CHI NON PORTA LA PROPRIA CROCE!
26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27 Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
Questa passo è molto duro, ma vediamo cosa intende dire realmente …
Esso andrebbe contro al comandamento onora tuo padre e tua madre,
ma allora cosa intende dire?
In sostanza questo passo, è rivolto solo a coloro che vogliono
seguire Gesù, ma nel farsi suoi discepoli, non parla verso tutti, quindi prende
una nicchia di persone ristrette, anche a Pietro chiese di rinunciare alla
propria famiglia, alla moglie ecc, questo fatto, ci fa capire che chi vuole
seguire Gesù deve essere pronto ad ogni cosa, anche ad abbandonare la sua
famiglia d’origine, ovviamente ciò non è facile, per tutta una serie di
ragioni, qualcuno si chiederà se Gesù abbia fatto questo nei confronti di Sua
Madre, da certo punto di vista sicuramente Gesù da quando entrò nella vita
sociale e da quanto costruì la comunità viveva molto spesso fuori casa, e
lontano da sua madre, ma sappiamo anche che era la madre a seguire il figlio,
più che il figlio la madre, per cui in questo ci fa capire che, si da certo
punto vista il figlio abbandona la famiglia e tutti gli affetti, ma indirettamente
la famiglia se vuole avere anch’essa la medesima sorte dei proprio figli, li
seguirà nel loro peregrinare, così come fece la Madre di Gesù. Che come un’ancella
lo seguiva in ogni dove. Quindi da questo capiamo che da un lato Gesù chiede un
grandissimo sacrificio, ma dall’altro chiede ai familiari se hanno intelligenza
e a cuore il proprio figlio di seguirlo, come un ombra, così come fece in
realtà, la madre di Gesù. In sostanza il distacco non c’è realmente, gli
affetti rimangono anzi diventano più forti, perché le famiglie entrano a far
parte della stessa comunità, così come Gesù ogni tanto andava presso la Madre, così vediamo bene nei vangeli dai racconti degli apostoli.
Poi però dice che bisogna rinunciare anche alla propria vita, per
il Signore, ciò bisogna essere in grado di prendere e non voltarsi indietro,
con un senso di rimpianto. Quindi accettare il proprio destino, con forza, e
con temerarietà, senza badare alla critiche che possono essere mosse da altri,
nel tentativo di scoraggiare chi intraprende questa via. Non abbiate timore di
perdere la vostra vita per il Signore, perché chi non fa ciò non potrà mai
essere vero apostolo di Cristo.
C’è tanta gente nel mondo che cerca di salire verso le vette del
cielo pensando che così facendo il Signore sia più contento, invece non è
affatto vero, il Signore in questa frase ce lo fa capire: 27 Chi non porta la propria croce e non viene
dietro di me, non può essere mio discepolo. Se ognuno di noi non accetterà quello che è, egli
non potrà mai essere chiamato figlio di Dio, ne suo discepolo, quindi per divenire discepolo di Cristo, bisogna
essere se stessi, non bisogna fingersi quelli che non si è, esempio un gay può essere
discepolo di Cristo? ma certamente, basta che rinunci al peccato che lo
attanaglia, ma Gesù gli dice, non devi cambiare non devi mutare, rimani come
sei, perché la tua croce ti farà crescere, e ti renderà migliore di quello che
sei, attraverso quella croce potrai capire e aiutare altri tuoi simili ad
uscire dalla loro situazione o condizione di disagio, quindi il Signore non vuole falsi
discepoli, che fingono di essere quelli che non sono, vuole persone vere che si accettino per quelle che sono, ma si oppongono loro stesse al peccato che le
distrugge. Così è per tutti gli altri peccati, per il fattucchiere, per l’idolatra,
per l’ateo, per ladro, per il delinquente di ogni sorta, Gesù non ha limiti,
solo non vuole che la persona finga di essere chi non è. Non so se mi sono spiegato!
Quindi per seguire Gesù basta ogni giorno portare su di se la propria
croce, senza metterla in mostra, ma sapendo che essa ci renderà più forti
giorno per giorno. La croce è fatta di tante cose, di fragilità, di malattie,
di problemi di ogni genere, Gesù non vuole condannare subito l’essere umano, ma
ci avverte che nessuno di noi sa quanto durerà la vita, per cui chi si appresta
a divenire suo/a discepolo tenga presente che Gesù ci vuole sinceri e leali, ma
guardinghi contro il male. Siate voi stessi a prendete le vostre croci, e seguite
il Maestro, e se non volete essere suoi discepoli nessuna paura il Signore vi
chiederà lo stesso qualche sacrificio, vi chiederà sempre di portare la sua
parola, anche gli sposi possono essere suoi testimoni, anche loro possono ambire ad
essere testimoni di Cristo, senza dover divenire discepoli. Quindi il singolo
se non se la sente di divenire partecipe della comunità di Cristo, può sempre
seguirlo cercando di migliorarsi giorno dopo giorno e facendo la sua volontà.
La croce definita tale da Gesù è il peccato, quindi Gesù non vi
dice di abbandonare il vostro peccato, (spiego meglio, vi dice di abbandonare il peccato, ma di rimanere quello che siete, non nascondere ciò che siete), perché questo verrà col tempo e alle volte
non verrà mai tolto(il peccato del tutto) molti infatti nella loro vita chiedo spesso che il peccato che li attanaglia, gli venga tolto, invece il Signore non o toglie, perchè peccato di costringe a rimare ciò che sei, deve essere la persona a rimuovere da se quel peccato con le sue forze. Perché il peccato ci conserva in umiltà, ma
se ti venisse meno il peccato saresti tentato di divenire superbo, e sentirti
più grande degli altri, per cui ringrazia il Signore di avere un peccato, pur
combattendolo con le tue sole forze, perché anch’esso è una medicina salutare.
E se un giorno riuscirai a vincerlo ed annullarlo in te ricordati che inizieranno
per te altri tormenti, dettati da attacchi continui del maligno, che essendo
esso stesso il peccato, tenterà di farti desistere, e quindi inizierà per te
altro dolore, perché il peccato o le tentazioni servono per l’elevazione dell’anima
a Dio. Per giungere radioso come una
stella di prima grandezza, devi aver sofferto molto, sia nel corpo che nello
Spirito, allora otterrai la corona della vita eterna. Solo chi soffre otterrà la vita eterna.
In ciò voglio dire una cosa, coloro che hanno malattie, e soffrono
ogni giorno, accettino questi mali, come un modo per Dio di guarire le proprie
anime dalle proprie pene e peccati, che se non venissero mondati qui sulla
terra bisognerà mondarli nell’aldilà, per cui le nostre sofferenze sulle terra,
servono proprio per questo, per risparmiarci le pene eterne, per poter acquistare
la vita eterna.
Quindi meglio soffrire qui che soffrire di là. Vi consoli l’idea
che tutto ciò è per la vostra salvezza e per quanti pregando per voi salveranno
anche se stessi.
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