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venerdì 15 novembre 2019

Il miracolo della Mula di S.Antonio!





Voglio spiegarvi come mai la Mula si è inginocchiò innanzi al Santissimo Sacramento.

Innanzi tutto come si legge dall'articolo https://www.santantonio.org/it/content/la-mula , la Mula, si inginocchia solo dopo che la S.Antonio da Padova, pronunciò questa frase:

«In virtù e in nome del Creatore, che io, per quanto ne sia indegno, tengo veramente tra le mani, ti dico, o animale, e ti ordino di avvicinarti prontamente con umiltà e di prestargli la dovuta venerazione».

Che in pratica invitava l'animale a sottostare alla potenza di Dio. 

Ma c'è un dato di fatto che s'ignora, per capire ciò bisogna tornare al tempo di Gesù, quando Cristo chiese ai suoi apostoli chi egli, secondo loro e fosse, cosa rispose Pietro? 

Matteo 16,15-17

" 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simone di Giovanni, poi detto Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli."

Gesù precisò dicendo, che quello che Lui disse non veniva da Pietro, ma fu un suggerimento del Padre Celeste, perchè Pietro non sapeva che Gesù era il Figlio di Dio, per cui Dio glielo suggerì e lo indusse a dirlo, perchè ne dasse testimonianza.

Ora il fatto della Mula è la stessa cosa, l'animale non sa nulla della Santità di Antonio, ne tanto meno della sacralità del Santissimo Sacramento, è un animale, per tanto Dio fa in modo che questo animale, percepisca la presenza dello Spirito Santo nel'Ostia consacrata e fa in modo che l'anima s'inginocchi. Se fosse stato solo per l'animale, non si sarebbe inginocchiato, questo significa che le cose avvengono solo per diretto volere di Dio, gli animali, non hanno coscienza della divinità, ne sanno, cosa sia  la fede; anche se, percepiscono i vari generi di spiriti sia positivi che negativi, ma non sono in grado di ponderare, perchè gli manca la coscienza e la conoscenza, per quanto siano essere puri, senza peccato.  Quindi la mula si è inginocchiata solo per volontà di Dio e non propria.



mercoledì 25 settembre 2019

La parabola del Donare!




Ho posto agli amici di facebook una domanda, chiedendo loro in quanti modi si può attuare la parabola che Gesù ci racconta per farci capire una sua volontà o meglio dire un atteggiamento che tutti i cristiani o anche gli esseri umani dovrebbero avere. Ovviamente tutti gli amici ne hanno dato il senso che più si evidenzia dalla parabola stessa, ma questa ha anche un altro senso celato.

" Mc12,42 "Venuta una povera vedova, vi mise due spiccioli che fanno un quarto di soldo. 43 Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico che questa povera vedova ha messo nella cassa delle offerte più di tutti gli altri: 44 poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, ma lei, nella sua povertà, vi ha messo tutto ciò che possedeva, tutto quanto aveva per vivere»."

Vediamo di capire cosa essa nasconde oltre a quello che si evince con facilità, in tanto prima di tutto, spieghiamo un attimo il senso, in breve il racconto di Gesù serve per far capire a chi legge e chi ascolta che la cosa più importante , che indipendentemente da quanto o quello che un essere umano possiede deve corrispondere a Dio tutto quello che Egli stesso ha, in sintesi è questo il concetto, ma per quale ragione noi dovremo far ciò, per motivo molto semplice, siamo stati generati e creati da Dio per cui ovviamente come figli di Dio, siamo "obbligati" liberamente a corrispondere con quello che abbiamo di nostro che sia poco o tanto, non ha importanza, ma il dare tutto il nostro a Dio corrisponde ad un atto non solo di accettazione di Dio, ma sopratutto di riconoscenza dell'essere figli di Dio, dimostriamo a Dio tutto il nostro amore, per Lui. 

Però questo discorso ha anche un altra applicazione, se noi siamo disposti a donar tutto il nostro al Signore dovremo essere disposti ad offrire al Signore sempre il meglio di noi, faccio un esempio pratico, tra i tanti, se sono un artista e voglio omaggiare il Signore con quanto realizzo, che può essere una scultura, un quadro, un brano musicale, etc, qualsiasi cosa, in qualsiasi ambito, però lo devo fare al massimo di quello che sono realmente capace di fare, dando fondo ad ogni mia possibilità anche economica pur di raggiunge un obbiettivo, di donar al Signore il mio meglio; allora tale atto è visto da Dio è esattamente come l'offerta della vedova. 

Molte persone che donano sculture, fanno quadri o altro, non sempre, dire raramente sono graditi a Dio di quanto hanno realizzato, perchè quello che hanno fatto non era il loro meglio, non dava fondo a tutte le loro sostanze, ecco che la parabola ha anche un altra spiegazione, che rimane sempre dentro allo stesso concetto ma diventa più ampio. 

Gran parte delle parole che Gesù usa per insegnare a noi la sua volontà, hanno un applicazione molto maggiore di quella che vi è scritta, oltre ad avere anche ulteriori segreti celati.

Questa è la parabola del Dare,  darsi o donare, donarsi, dell'offrire, del glorificare, etc.

L'atto di donare a Dio tutto di tuo, per amore verso il Signore, solo chi ama veramente Dio, riesce a comprendere le ragioni di tale atto che superano i nostri pensieri materiali umani. 

Dio gradisce questi atti, perchè dimostrano a Lui, la nostra umiltà, la nostra sottomissione, e quindi riconoscenza della sua maestà e divinità, non solo della capacità di rinunciare ad un bene necessario, non superfluo.  Come per dire noi non valiamo nulla al suo cospetto, quello che vale è Lui ed effettivamente è così. 

Dio non se ne fa nulla di chi da il soldino al povero, quando poi ne spende mille per i capricci, ma tutto dipende unicamente dalla nostra personale sensibilità e dal nostro sentire il peso della fede. 

In definitiva la parabola parla del donare e del dare qualsiasi cosa, non solo denaro.
Gesù ha donato a noi la cosa più preziosa che aveva, la sua Vita.
Quindi anche Dio sa donarsi a noi è su questo modello che si basa la misericordia.
Il Padre Celeste ha donato a noi la vita, si aspetta che noi facciamo la stessa cosa, se ne siamo capaci.

domenica 18 agosto 2019

NON NOMINARE INVANO IL NOME DI DIO





Nell'A.T. è costellato di 6828 volte la parola Dio.

In origine non esisteva la Bibbia cattolica ne cristiana, perché in origine la bibbia era in realtà un composizione di tanti libri esclusivamente ebraici, dai quali appunto è nato un unico testo, che è appunto la Bibbia ebraica la vera capostipite; dalla quale la Chiesa ha elaborato la sua Bibbia Cristiano-Cattolica. Cosa c'è di diverso dalla bibbia Ebraica, semplicemente che la chiesa ha rimosso tutti i Nomi propri di Dio, sostituendoli con la parola Dio. Come ho già scritto è stato un grande errore, perché si è snaturato il vero senso del testo e il vero significato di ogni singola parte. Forse se ci pensiamo bene da un certo punto di vista hanno voluto evitare agli esseri umani questo peccato, perché conoscendo l'essere umano, cioè conoscendo se stessi, la tendenza ad usare impropriamente quei Nomi sarebbe stata molto elevata, per cui hanno tolto e aggiunto un termine non contenuto direttamente nel testo Sacro Ebraico, perché nella Bibbia Ebraica il termine Dio non c'è, anche se come ho già spiegato in altro articolo la parola EL potrebbe significare anche Dio, come anche un articolo ”il, gli, egli” quindi da un certo punto di vista la chiesa era tutta preoccupata perché l'essere umano non pronunciasse invanamente quei nomi sacri, per cui ha sostituito quei Nomi con il termine Dio. Secondo me la Chiesa ha sbagliato, perché se vi erano quei Nomi, vi era la sua motivazione, ma l'uomo pensa sempre con la sua misera mente di sapere di più dell'Eterno.



Il termine Invano?
Secondo la terminologia corrente del nostro tempo, significa parlare in modo inutile, senza una vera utilità, senza motivo, senza senso, in modo vuoto, vacuo, a sproposito, ma sopratutto non positivo, senza una motivazione logica, del perchè si usa il termine Dio o i suoi sacri Nomi.

Ma andiamo al comandamento.

"Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano."

È assolutamente vero che l'essere umano abusa della Parola Dio come anche Signore che per altro bisogna in questo caso specificare, che la parola Signore non andrebbe mai usata, perché in Ebraico significa Adonaj, ed è riferita unicamente a Dio stesso o a Suo Figlio Gesù, invece nel nostro tempo è stra-usata.

Riprendendo il senso della parola Invano, dobbiamo specificate cosa s'intende nel contesto della comandamento il quale dice:non pronunciare invano o (invanamente) il nome del Signore tuo Dio”

Ora riferendosi al significato della parola invano, si capisce che il pronunciare è riferito unicamente a non dare una connotazione negativa al pensiero che precede o segue il termine Dio o Signore o suoi Nomi specifici, cioè non abbinare al NOME qualcosa di falso o di fasullo, in questo bisogna anche dire non giurare il falso in suo Nome, è la stessa cosa, facendo credere che Dio, avrebbe detto cose non vere o che non appartengano ad esso, o che siano uscite dalla Sua bocca realmente, questo è il senso del comandamento cioè non chiamate Dio a testimone per cose vane, fasulle o false, quindi negative.


C'è un esempio lampante che posso portavi, quando il veggente Ivan di Medjugorie disse che Dio gli avrebbe detto che lui non è contro la ricchezza, e quindi loro possono accumulare soldi, questo è fare quel peccato! Oltretutto questo pensiero è da loro divulgato a tutto il popolo per cui il peccato è anche divulgato di proposito, quindi pensate quanti peccati hanno questi personaggi sulla loro coscienza. Ivan dicendo il falso, ha cambiato il comando di Cristo! Così la pensano tutti i 6 veggenti di Medj. Come sia possibile che la Madre di Dio, appaia a costoro qualcuno me lo deve spiegare! Sarà mai che Dio ha cambiato la sua legge per un manipolo di 6 truffatori!!! Ma certo che no!


Ora se devo fare un certo discorso nel quale sono obbligato a dire la parola Dio, è un discorso; perché in questo caso non è usato il termine Dio in maniera impropria, ma ha un suo senso, perché è riferito all'interno di un ragionamento positivo o negativo che sia, cioè ha un senso logico, non è a sproposito, non è senza senso, senza utilità; mentre l'utilità c'è, altrimenti diventa impossibile farsi capire di chi, stiamo parlando.


Il comandamento comunque esprime anche il concetto di non aggiungere ai nomi Sacri di Dio altre parole che siano di natura offensiva quindi sempre negativa, per cui diventano vere e proprie bestemmie, mentre il non pronunciare troppo spesso i Nomi di Dio o il termine Dio, che va in sostituzione ad Essi, o anche il termine Signore, non è fare bestemmia è diverso ma certamente non va fatto troppo spesso, invece nella nostra società c'è l'abitudine di pronunciare senza motivo alcuno, la parola Dio o Signore.


Quindi si è capito che il comando riguarda sopratutto quando si usa i Nomi riferiti alla persona di Dio, in modo non corretto, non giusto, non positivo, ma anche falso, testimoniando o giurando il falso, sul  Suo buon Nome. Per questo non bisogna mai giurare su Dio nulla, perché è meglio, anche se magari alle volte siamo certi che quanto affermiamo sia almeno per noi la verità e quindi potremo anche rischiare, ma è meglio non farlo, perché non conosciamo tutto.


La Bibbia come libro Sacro descrive in senso positivo le vicende e le parole, i comandi di quanto Dio ha fatto per l'essere umano, per il popolo d'Israele, per per tutto il Creato. Certo nel testo c'è anche una parte sostanziosa di storia del popolo Ebraico e dei popoli vicini, innestati sempre con la presenza di Dio. I Nomi di Dio abbondano nel testo stesso, anche se nel testo Ebraico ci sono parti che descrivono alcune cose che secondo il nostro pensare potrebbero aver una connotazione negativa, ma secondo il pensare di Dio no, e ovviamente quello che conta, è quello che dice Dio, non noi! Perché indubbiamente è Lui che ha creato la legge ed è a Lui che noi dobbiamo ubbidienza, se gli crediamo.


Riassumendo, in un discorso si può citare la parola Dio, sempre che questa sia finalizzata ad ottenere un utile parola che insegni qualcosa di positivo o che trasmetta la parola stessa di Dio, non si fa peccato. Non si fa peccato anche quando dobbiamo far capire un certo ragionamento, perché altrimenti non si sa a chi sia riferito, ci deve essere il soggetto, certo magari usando una qualche espressione che sostituisce il termine Dio o Signore, ma dato che poi il pensiero va sempre Lui, è quasi inutile aggiungere parole che nascondono la vera parola, tanto vale dirla, ma con moderazione.


Se vogliamo in una frase dire “Il buon Dio,..."si può dire, perché stiamo glorificando Dio. Quindi gli aggettivi positivi che precedono o che posticipano il nome di Dio, sono graditi a Dio, non c'è peccato. Se oltre al termine Dio buono, ci aggiungi una parolaccia questo è un peccato gravissimo, perchè insulti non solo Dio come persona, ma anche la sua Bontà. 
State attenti che l'inferno è assicurato, se non c'è pentimento. 


Se invece i nomi di Dio vengono usati a sproposito o usati per giurare il falso, o imprecare o in modo negativo si fa peccato anche grave/issimo, se è una bestemmia è uguale.
Anche il dar la colpa a Dio, di qualcosa che noi abbiamo deciso o fatto o che crediamo sia stato Dio o anche il maligno è far peccato gravissimo contro lo Spirito Santo!


Noi invanamente facciamo tante cose, ma finché facciamo le cose, così inutilmente non ha importanza, quello che invece ha importanza di non far peccato contro Dio.











giovedì 6 giugno 2019

Paolo di Tarso afferma che Gesù non è Dio!

Gli errori di Paolo di Tarso.


Bibbia di Gerusalemme Cei-74 

Romani 8: "Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene." qui Paolo fa capire che egli non sapeva chi fosse lo Spirito di Cristo, lo si comprende chiaramente, perchè parla dello Spirito di Cristo, quando se avesse saputo chi era, avrebbe detto che era lo stesso Padre Celeste, non vi era motivo far un giro immenso di parole per non dire direttamente che era il Padre Celeste, significa che tante parole servono solo per nascondere che egli non sapeva chi fosse.


"E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione"


Frase totalmente illogica,

Paolo dice che :

 "Se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato" Affermazione illogica.

Se Cristo è in me, non può essere in me il peccato, ne la morte, ovvio perchè se Cristo è la vita, non può esserci ne morte, ne peccato.

Per cui dire che se Cristo è in me, indica che attribuisce a Cristo la causa del peccato.


Secondo Paolo la presenza di Cristo nell'uomo non è fonte di grazia, non è fonte di benedizione, è assolutamente folle.



Se Cristo è in me, come in voi, il nostro corpo è vivo e vive nella Luce di Dio, non può essere morto e non può essere nel peccato, ne può morire a causa del peccato!


"ma lo spirito è vita a causa della giustificazionefrase molto anomala.

Ammette che lo Spirito è vita, però lo è a causa delle giustificazione?

Cos'è la giustificazione ,è il giustificare di un atto non corretto e il legittimare di un comportamento spesso scorretto.

Quindi Paolo afferma che un atto o comportamento non corretto proveniente dallo spirito di vita? Non vorrei dire ma questa è una bestemmia. 


Romani 8,11"E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi."

Questa affermazione di Paolo di Tarso preclude che Cristo non è un Dio.
Lo dice chiaramente la frase stessa, Cristo per risorgere secondo Paolo, aveva bisogno dello Spirito di colui che abitava in Lui, cioè il Padre Eterno; questo significa che Cristo non è Dio ma solo un uomo incapace di risorgere senza lo Spirito di Dio, lo dice la stessa frase.

Non solo farebbe anche capire che lo stesso spirito che abita tutti gli uomini abitò quello di Cristo, come dire che l'anima sia in grado di suo, di far risorgere un morto, quasi senza altro spirito.

"Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti"

Intanto come ho sempre detto Paolo di Tarso ipotizza, non conosce la verità, perchè usa la parola SE, che è una forma dubitativa, il se, indica che il soggetto Paolo di Tarso non sta colloquiando con Dio, che non usa i Se o i ma o i forse, se non quando, serve per fare un certo discorso, ma Paolo di Tarso usa le forme dubitative in modo abbondante e continuativo, tipico di chi ragiona con la sua mente. Lo Spirito del Signore usa pensieri e parole diretti in forma di comando, in questo caso Paolo sta pensando con la sua mente ponendosi come fa in tutti i testi da esso scritti, dei dubbi e pone delle ipotesi come pensieri veri, quasi provenienti da Dio stesso, quando si comprende molto bene provenire da se stesso, suoi pensieri, spesso dubbi, proprio mediante l'uso massiccio di pronomi, congiunzioni, avverbi di dubbio, etc. In pratica Paolo dubito, e pone il dubbio come una certezza affermativa.

Se io inizio un discorso con l'uso di un Se o di un ma, o di un forse, etc, pongo già il mio pensare con un dubbio, ma il problema è che lo Spirito Santo non ha dubbi in sé, Se li avesse non sarebbe santo, ne perfetto, per cui il suggeritore di Paolo di Tarso non è Dio. 

Più probabile che venga dalla sua stessa mente, l'assurdità è che l'uomo di chiesa ha accettato come vera parola tutto quello che quest'uomo ha detto, aldilà se è vero o meno il suo vissuto, che personalmente non mi interessa, la bontà delle parole di un soggetto già ne evince la sua natura e non servono le sue prodezze o azioni per capirne l'autenticità o meno è il suo parlare che parla per lui.


"Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti"

"se lo spirito di colui , " Come dire se è vero che lo spirito di colui = Dio
"che ha resuscitato Gesù dai morti" frase chiarissima che intende dire che Gesù è stato resuscitato, non è risorto da se, per tanto non poteva risorgere senza questo spirito, ne fa di Gesù non un Dio, ma un uomo come tutti noi. E' chiaro e lampante il discorso di Paolo. Non sta dicendo che Gesù è Dio o un Dio e sta invece negando che Gesù può essere figlio di Dio, cioè un Dio, perchè dire "che lo spirito di colui che ha resuscitato Gesù" indica proprio che egli nega che Gesù è un Dio e quindi che è figlio di Dio, come ovvia conseguenza logica, incapace di poter risorgere se stesso, senza l'entità o spirito del Padre o dello Spirito Santo. 

Sottolineo le parole di Gesù sulla croce quando disse: "Padre perchè mi hai abbandonato?" Perchè Il Padre doveva abbandonarlo? Perchè voleva mostrare che suo Figlio poteva risorgere senza la presenza dello Spirito del Padre così Gesù da solo è risorto, altrimenti avrebbero pensato che sia risorto per volontà del Padre, ma Gesù non aveva bisogno dello Spirito del Padre per risorgere proprio perchè Cristo è Dio. Questa frase contraddice la frase di Paolo, che non parla con uno spirito, ma sta ragionando con la sua mente, proprio come fece S.Agostino quando venne ripreso dall'angelo bambino, ragionava con la sua mente. Non possiamo prendere tutto per buono quando si ragiona con la propria mente perchè non essendo dei, commettiamo degli errori.

"abita in voi," cioè se lo stesso spirito abita in tutti noi, questo dice la frase.

colui che ha risuscitato Cristo " colui è sempre Dio.

Ribadisce che Gesù è stato risorto per volontà di Dio, non per suo potere personale, come se Cristo non era in grado di risorgere da solo, preclude che Cristo non è figlio di Dio, negare che Cristo possa essere risorto da solo, senza l'ausilio del Padre, ne fa un, non Dio, ma solo un uomo.

"darà la vita anche ai vostri corpi mortali" intende dire che è Dio, a ridare la vita ai corpi mortali, cioè a farli rinascere.

"per mezzo del suo Spirito che abita in voi." ammette che lo Spirito di Dio abita in ogni uomo, e che noi chiamiamo anima.

Ma la cosa più sconvolgente di questa frase è che Paolo ammette che Gesù non è figlio di Dio e che non è un Dio, ma lo paragona ad un qualsiasi essere umano, perchè l'ultima parte della stessa lo fa ben capire. 


17 "E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria."

Ribatte ancora che Cristo non è Dio, "eredi di Dio, " non siamo eredi di Dio, non siamo eredi diretti, ne spirito del suo spirito, non siamo dei.  Possiamo essere ", coeredi di Cristo," Paolo non riconosce in realtà in Cristo il suo Dio, ne il figlio di Dio, ne l'erede diretto di Dio. 

Il coerede è colui che partecipa all'eredità non direttamente ma per una quota, mentre l'erede è colui che prende tutta l'eredità. 

Ha una visione completamente in opposizione a Gesù come figlio di Dio. 
Temo che realmente Paolo avesse uno spirito che lo torturava nella carne, come ho già scritto, perchè una parte dei suoi scritti sono condivisibili, ma frammisto a questi ci sono discorsi che non sono affatto ispirati dallo Spirito Santo, ma hanno una natura completamente opposta. 


Matteo 3- IL sole del Padre Celeste e il sole del Male.





Ama i nemici e prega per chi ti percuote!

Matteo 3 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44 ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Esseri figli di Dio, significa far quello che a Dio è gradito, e rispecchiare quella che è la sua natura cioè di un Dio paziente, buono, etc. quindi per essere figli di Dio del Padre celeste, bisogna assomigliargli altrimenti si disattende questo suo stesso modo di essere, per cui bisogna se si crede in Dio, amare i nemici e pregare per coloro che perseguitano, questa è la volontà fondamentale del Padre celeste. Il Padre per testimoniare che Egli non fa differenza tra i figli del mondo, che sia buoni o cattivi, e dice fa sorgere il sole e fa piovere su entrambi sia buoni che cattivi, come per dire che anche i cattivi possono essere salvati e non solo i buoni, che anzi prima di essere salvati, devono essere provati.

Aggiunge però nel discorso un particolare, interessante.

Non dice fa sorgere il sole sopra, ma dice il SUO sole... come se di “sole” ce ne fossero almeno due; certamente la frase potrebbe essere di tipo allusivo, dove s'intende per sole, la sua luce , la sua potenza, la sua gloria, in riferimento a se stesso, come nel discorso apocalittico della descrizione della Nuova Gerusalemme. Considerando che la parola Lucifero indica portatore di Luce, quindi indicando come il Suo Sole, si differenzia da un Sole diverso che è quello del male, il sole degli Illuminati, il sole dei Gesuiti, il sole della massoneria, in questo Gesù ancora una volta fa una profezia, facendo capire che nel tempo, gli uomini avrebbero creato un sole alternativo al sole di Dio, per cui era necessario specificare di quale sole si trattasse. Può anche essere inteso, come il sole vero e proprio, in questo caso, ci viene da pensare che di “Soli” ce ne sono almeno Due, indicanti come un sole quello che illumina e un sole quello che è oscuro, come se il nostro sole avesse un gemello oscuro, che non sorge mai. In questo aspetto Gesù fa similitudine tra il Padre suo e il sole quello che sorge sempre tutti i giorni, per sempre, quello che illumina e quello che partecipa ai cambiamenti terrestri. Da quello che la scienza ha scoperto parrebbe effettivamente esistere un secondo Sole oscuro, fuori dal nostro stesso sistema solare; il male certamente non sorge mai.


Amare anche chi non vi ama!!

 46 Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? 
Non fanno così anche i pubblicani?
 47 E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? 
Non fanno così anche i pagani? 
48 Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre Vostro Celeste.

Cristo prende sempre dei parallelismi, cercando di farci capire, qual'è il miglior atteggiamento da tenersi, se si vuole essere figli di Dio. Dicendo che anche i pagani, gli atei e chiunque altro, fa esattamente quello che i buoni fanno, quindi il saluto deve essere concesso anche ai cattivi. 

E dice che tutti i credenti in Lui, devono aspirare alla perfezione, perché questo è l'unico modo per essere e assecondare la volontà di Dio.

Amare anche chi non ci ama, amare anche chi ci odia, amare anche chi è diverso da noi, non amare nel senso carnale del termine, perchè Dio lo dice chiaramente uomo e donna li ha creati e non uomo-uomo e donna-donna, sappiamo bene che Dio ha in abominio coloro che si accoppiamo nello stesso sesso, per cui l'amore che Dio manifesta verso di noi è solo ed unicamente filiale, perchè Egli ci considera tutti suoi Figli e tutti suoi Fratelli, tutti suoi Amici, ma come dice in altri passi, solo chi lo Ama, gli crede e si converte otterrà da Lui i suoi favori, quindi non tutti, chi si sottomette alla sua autorità, alla sua legge, che è il verbo stesso, otterrà di essere riconosciuto da Dio stesso come suo Figlio, Fratello e Amico, ma non quelli che non hanno voluto ed accettato la sua parola e non l'hanno messa in pratica nella loro vita e verso i fratelli, secondo quanto esso stesso chiede.  

Non solo da ciò si comprende anche che Egli è un Dio severo, come lo è un padre coscienzioso, che punisce i figli quando questi non si comportano secondo quanto essi stessi vorrebbero fare o dimostrare verso l'autorità del loro stesso Padre. Cioè se io sottometto volontariamente all'azione e all'autorità di Dio, non posso poi dire domani faccio diverso, devo necessariamente continuare ad osservare quella parola data, altrimenti non rientro più nei parametri da me stesso imposti a me stesso, perchè osservare la parola significa imporre a se stessi di seguire la parola di Dio, ma se ogni giorno faccio della mia vita quello che mi pare non ottempero alla parola dato, per questo gesù dice ottemperate ai vostri giuramenti perchè al Signore è gradito. Ci viene in aiuto alle nostre fragilità il fatto che Dio è un dio buono e lento alla collera che ha pazienza e tollera fino ad un certo punto, il comportamento non perfettamente lineare dei suoi figli, attendendo nel tempo che essi tornino a Lui. C'è un però nessun uomo sa quando sia la sua ora, e se quell'uomo perde la sua vita prima del suo ritorno il suo vivere sarà stato inutile, perchè avrà perso se stesso, per l'eternità. 

Per cui conviene sempre vivere come il Signore ci chiede, senza stressarci e senza ambire a chi sa quali mete, fantasiose, l'unica cosa che tutti dovrebbero ambire ad ottenere la perfezione della fede, ne credo, vivendo in onestà e verità, questo è un tassello fondamentale per ogni uomo. 

Con la perfezione viene la parola di Dio, con la perfezione vengono i miracoli, con la perfezione viene l'azione salvifica dello Spirito Santo e chi ambisce alla perfezione, lo Spirito Santo abita in lui/lei. 

Tutto il resto divine un sovrappiù, che solo Dio elargisce e solo Dio da o toglie.


Ama i nemici e pregate per chi ti percuote!

Ama il nemico, ma non assoggettarti alla sua volontà!
Ama il nemico, ma non percorrere le sue vie assieme a lui.
Ama il nemico, ma rimani nel Signore, insegna al nemico la legge del Signore.

Ama chi ti percuote e chi ti offende, e chi ingiustamente ti tradisce, ma non assimilarti ad esso, non divenire come esso, non imparare da esso.

Amare non significa tollerare il nemico o il persecutore, ma solo pregare per esso, affinché esso sia convertito e creda nel Vangelo, questo sta dicendo il Signore Gesù. Insegna la nemico e a colui che ti percuote la Verità, non tollerare il suo comportamento, non adeguarti ad esso, amare non significa tollerare, ne adeguarsi, ne sottostare, per paura o per vigliaccheria. 

Come si uccide il maligno? 

Amandolo, cioè pregando per esso, benedicendolo, si uccide il maligno perchè l'azione benigna di Dio risulta nefasta per il maligno e per tutti coloro che operano con esso. 

Non si odia il maligno, perchè l'odio ne potenzia l'azione del maligno in te stesso e verso il mondo. 

Invece se ne deve avere compassione, perchè la compassione uccide anche il demonio. Satana odia coloro che sanno avere compassione del prossimo e di chi esso irretisce e porta dalla sua stessa parte. 

Se il maligno non esistesse, nessuno potrebbe ottenere il regno eterno o meglio dire tutti saremo santi e tutti saremo già salvi.

Anche perchè non ci sarebbe motivo per la nostra esistenza, come creature libere nel nostro agire e sbagliare.

Matteo 5,38 - Non opporti al male!




Non opporti al male!


Perché Cristo ci dice di non contrastare il malvagio, per quale ragione?


Matteo 5,38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; 40 e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41 E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. 42 Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.

Per malvagio s'intende colui che ha un animo rivolto al male e che opera in esso, ed ha un animo perverso e maligno, indice anche di demonio e demone.

Perché Gesù ci dice anche che non dobbiamo seguire il maligno o coloro che praticano il male, perché il maligno o malvagio si oppone all'azione salvifica di Dio, però dice anche di lasciar fare ai maligni, malvagi, quello che vogliono, perché afferma questo, sembrerebbe una contraddizione dei suoi insegnamenti, invece non è così.

Cristo in realtà vuole che l'uomo si opponga al pensiero del maligno, ma non vuole che l'uomo si opponga all'azione del maligno, questo perché l'azione del maligno salva l'uomo, l'azione di chi porta in se un male, innanzi agli occhi di Dio ha un effetto salvifico sull'uomo. Un esempio i posseduti sono tali perché in qualche modo hanno accettato la presenza del maligno in loro, ma subiscono la sua azione, anche se non l'hanno desiderata, almeno non consapevolmente. Ma il Maligno agisce nei posseduti sotto forma di azioni, gli fa commettere azioni contro se stessi e altri uomini, per portare quell'uomo alla sua distruzione, per mano propria o per mano di altrui.
In un certo senso anche Cristo stesso ha permesso al Maligno di operare contro di Lui, portando gli esseri umani, a contrastarlo fino ad ucciderlo. In pratica ha permesso al maligno di agire contro il figlio di Dio, per uno scopo superiore.

In questo si capisce l'azione salvifica del male, che operando per la distruzione del uomo, in realtà ne può permettere la sua salvezza. Ovviamente questa accettazione dell'opera di chi è maligno, malvagio non è un accettazione positiva, cioè nel senso di accettarne positivamente l'azione, ma deve essere non distruttiva, cioè nel senso di non operare contro il male, usando il male stesso.

Cristo Infatti non operò nulla in contrasto, non si difese, ma neppure accetto l'azione del maligno, ne la sua perversa azione, però lo lascio operare non su se stesso, ma sugli uomini che esso aveva corrotto, in pratica il maligno senza rendersi conto ha operato una salvezza a favore di Cristo, inducendo gli uomini a contrastarlo, a odialo a crocifiggerlo, in questo c'è un doppio aspetto. Dio usa il maligno per vedere e verificare se gli uomini sono in grado di opporsi all'azione pervicace dello stesso spirito malvagio e a sconfiggerlo in se stessi, se ne hanno la forza e il desiderio di essere veri figli di Dio.




Opporsi e  non Opporsi!

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Importante!

Ho sempre scritto che personalmente divido i testi che Dio da me, da quelli che non sono dati da Dio a me, apponendo al testo il termine Messaggio, per far capire che il testo viene da Dio, mentre dove non vi è scritto"MESSAGGIO" sono io che scrivo e quindi da prendere con le pinze, non farò mai come facevano i profeti di un tempo che mescolavano i loro pensieri ai testi ricevuti da Dio , per cui tutto diveniva di Dio, anche le eresie, poi insegnate anche attualmente dalla chiesa ai successori."Bisogna anche dire che data l'istruzione che ricevetti da Dio fin da bambino, è indubbio che alle volte faccio uso di essa, però posso sempre errare, non sono Dio!