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martedì 30 gennaio 2018

CHI DEVE ESSERE PIÙ AMATO?



CHI AMA IL PROPRIO PROSSIMO PIÙ DI DIO NON È DEGNO DI DIO!



Mat. 10,37 

"Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me;"


Vediamo cosa dice il passo, in sostanza Cristo ammonisce chiunque dal padre alla madre, dal figlio alla figlia, che costui/ei non deve amare costoro più di Cristo stesso, altrimenti non sono degni di Cristo, cioè di Dio. Ma il fatto che Gesù si soffermi al padre-madre-figlio-figlia, non significa che altre figure non ne sono contemplate perchè in realtà è esattamente l'opposto, Gesù si ferma proprio alle figure basilari della famiglia, perchè tutte le famiglie del mondo sono composte da queste figure, per cui Gesù non specifica altri soggetti, visto che tutti sono costituiti proprio da un nucleo famigliare e anche nella chiesa, c'è un padre e una madre, un figlio e una figlia, per cui il dire padre, sta ad indicare il sacerdote oltra che al padre naturale, la madre, sta ad indicare la suora, quindi si comprende bene che Cristo sta richiamando chiunque nel mondo a non amare più di Dio altri esseri umani, che siano genitori o preti, monarchi, o presidenti, vip o poveri, perchè tutti sono sul medesimo piano per Cristo, nessuno tra tutti questi deve essere amato più di Cristo-Dio.

Per cui quando noi poniamo il pontificie prima di Cristo sappiamo già in quale peccato stiamo incorrendo e stiamo facendo. Questo ci fa capire che chi afferma, che prima viene il pontefice prima di Cristo, sta sbagliando ed insegna cose errate, sapendo anche magari d'insegnarle. Quindi prima si ama Dio e poi si mette tutti gli altri dopo, considerando che Cristo valuta tutti alla stessa stregua e non c'è un primo ne un ultimo, ma tutti sono egualmente il mio/vostro prossimo. Questo concetto Gesù lo chiarisce, anche quando gli apostoli litigano, per stabilire chi tra di loro è il primo o il più importante e Cristo afferma che nessuno di loro è il più grande, per altro questo passo che ho trattato in altro articolo va in netta contrapposizione con l'elezione di Pietro, per cui pare molto strano che Cristo cambi idea sul suo parlare, perché prima decide che nessuno tra di loro è il primo e poi curiosamente decide il contrario, questo non è nel modo di parlare e decidere le cose di Gesù, anche perché tutto il testo dei vangeli esprime essattamente sempre il medesimo concetto, nessuno è primo, nessuno è ultimo e il primo è colui che torna ad essere come bambino cioè candido, puro, vergine, ecco il primo.

Idem quando si chiede ad un subalterno in ambito religioso o anche credenti, di porre Il pontefice prima di Cristo, chi fa questo sta in pratica affermando che il pontificie è più di Cristo, se ne guardi bene da quanto va spargendo.

Ora vediamo cosa ci dice Cristo ancora.

Marco 12,28-33 
28... «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29 Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; 30 amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuorecon tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31 E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». 32 Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui;33 amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forzaamare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici»”

Questa parabola di Gesù sembrebbe in contrapposizione con quella precedente, invece non è così, chiediamoci chi è il prossimo?

"Amerai il prossimo tuo come te stesso" dice come te stesso, non dice come Dio, questo fa capire che distingue il prossimo da Dio e pone sempre Dio per primo anche innanzi al prossimo. Gesù in questo modo fa capire che il prossimo non è Dio, ma solo l'essere umano, cioè un essere pari agli altri esseri umani.

Così fa distinzione tra Dio e il l'essere umano, e ci fa capire che per Gesù il prossimo altro non è che lo stesso essere umano, non sta parlando di Dio, ma solo di un altro essere umano nostro pari, che è simile a noi, non inteso come grado o titolo, ma come essere umano senza titoli e senza caste, potremo dire al nudo.  Questo perchè se avesse espresso il concetto in modo diverso esso sarebbe andato in contrapposizione con il precedente brano posto sopra Mat.10,37, ma dato che Gesù sa ben usare le parole e pone come prossimo inteso come essere umano, perchè Gesù non ha un prossimo verso se stesso, dato che Egli è Dio, per cui non esiste un prossimo per Lui. Per cui fa questa distinzione come dire voi siete esseri umani, io non sono un essere umano, ma vi do la mia legge, che se volete seguirmi voi dovete adottare e mettere in pratica, ecco perchè usa il termine prossimo, è inteso solo verso l'essere umano, non verso Dio. 
Qui invece i teologi e gli esegeti hanno fatto un tantino di confusione credendo che il prossimo fosse anche inteso e compreso Dio, nulla di più sbagliato, questa è una legge fatta solo per gli esseri umani, non per gli "dei" o per gli esserei gloriosi. 

Quindi il prossimo è inteso solo come essere umano nel suo insieme, cioè chiunque dal piccolo al grande, dal povero al ricco, dal indemoniato al santo. 
Quindi noi credenti cristiani, dovremo amare il nostro prossimo come noi stessi, ma nel passo sovrastante Mat 10,37 Gesù afferma che prima del prossimo viene sempre Dio. Per cui abbiamo una graduatoria, prima Dio e poi il prossimo; di cui questo prossimo è composto da vari soggetti senza nessuna catalogazione tra di loro, senza nessun grado, non esistono livelli, infatti nel passo dove afferma che egli ha più madri e più sorelle indica questo, che per lui non esiste un primo o un secondo che tutti gli apostoli sono eguali innanzi a Lui, che tutti gli uomini della terra sono uguali innanzi a Dio. Ma sempre Dio viene per primo, sempre l'uomo deve porre Dio innanzi a tutti, che l'uomo deve amare più di Dio del prossimo. 

Questo fattore, per secoli non è andato giù a certa chiesa, che si è sentita defraudata di un potere soprannaturale, che con queste parole Dio toglieva ad esso un potere terreno tra gli uomini, per cui si sono auto elevati ad una dignità che nessuno diede loro, molto spesso facendo credere alla popolazione che prima viene il Pontefice e poi Cristo. Ovviamente questo aspetto è stato accentuato dal fatto che gli uomini di chiesa hanno voluto, volutamente abbassare Cristo dalla sua posizione di deità, a semplice essere umano, come anche Bergoglio in questi anni ha espresso, come un semplice diacono a parer suo, io dico poveretto lui,  per cui riducendo Cristo a non più, un Dio, ma ad un semplice essere umano e considerandolo come tale, quindi svestito della sua regalità divina, diviene inferiore al pontefice stesso, è questa l'idea malsana di questa teologia demoniaca, che invece di insegnare la giusta correzione ha insegnato il timor del pontefice e non il timor di Dio. Per cui tutti come pecore a pensare che del pontefice si deve aver paura, come se esso stesso fosse un Dio più di Cristo, ridotto al nulla. Ecco perchè nei secoli scorsi vari soggetti anche di elevata santità ebbero timore del pontefice, tanto da opporsi anche alla volontà di Cristo stesso e negare a Lui, la volontà sul mondo; da quanto terrore avevano verso il pontefice o verso qualsiasi vescovo, così questa idea è stata perpetrata per secoli nella mente della popolazione, che ancora oggi teme un pontefice anziché temere la condanna di Dio e del Suo Cristo che è sempre Dio.

Sbagliato è anche il pensiero che dice che noi umani(prossimo), non dovremo richiamare il pontefice, sbagliato perchè Cristo ci insegna la giusta correzione e tale norma vale per tutti, anche il pontefice è il mio prossimo quindi soggetto a questa correzzione, essendo esso un essere umano e non un Dio, anche se lo rappresenta ma sempre essere umano è. Quando l'essere umano eletto a pontefice dimostrarà di essere come Dio, allora potremo dire che lo è, ma fintanto che non lo dimostra esso stesso è solo un mio prossimo, per quanto io riconosca in lui, l'autorità della chiesa terrena, ma non cerntamente il rappresentante di quella eterna, che è solo e solamente Dio, infatti nulla un pontefice vescovo o prete che sia può disporre di un anima, visto che le anime sono solo ed esclusivamente di proprietà di Dio solo Dio può disporre per loro.

Quindi un pontefice, come tale deve essere corretto se il suo parlare e il suo agire esce dalla dottrina di Cristo, non dalla dottrina imposta dalla teologia della chiesa degli uomini, perchè i teologi potrebbe aver impostato delle cose che Cristo non ha mai detto ne pensato. Quindi stiamo attenti a non elevare un pontefice sul trono di Dio. Spesso si sente dire che il pontefice si deve relazione con Dio, ma cosa ne sappiamo noi se il pontefice parla con Dio? Taluni affermano che il relazionarsi con Dio dovrebbe essere un problema personale del pontefice e non nessuno di noi dovrebbe sentenziare su questo, ne porsi interrogativo se quanto esso fa, lo decide con la sua testa o mediante il pensiero di Dio. Questo genere di pensiero o parlare dimostra menefreghismo, come dire cosa vuoi che mi competa sapere se parla o no con Dio, se ciò che decide viene da Dio o meno. Ma questa è una grave mancanza di fede, proprio verso Dio.

Inoltre l'uomo che venisse vagliato per essere scelto a custode della chiesa, dovrebbe dimostrare di essere veramente di Dio, provando la sua santità, saggezza, sapienza e giustizia, se in un pontefice mancano queste cose, esso non dovrebbe essere neppure scelto. Ma come vediamo in tanti secoli che l'uomo spesso a fatto quello che ha voluto, ponendo al soglio pontificio, vescovi contro la volontà di Dio stesso.
Quindi non possiamo affermare che lo Spirito Santo sceglie chi egli vuole, perchè lo S.Santo senza ombra di dubbio sceglierebbe sempre il meglio per il mondo, ma dato che Dio lascia libero l'uomo anche in queste decisioni, lo Spirito Santo non è colpevole di nulla. Certamente non è Dio a voler nella chiesa pontefici che hanno prodotto danni a se stessa nel corso della sua storia, e quindi direttamente alle anime; per cui chi afferma che lo Spirito Santo è responsabile di eleggere il pontefice che egli vuole per quel tempo, è un imbecille perchè in realtà sta bestemmiando lo Spirito Santo, senza neppure saper quel che dice (inoltre per i veggenti dimostrerebbe che codesti non sono tali).

Dio mai vuole male a nessun uomo, tanto meno alla sua Chiesa per cui chi elegge il pontefice è solo e solamente volontà umana, e se Dio trova il sistema per mettere chi Egli vuole, lo fa senza far saper nulla a nessuno, sempre in segreto. Per cui affermare che è lo Spirito Santo a far eleggere un pontefice meglio mangiarsi la lingua mille volte, pur di condannarsi da soli. Facciamo attenzione a quanto affermiamo perché non saranno gli altri a pagare ma noi stessi anche per gli altri che abbiamo portato fuori strada. Come la parabola del cielo, che porta altri ciechi nel burrone. 


Vi sono molte altre espressioni nei vangeli che indicano sempre lo stesso argomento del prossimo, esempio anche questa: "amatevi gli uni e gli altri.." ha lo stesso senso del prossimo tuo.

Invece qualcuno furbescamente fa scrive queste cose, per far credere a cose errate, come questa immagine dimostra. 
Qualcuno di proposito da come si legge vuol far credere che Dio e il prossimo devono essere amati nello stesso modo, ma la legge di Dio espressa sia dal Padre che dal Figlio dice esattamente il contrario.

sabato 27 gennaio 2018

DARE LA PACE!!



Come si da la pace secondo Cristo?

Gesù nei vangeli insegna che Lui non da la pace come il mondo la da, all'uomo, ma in modo diverso, intanto prima di tutto vediamo cosa vuol dire dare la pace e come. 

La frase di Nostro Signore Yeshua è questa: 


Giov.14 ,27
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”

Vi lascio la pace, vi do la mia pace" 

Di quale pace parla?
E quante "paci" esistono?
Giusto il termine "paci," è improprio lo sappiamo bene, ma in questo caso potrebbe essere anche giusto, visto che non esiste una sola pace, ma molte "paci," esiste la pace dei sensi, esiste quella dell'anima, esiste la pace per lieto vivere, insomma ne esistono tante, tra le quale anche la Pace di Dio, che non è affatto la pace che noi vogliamo e che noi pretendiamo.  Per cui si potrebbe volendo anche usare un plurale per un parola che si esprime sempre la singolare. 

"Non come la dà il mondo, io la do a voi”

Cosa intende dire?
Che Lui non da la pace come il mondo la da al mondo.  

E in che modo il mondo da la pace? 

Lo comprendiamo proprio dalla frase. 
"la dà" da da dare, cioè da consegnare, se io do qualcosa lo faccio con un gesto della mano, per cui Gesù Gia in quel tempo predisse come il mondo avrebbe dato la sua pace, al mondo, mediante il gesto che sarebbe divenuto comune nel tempo darsi la mano. 

E come Gesù intendeva per dare la Pace.
Se Gesù nostro Dio, dice che Lui non da la pace con la mano, come segno di darsi la pace, perchè quella è la pace che il mondo da al mondo, Lui la rigetta questa pace, perchè in realtà è una pace falsa, fasulla, ipocrita dove dietro si celano turpi pensieri, non sempre coloro che si danno la mano pensano bene di coloro che gli stanno innanzi, per cui darsi la mano non è segno di Pace. Non lo è sopratutto per Dio. 

Ma allora com'è che Gesù intendeva dare la Sua Pace?
Molto semplice, Gesù dava la pace con una benedizione, la pace di Cristo si trasmette mediante la Benedizione, quando una persona benedice l'altra questo è il vero segno di Pace, non basta dare la mano, e dire "il signore sia con te", perchè questa non è la benedizione che intende dire il Signore. Si deve usare proprio un formula ben precisa, tipo :
 "Ti porto non la mia pace, ma la pace del  Signore Gesù il Cristo di Dio", questo va bene, ma allora si fa solo se c'è vero sentimento positivo, d'amore, buono etc, non si fa verso coloro che hai in odio o disprezzi, ecco il perchè Gesù dice io non do la pace come la da il mondo, cioè usando la mano,  tra mani e mani, no Egli da la pace standosene lontano e benedicendoti da lontano, perchè non c'è bisogno del contatto fisico per benedire e dar la pace di Dio. E il gesto lo si fa alzando la mano destra e quindi benedicendo chi amai in nome del Signore. Questa è la vera pace di Dio, questo è il vero segno che Cristo insegna al mondo, non quello che la chiesa arbitrariamente ha insegnato un errore, e che qualcuno astutamente ha portato al mondo, cioè darsi la mano, cosa che Cristo non ama per nulla. Diventato in secoli scorsi anche un segno massonico, darsi la mano, come qualcuno m'ha fatto notare oggi. Quindi ecco che Gesù dice darsi la mano, è un segno satanico ecco perchè appunto sottolinea quella frase. "Non come la dà il mondo, io la do a voi”, ma specifica che con la frase Vi lascio la pace, vi do la mia pace"  cosa intende dire: in pratica dice a noi "vi lascio la mia pace," cioè me stesso, "e ve la do", cioè ve la trasmetto affinché tutti voi possiate darla a chi volete. 

La pace si da solo benedicendo il prossimo, e non stingendosi la mano, perchè quella è la pace del maligno. 



Articolo scritto: 2015 che oggi riporto.

venerdì 5 gennaio 2018

Essere aridi


La mano arida e l’aridità di cuore!



Marco 3: 1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!».
Altra dimostrazione che conosceva e leggeva i loro pensieri.
 4Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?».
Ma essi tacevano” il tacere di costoro era chiaro segno che stavano meditando come accusarlo, e che loro stessi non volevano rispondere alle domande di Gesù che li metteva in difficoltà, infatti la domanda di Gesù è provocatoria, Egli sapeva che loro conoscevano la risposta, ma essi finsero di non sapere e non capire.
5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
La parabola non parla solo del miracolo in se stesso, quanto del peccato d’invidia, d’ingiustizia, di costoro non essendo in grado di fare e sapere quello che Gesù faceva, divennero invidiosi al punto, che non potevano, soffrine la presenza, che pur di negargli la divinità, avrebbero negato perfino di essere figli di quel Dio che gli diede un regno, e li aveva stabiliti in quella terra, ed infatti il passo racconta proprio questo, il tradimento della casta dei sacerdoti, contro Dio e Suo Figlio. Il termine cuore indurito indica che avevano irrigidito le loro menti e avevano escluso da esse che Gesù potesse essere realmente il figlio di Dio, non volevano assolutamente pensare che Dio avesse scelto un Figlio povero tra i poveri come loro Messia, e non accettavano che Dio ingerisse nella vita del popolo e della casta sacerdotale. Perciò l’unico modo per eliminare per loro quella sventura, quell’individuo che odiavano ed invidiavano, era quello di farlo morire, in questo si comprende anche come satana operava in loro, perché in loro vi era l’invidia, la malizia, ma dall’altro vi era satana a sostenere i loro pensieri maligni. Ma ogni decisione poi fu loro.

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Perdono e grazia



Il legame tra il perdonare i peccati e il fare la grazia.


6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito” in questa frase si comprende che Gesù non parla con il cuore, ma con lo spirito, Gesù si appoggia totalmente allo spirito per rispondere a chiunque, non parla come fanno gli esseri umani, usando il cuore. Quindi, Gesù parla con perfezione.
Qui Gesù manifesta il potere di leggere il pensiero, noi lo chiameremo telepatia, Gesù dice: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? “ Il cuore sta nella mente, Gesù parla del centro della parola, in quella parte della mente che pensa e ragiona, quella parte della mente che è maligna e che è incredula. Gesù sta dicendo che essi parlano con la parte della loro mente più istintiva, dove si celano le passioni della carne e dove nascono anche i pensieri più turpi e le vendette, l’odio e ogni altro peccato, dove si cela la malizia.
Qui Gesù usa l’espressione il Figlio dell’uomo”, identificandosi come figlio di Dio e identificando Dio come un uomo, cioè il primo uomo, come da me già scritto.
10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11dico a te – disse al paralitico –: alzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».”
Gesù ci fa capire che una grazia non si ottiene se non c’è, anche il perdono del peccato, perché il peccato è strettamente legato alla malattia, per cui, è necessario rimettere i peccati per ottenere la totale guarigione della persona. Quindi, non esiste la possibilità di togliere la malattia se non si perdona il peccato o se non si chiede perdono.



Vangelo cosa significa realmente?



La parola “Vangelo” da dove prende origine?
Nell'antico testamento c’è un riferimento a Isaia 52,7, dove parla del messaggero di buone notizie. Dal greco Anghelion e dal latino Evangeluim che significa lieto annunzio o portare la buona novella o notizia.
Però non contento, di questi risultati, ho chiesto al Signore con insistenza che mi dica cosa esattamente significa questa parola… e dopo aver scritto molto sui vangeli ma non ho ancora terminato, all'improvviso senza preavviso il Signore mi svela l’arcano mistero, in pratica la parola Vangelo è un termine antichissimo che risale alla prima rivelazione che Dio fa al mondo, ed essa porta in se stessa il senso reale , in pratica il suo vero significato è molto simile al significato che è racchiuso nel libro di Isaia. Significa esattamente l’Angelo della Verità o il portatore della Verità. Quindi Vangelo significa Angelo della Verità e questa fu una parola che Dio ispiro ai profeti nel corso dei secoli affinché arrivasse fino a noi scritta così, nel suo testo anche in Italiano è sintetizzato si trova traccia precisa. Verità-Angelo il messaggero della Verità o l’angelo della Verità che altro non è, che lo Spirito Santo. Per quello poi in Apocalisse vi è scritto che nessuno si permetta di cambiare una sola virgola, o aggiungere o togliere qualsiasi cosa, perché si farebbe peccato contro lo Spirito Santo, che è l’ispiratore del Vangelo. Quindi Gesù porta la parola dello Spirito Santo che è in Lui, cioè l'angelo della verità.Amare il Vangelo e mettere in pratica i suoi precetti o consigli, significa amare lo Spirito Santo in Cristo. Colore che combattono il vangelo combattono in realtà Lo Spirito di Dio, chi muta la parola del vangelo è uno stolto che si è messo la mola al collo. Alterare il senso profondo della parola di Dio espressa da cristo significa la dannazione eterna, specie per chi lo fa coscientemente. 





domenica 31 dicembre 2017

Primo capitolo del Santo Vangelo: Marco.

Pubblicherò solo i primi capitoli di tutti i 4 evangelisti, il restante lo pubblicherò.
Secondo Marco: cap1.
1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.2Come sta scritto nel profeta Isaia:Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
Parla di Giovanni battista.



egli preparerà la tua via.
3Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
i sentieri sono gli intenti di vita, cioè i pensieri siano puri rivolti verso il bene per i fratelli, e per la gloria di Dio.



4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».



9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Qui i termini interessanti sono squarciarsi e l’amato.
Il termine squarciarsi si dice delle nubi, quando si forma uno spazio nel quale penetra la luce del sole o si intravvede il cielo stesso. Qui però il termine non indica lo squarcio in mezzo alla nubi, ma nel cielo, con questo termine sta ad indicare che si formo nel cielo stesso una zona, che potremo vederla come una porta, un alterazione del cielo stesso, come una specie di portale, un passaggio di colore diverso dal cielo stesso, di luce bianca, dal quale passo lo spirito Santo sotto forma di una colomba, e la voce di Dio passo mediante questo. Possiamo proprio vederla come una porta spazio-temporale tra due sistemi, mondi, universi.
Il secondo temine, l’amato ha una stratta affinità con la parola “spirito” inteso come Rhua cioè la donna amata, che in realtà sarebbe la Madre Eterna, per cui ovviamente Dio chiama il Figlio come l’amato, che ha una netta corrispondenza con la donna, sposa amata. Cioè lo Spirito Santo, quindi riconoscere Gesù come “Tu sei il Figlio mio l’amato”, ha voluto far capire all’uomo che Gesù non era solo il Figlio del Padre ma anche della Madre Eterna, usando per l’appunto quell’espressione.



12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Lo Spirito di Dio lo condusse nel deserto, ma per fare cosa?
Per subire le tentazioni di Satana, ma per quale fine?
Aveva egli bisogno di essere tentato? Certamente no! Ma allora il fine qual era?
La tentazione doveva servire in un duplice scopo, sia per far capire a Satana che Egli non poteva nulla con Gesù, ma anche per temprare il figlio, e renderlo forte, coraggioso e per ricevere dal Padre Suo le direttive e conoscere in toto, il suo disegno e quindi quei 40 giorni, dovevano essere simili ai 40 anni passati nel deserto dal popolo Ebraico.



14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Gesù, sa che giorni di Giovanni battista sono giunti al termine, sa bene che dopo il Suo battesimo, Giovanni ha poco tempo, infatti, si comprende che Gesù aspetta che gli eventi si compiano, per uscire allo scoperto. Dopo di che inizia la sua opera, lo fa per non essere confuso con il Battista. Dato che come il Battista, anche Gesù proclamava il pentimento e la conversione oltre altre cose, come il compiersi degli eventi per giungere al Regno dei Cieli; se fossero stati contemporanei, si sarebbe creata confusione.
Qui c’è una parola che non quadra ed è “vangelo” sappiamo che il termine è nato ad un certo punto, come può Gesù aver parlato del Vangelo, nel senso stretto del termine, se ancora non lo aveva proclamato in toto? Gesù invece parlò usando un termine che era antecedente alla parola vangelo.
Ma la frase interessate di questo discorso è:” «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino…”
Perché dire il tempo, è compiuto?
Perché in realtà era con Gesù stesso, cioè con la sua nascita e la sua venuta nel mondo che il tempo si era compiuto, si era compiuto quanto i profeti avevano predetto di Lui, cioè si era compiuta l’opera del Padre Suo, in Lui.
Perché afferma che il regno di Dio è vicino?
Il regno di Dio è vicino, secondo noi potrebbe non aver senso, dato che 2000-4000 o chissà quale tempo…non è per nulla vicino, anzi per tutti noi è lontano.
Ma allora di cosa parlava?
Sta parlando di se stesso ancora, sta dicendo alle genti che Lui è il regno di Dio, è un senso metaforico ovviamente, ma indica che per giungere al Padre, bisogna passare mediante il Figlio che conduce tutti gli uomini che gli credono, al regno eterno. Ecco perché diceva il regno di Dio è vicino, indicando che era già lì, con loro, vicino perché era Gesù che lo portava agli uomini. Il Regno di Dio era in Gesù e LUI stesso lo rendeva manifesto.

16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini».
 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti.20E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
La scelta di Gesù verso gli apostoli non è causale, cerca gente, che hanno uno specifico ruolo nella società, cerca persone che sanno fare un lavoro, che ci vuole pazienza e costanza. Simone di Giovanni poi detto Pietro, e Andrea suo fratello entrambi pescatori, poi i fratelli Giacomo e Giovanni detto Boanerghes(figlio del tuono).
La scelta dei 12 non è un caso, casuale, e quel che colpisce di più che una parte di essi era fratelli, come appunto Andrea e Simone; Giacomo e Giovanni, ecc. questo aspetto pare essere curioso, lì sceglie come se fossero una coppia, come se l’uno guardava le spalle dell’altro, come se fossero un sostegno, tra di loro, certamente la scelta dell’essere fratelli, ha un suo senso, e lo ritroviamo anche nella fratellanza che già esiste tra gli esseri celesti, parlo essenzialmente degli angeli, che si spostano in coppia, come se fossero fratelli, perché ognuno guarda le spalle dell’altro, e perché si fanno compagnia, Gesù predilige le coppie di fratelli, ai singoli.



21Giunsero a Cafarnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 
La manifestazione del demonio mediante il posseduto, non è causale, il maligno vuole in qualche modo rovinargli anzi tempo, il suo lavoro, visto che, la tentazione nel deserto non andò a segno. E ovviamente Gesù non solo lo azzittisce me gli impedisce di dire altro, liberandolo subito.
 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Ma ovviamente anche il maligno, faceva in un certo senso parte, dell’insieme, perché le liberazioni, e il comando immediato dato con autorità e gli insegnamenti fin dalla giovane età, non potevano essere di un uomo normale, per cui ovviamente per quanto tentasse di celarsi, per non aver troppe noie, la sua fama si diffuse rapidamente.



29E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.32Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Anche qui sottolinea che per Gesù era fondamentale celare la su identità, ovviamente lo conoscevano, essendo stati essi stessi parti di quel regno eterno.



35Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.
Qui, ovviamente chi scrive pensa che Gesù pregasse, ovviamente per gli apostoli era inconcepibile che Gesù non potesse pregare; per loro vendendolo come un essere umano, pensavano che pregasse, in realtà Gesù non pregava come pregavano gli apostoli, o qualsiasi altro essere umano. Ma essi, ignoravano che Gesù si ritirava nel deserto dal solo, perché non voleva mostrare loro, la Sua vera natura, chi Egli era realmente, e come Egli parlasse direttamente con il Padre Suo. Quindi il ritirarsi nel deserto aveva lo scopo di sottrarsi ai suoi apostoli e ricevere gli ordini dal Padre Suo, inoltre il deserto, aveva un ruolo importante per Gesù, lì in quel luogo Egli riacquistava forza e meditava il suo operare. Infatti si dirige verso il deserto al mattino prima dell'alba perché nessuno lo vedesse dove andava.
 36Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
Per questo sono venuto” era venuto per predicare a tutte le genti e tutti i popoli, in tutte le città e nazioni, e non solo al popolo Ebraico.
 39E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

L’ammonizione di Gesù, verso il lebbroso, fa capire che molto spesso, le persone non fanno quello che gli si chiede, svelando i segreti che altri celano, quando questi per ragioni diverse e non comprensibili ai più, non possono rivelarsi. Invece come in questo caso, il lebbroso preso dallo stupore, pensando di far bene, fece male.

Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!