Gesù insegna come si giudica!
Premetto spiego
solo, non giudico nessuno, non è in mio potere!
Però se posso correggo!
(Giovanni 7:24)
Gesù:
“Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
La
frase è composta da due affermazioni
Non giudicare secondo l’apparenza!
Ma Giudicate con giusto giudizio!
Primo
vediamo di capire le parole che fanno parte dell’affermazione …
Giudicare/te, giudizio, apparenza,
giusto.
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Giudicare
giudicare (letter.
ant. iudicare) v. tr. e intr.
[lat. iūdĭcare, der. di iudex -dĭcis «giudice»] (io giùdico, tu
giùdichi, ecc.; come intr., aus.avere).
–
Il giudicare
è la capacità di formulare dentro di se un opinione, relativa ad un qualsiasi
azione umana e non umana, personale o collettiva, in sostanza è la capacità di
discernere e comprendere azioni, pensieri, moti dello spirito propri ed altrui(sentimenti),e
darne in modo più o meno esaustivo una definizione, un esisto. Si dice che l’occhio,
l’orecchio, la mano, il cuore, ecc, giudicano, ma ciò è falso perché queste
parti non sanno cosa sia il giudizio, ma servono per percepire stimoli esterni
per possono aiutare la mente a comprendere e definire un giudizio.
Quindi
il giudicare è l’azione e la facoltà mentale dell’esprime un parere, usando la
ragione, la logica e la conoscenza data anche dalla propria personale cultura; [che
potrebbe anche comprendere eventualmente un aspetto soprannaturale(che però
esce dalla logica umana)]. Ovviamente chi più conosce più avrà un metodo di
giudizio superiore agli altri, ma il giudizio non si può trarre senza lo
spirito, perché sarebbe un giudizio arido, freddo e fine a se stesso, un
calcolo, in altre parole disumano.
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Il giudizio, è l’ azione del giudicare, in sostanza è la decisione su un determinato argomento,
azione, ecc. Emetto il mio giudizio, ti giudico, emetto la sentenza, la
condanna, il voto, il pensiero, ecc.
Noi
esseri umani non siamo capaci di emettere giudizi senza una nostra personale
interpretazione, c’è sempre qualcosa di umano nei nostri giudizi, per quanto
possano essere perfetti, rigorosi, fiscali, scientifici, tecnici; chi non
imprime nel proprio personale giudizio, questo aspetto umano, esso non è un
essere umano.(non ha umanità), possiamo dire un soggetto patologicamente arido.
Per cui
esiste il giudizio personale e quello collettivo.
Il personale,
perché emesso da un solo soggetto.
Collettivo
prodotto da un insieme di soggetti.
Quale dei due tipi di giudizio è più perfetto?
Beh è
intuibile, una comunità di qualsiasi essere, può emettere un giudizio superiore
a quello di un solo essere, a meno che l’essere in questione non possegga un
intelligenza e una sapienza di gran lunga superiore a tutti, l’unico che sfugge
a questa logica è Dio. Ma allora entriamo in un altro campo! Il giudizio umano
è un giudizio imperfetto!
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Giusto: deriva dalla parola giustizia ed è colui che dice
la verità. O semplicemente colui che giudica con giustizia e con verità. Per cui
ovviamente per logica un giusto è colui che possiede la giustizia, cioè la
verità.
Ma quanti tipi di giustizia esistono? Due!
Quella
umana, e quella divina o spirituale.
La giustizia umana è limitata all'essere umano e dalle sue
comprensioni (capacità mentale di comprendere), cioè alle sue capacità di
giudizio, sempre limitate, che siano personali o collettive ma sempre limite
sono, anche una collettività può sbagliare ed essere anch'essa fuorviata, non
solo il singolo soggetto.
La seconda
tipologia di giustizia è quella
divina o spirituale che nessun essere umano possiede, ma solo Dio
stesso. Oppure un essere umano preso da Dio stesso, cioè dal Suo Spirito, ma
qui entriamo in un campo complesso.
Si può giudicare senza verità?
Il problema
sorge perché senza verità, non sussisterebbe la giustizia. Quindi la risposta è
No!
Quindi secondo la fede chi è il più grande giusto? E’
Dio!
Per cui
solo Dio sa giudicare con giustizia perfetta, cioè con perfetta verità!
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Apparenza deriva dalla verbo apparire.
Apparire significa:
farsi
vedere, presentarsi allo sguardo, mostrarsi, anche comparire, relativo a persone,
animali o cose,
il termine può avere due sensi diversi, una
positiva e una negativa.
Quella positiva sta ad indicare come si mostra
qualcosa, come si fa vedere una persona, come è vestita una persona, in che
maniera e forma è vestito un soggetto, può essere anche inteso come il
rivestimento quello che sta all'esterno di qualcosa. Si mostra in un certo
modo. È riferito anche a evento straordinario di natura soprannaturale.
Nella senso negativo, alle volte si dice “quello che appare non è”, prende
così una connotazione negativa, per indicare che l’apparenza può ingannare.
Quindi apparenza può prendere due diversi
aspetti, negativo o positivo.
Nell'antichità il termine apparire, ha un senso
più negativo che positivo, alle volte lo usavano in contrapposizione al termine
verità o realtà, cioè inteso come falsità.
Quindi l’apparenza è una cosa falsa, ingannevole.
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Torniamo alla nostra frase detta da Gesù:
“Non giudicate secondo l’apparenza,
ma giudicate con giusto giudizio.”
“Non
giudicare secondo l’apparenza!
“
Cosa
significa? Che non bisogna giudicare
guardando l’aspetto del soggetto, perché quello che si vede potrebbe non corrispondere a verità. Come il proverbio che dice l’abito non fa il
monaco, Gesù in pratica dice proprio questo, non badate a come è vestito, quello
che ha, come si presenta a voi , con che titolo, se Re o papa o altro, se è intelligente
o meno, se è colto o meno, se ricco o meno, ciò che appare non è importante. Non
sono queste le cose importanti questo dice Gesù.
Non
giudicate stando a ciò che si mostra, a ciò che si vede, perché può essere un
inganno, ben studiato, per trarre in inganno molti!
Dire non giudicate secondo apparenza significa che si può giudicare, altrimenti se fosse stato che non bisognava giudicare in assoluto il termine apparenza non vi era, allora la frase prendeva proprio un senso perentorio e assoluto di impossibilità di giudizio, invece il termine apparenza è l'opzione che indica che si può giudicare ma facendo attenzione a determinate cose. Quindi non è affatto vero quanto taluni sostengono che si fa peccato se si giudica, perchè qui è chiaro il concetto, si può giudicare facendo attenzione al metro di giudizio.
“Ma
Giudicate con giusto giudizio!”
Giudicate
con verità e giustizia.
Quindi
escludendo l’inganno, ed escludendo le apparenze, cioè non tendo conto di chi hai innanzi, chiunque sia, povero
o santo, puoi operare con giustizia e verità, quindi fornendo un giudizio perfetto!
Ora
abbiamo capito cosa Gesù intendeva e come si dove procedere per aver una
sentenza giusta!
Quindi
non iniqua, non parziale, un giudizio pieno di verità e non la parzialità,
ponendosi in modo giusto, cioè umano.
Questa
espressione però fa capire che il giudizio non solo deve essere giusto e vero,
ma anche deve essere più un giudizio di correzione che un vero giudizio, che spetterebbe
solo a Dio.
Perché
Gesù in altro punto specifica che bisogna correggere i fratelli e non
giudicarli, per cui anche questa espressione rientra nella medesima logica.
Solo
Dio può emanare un giudizio di condanna, l’uomo non lo può fare.
E
questo significa anche che le scomuniche sono arbitrarie, perché sono una
condanna.
Ma
l’insegnamento di Gesù non riguarda solo la sua chiesa, i suoi apostoli, i
santi ecc, ma chiunque voglia giudicare un soggetto umano, Gesù pone la legge
precisa su come deve essere fatto il giusto giudizio, per non errare e non
cadere nell'errore o nell'inganno!
Gesù: (Apocalisse 2:2) “Io conosco le tue opere e la tua fatica e la tua costanza e che non puoi
sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli e
non lo sono, e li hai trovati mendaci;".
In questo
passo Gesù in apocalisse spiega che la chiesa di Efeso, ha saputo provare l’autenticità
di alcuni apostoli ed altri li hanno trovato mentitori, molto probabilmente
utilizzando il metodo insegnato da Gesù agli apostoli, di non guardare l’aspetto
esteriore, ma di guarda in fondo all'animo.
Ovviamente
si comprende anche che se un essere umano decide di porsi a giudizio per
correggere il suo prossimo, il suo giudizio deve essere imparziale e più
possibile vicino alla verità, cioè sta significare che deve essere più lontano
possibile dal peccato. Perché verità e peccato sono in antitesi tra di loro,
come appunto spiega anche il passo: apocalisse 2,20: “Ma ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice
profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e
mangino cose sacrificate agl’idoli.”
L’apostolo
esprime questo pensiero:
(Romani
2:1,3) “Perciò, o uomo, chiunque tu sii che giudichi, sei
inescusabile; poiché nel giudicare gli altri, tu condanni te
stesso; poiché tu che giudichi, fai le medesime cose. …
E
pensi tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di
scampare al giudizio di Dio?”
Questo passo
però suona un po’ strano, se lo leggiamo a confronto con le parole di Gesù
stesso:
Gesù:
“Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto
giudizio.”
Se Gesù afferma che un qualsiasi essere umano può giudicare
facendo attenzione a non cadere in inganno ed usando il giusto giustizio di
verità, perché qui l’apostolo dice diversamente?
Stando alle parole dell’apostolo dice questo in sintesi …
qualsiasi persona si appresta a giudicare non sei scusabile, poi aggiunge “poiché nel
giudicare gli altri, tu condanni te stesso; poiché tu che giudichi, fai le
medesime cose.” sarebbe
valido questo discorso, se tu non operi come prescritto e comandato da Gesù
stesso, ma se tu operi come Gesù indica, non fai nessun peccato e le colpe non ricadono
su di te, perché altrimenti la parola di Gesù verrebbe meno innanzi alla parola
dell’apostolo.
“”E pensi tu, o uomo che giudichi quelli che
fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio?””
Quello che
conta non è tanto il giudizio di chi lo fa, ma come lo fa il giudizio, se l’uomo
segue la parola di Gesù e le sue prescrizioni cioè i suoi comandi non commette
alcun peccato, perché quello che Gesù ha
affermato, è legge eterna, come quella del Padre Suo!
Quindi qui
c’è da capire a chi vogliamo credere!
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Ma anche
questa affermazione deve essere sottoposta alle medesima affermazione di Gesù: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio.”
(Matteo
7:1,3) Gesù: “Non giudicate acciocché non siate giudicati; perché col giudizio
col quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura onde misurate, sarà
misurato a voi. E perché guardi tu il bruscolo che è nell'occhio del tuo fratello, mentre non scorgi
la trave che è nell’occhio tuo?”
Non giudicate affinché non siate giudicati, perché
secondo il giudizio che giudicate sarete giudicati, secondo quello che scrive è
anche giusto, ma anche questa affermazione se letta con l’ottica dell’affermazione
del vangelo di Gv, bisogna dire che non segue lo stesso parametro, cioè se
prendiamo la parola di Giovanni come assolutamente valida, e parola vera di Gesù, nessuno può
dire il contrario, si legge che praticamente il giudicare perché non siate
giudicati e col giudizio che giudicate sarete giudicati, ma se Gesù insegna un
metodo per poter giudicare con giusta verità, questo significa che il metodo di
Gesù essendo parola del Padre Eterno è giusto! Ma come detto sopra sicuramente
il suo intendimento non era rivolto al giudicare ma al correggere. Quindi cambia
il metro, il giudizio non è più rivolto al giudicare ma al correggere. Non
giudica per condannare ma per correggere si.
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Una cosa importante che ho dimenticato nel testo, gran parte di queste parabole che Gesù afferma le dice in buona parte ai suoi apostoli, e anche questo discorso degli insegnamenti sul giusto giudizio e sulla giusta correzione, e sul giudicare(condanna) sono rivolti non al popolo ma principalmente ai suoi apostoli, perchè? Ma il motivo è semplice, Cristo sapeva, che nel corso della storia l'uomo di chiesa cioè i futuri apostoli(preti) e discepoli, all'interno della sua Chiesa avrebbero prodotto una legge che gli consentiva di scomunicare gli essere umani, per questo Cristo fa queste affermazioni, comanda ai suoi 12 apostoli che nessuno deve permettersi di dare alcun giudizio in forma di condanna verso nessuno, perchè questo spetta solo al Giudice Supremo cioè il Padre Celeste. Invece la chiesa forse nell'errore ha inteso che fosse un discorso per tutti i credenti, senza intendere che invece era un discorso che puntava a se stessa, perchè i primi a condannare sarebbero stati proprio loro. Inoltre la chiesa è stata condotta in questo pensiero erroneo dai testi di Paolo di Tarso che appunto ha sentenziato qualcosa contro la stessa parola di Cristo quando ha affermato " se anche un angelo da cielo portasse un vangelo diverso sia anatema", questa frase, è in netta opposizione alla parola di Cristo del non giudicare, cioè del non condannare, invece Cristo insegna ai suoi apostoli che avrebbero dovuto adottare sia il giusto giudizio che la giusta correzione, invece con l'introduzione del pensiero di Paolo di Tarso, anche la giusta correzione e il giusto giudizio sono svaniti perchè oppressi dalla sue stesse parole rese addirittura più importanti di quelle di Cristo stesso, cosa dire aberrante. Infatti sono secoli che Paolo di Tarso ha preso sempre più potere nella chiesa, sostituendo molto spesso e oscurando Cristo stesso, oggi infatti si riportano spesso i suoi scritti anzichè quelli di Nostro Signore Gesù il Cristo.
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I due passi di Paolo.
Intanto prima di tutto, se non pone il motivo
di simile espressione nemmeno si comprende perché parla così 1Cor. 6,1 : ve’è tra voi chi,
avendo una questione con un altro, osa farsi giudicare dagli ingiusti anziché da
santi?
Paolo considerava che le comunità cristiane
dovevano farsi giudicare da coloro che era preposti su di essa, cioè dagli
apostoli, ed invece taluni di loro, preferivano il giudizio di coloro che erano
fuori da esse, paolo li identifica come ingiusti.
(1
Corinzi 6:2,3) L’apostolo Paolo ha scritto: "Non sapete voi che i santi giudicheranno il
mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle
cose minime? Non sapete voi che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare delle cose di
questa vita!“;
E ancora Paolo scrive:
(1 Corinzi 14:29) “Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino;“
Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo?
Di quali santi
parla?
Se nessuno
uomo in terra è santo, ma solo coloro che sono presso il Padre Eterno sono santi.
Quindi il
giudizio di codesti santi, potrà avvenire solo e solamente presso il Padre
celeste e non certamente presso gli uomini.
E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di
giudicar delle cose minime?
Intanto vediamo
cosa intendeva per cose minime, per minimo intendeva le cose più banali, più
piccole, di poca entità, quindi era riferito ai peccati minori.
Perché dice che
sono indegni di giudicare i peccati minori?
Intendeva dire
che coloro che non si prestavano a essere giudicati dalla medesima comunità,
non potevano essi stessi a giudicare altri neppure nei peccati più piccoli.
Non sapete voi che giudicheremo gli angeli?
Secondo Paolo,
gli apostoli, discepoli e i successori hanno il potere di giudicare gli angeli,
come se gli angeli fossero esseri a noi inferiori, quando in realtà sono a noi
superiori in tutto.
Questo non è
affatto vero, non è per quanto si può giudicare che viene un premio, come se
fossimo noi la condanna degli angeli, è assurdo, gli angeli possono essere
giudicati da chi è superiore a loro e noi certamente non lo siamo. Essi sono
sottomessi a noi per volontà divina, ma essi non sono sottomessi a noi, per
nostra volontà, si sottomettono a noi per aiutarci in tutto, ma essi non sono
soggetti a noi. Cosa disse Gesù di se stesso, che Egli è venuto per servire,
non per essere servito, così fanno gli angeli, essi sono qui per servire noi,
ma non nel senso che noi crediamo. Essi non sono schiavi nostri, ed essi non
posso essere da noi giudicati, visto che essi si sono sottomessi alla volontà
celeste e non alla nostra, per il bene nostro, non loro. Quindi gli angeli si
sacrificano anche per noi, di conseguenza nessuno essere umano santo che sia
può giudicare un angelo, visto che in giudicabile da noi esseri umani, dato che anch'essi come Cristo danno la loro vita per noi!
Essi non sono
giudicabili da noi, ma solo da Dio, inoltre questa affermazione è anche non
corretta perché gli angeli decaduti hanno già ricevuto la loro condanna, cioè
il loro giudizio, altra condanna nessuno darà loro, più dell’inferno dove devono
andare? Li sono e li verranno rigettati e ci rimarranno!
Per gli angeli
celesti, non ci sarà nessuna condanna dato che essi si sono già posti dalla parte
giusta!
E poi che
attinenza ha queste questione degli angeli, con la questione del giudicare,
nessuna attinenza. Pare una questione ridondante, che non ha attinenza con l’essere
umano.
Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita!“
Le cose di questa
vita le può giudicare solo il Padre eterno, suo Figlio e lo Spirito Santo e gli
esseri superiori a noi.