché saremo
un tutt’uno con la gloria di Dio. Il fatto che dica “per poi riprenderla di nuovo” significa che è un operazione che fa continuamente, la dona e poi la
riprende, ma specifica: “Nessuno me
la toglie” perché gli appartiene
ed è propria di Lui, cioè sua. “io la
do da me stesso” cioè la
conferisce per sua volontà, non c’è nessuno che glielo impone. Quindi è Lui che
decide.
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