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venerdì 29 maggio 2015

Nessun ricco avrà il regno dei cieli!



Nessun ricco avrà il regno dei cieli!


Mt 19, 20-26, si legge: «Il giovane gli disse: Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? Gli disse Gesù: Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quel­lo che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi. Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Gesù allora disse ai suoi disce­poli: In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli. A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: Chi si potrà dunque salvare? E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Cosa significa la parabola?
Gli apostoli sono scandalizzati, e perplessi e si chiedono ma se nessun ricco potrà avere il regno dei cieli, chi lo potrà avere? Intanto prima di tutto c’è da capire perché gli apostoli si pongono questo pensiero, come se essi pensavano che un po’ di ricchezza poteva anche star bene anche nelle loro tasche …

Ma Gesù che ha l’occhio lungo, cioè vede nelle loro menti, risponde guardandoli fissi … “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” Cosa sta a significare questa frase?  

Non indica che impossibile che un ricco possa avere la vita eterna, ma indica che solo Dio può decidere se salvare un ricco o no! “In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.”

In questo caso il ricco deve aver fatto molte più opere di bene rispetto ad un povero, dato che esso ha avuto molto, sia in onori, che ricchezze, per cui per guadagnare il regno dei cieli, deve aver accumulato un tesoro di ricchezze ultraterrene almeno pari alla ricchezza che aveva accumulato in terra, per quello che è molto difficile che un ricco possa essere salvato.  Quindi più grande è la ricchezza di un uomo sulla terra e minore sarà la sua possibilità di essere salvato, per cui minore sarà la sua ricchezza maggiore potrà essere la possibilità della salvezza, però nemmeno un povero si senta escluso da tale considerazione, perché se esso non ha nulla, ma non accoglie il figlio di Dio in se, esso non otterrà la vita eterna. Però come dice Gesù nulla è impossibile a Dio.  Ma questo passo fa capire una cosa, che chi si appresta ad essere servitore di Cristo deve rinunciare a tutto quello che è terreno e deve seguire Cristo senza casa, senza tesori e senza averi, se un uomo non fa ciò non è di Cristo, ma è del mondo che lo ha generato, non è di Cristo!. Per cui questa parabola vale per tutti gli esseri umani, ma soprattutto per coloro che voglio essere suoi seguaci, cioè coloro si vogliono chiamare apostoli, quindi è un monito che Gesù fa alla chiesa di ogni tempo. Che se essa diventa ricca e otterrà onori e ricchezze non potrà anch’essa aspirare all’eternità salvo casi eccezionali.

La chiesa deve ben tener presente che la parola di Cristo vale prima di tutto per essa, e poi per il gregge affidato ad essa da Cristo nostro Signore! 

Però un ricco, che opera nella bonta del suo essere, ed aiuto chiunque, sicuramente Dio ne terrà conto alla fine della sua esistenza, ricordiamoci che è Dio che sentenzia e nessun uomo lo può fare...Quinid tutti i ricchi volendo possono essere salvati dipende molto da come usano la ricchezza che gl è stata donata, perchè anche l'essere ricco è un dono di Dio. 


Il ricco può avere il regno dei cieli solo in un caso, se da tutto quello che ha a chi ne ha bisogno, e lavora per il regno dei cieli, cioè lavora per il prossimo che ne ha bisogno, ma dove avete mai visto un ricco che lavoro per il prossimo? Possono esserci dei casi, ma sono casi, rari. 

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Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!